ANNA KULISCIOFF
di ALBERTO CAMINITI

 

IL VERO NOME

Per prima cosa: qual era il suo vero nome? Dobbiamo partire dalle complesse usanze patronimiche del rito russo- bizantino che prevedono per le femmine, di portare il nome del padre dalla nascita fino al matrimonio. Per cui essa da ragazza fu: Anna Moiseevna Rozenstein, e quindi di chiara origina giudea. La data di nascita, pur essa contrastata, più accettata è il 9 gennaio 1855 a Sinferopoli (Crimea).

BIOGRAFIA

Dopo un’infanzia felice ed i suoi studi, si iscrisse alla Facoltà di Filosofia di Zurigo, trasferendosi in Svizzera nel 1871. Si sposò la prima volta col rivoluzionario russo Petr Makarevic; per le sue idee anti-zariste venne processata, ma si salvò riparando in Svizzera, cambiando – per cautela - il cognome in Kuliscioff. Qui incontrò il grande amore della sua vita, il genovese Andrea Costa, con cui ebbe una totale condivisione di idee e sentimenti. Da loro nacque l’amata figlia Andreina che venne al mondo ad Imola nel 1881. Si trasferirono a Parigi, ma poi – con grande dolore di Anna – Andrea la abbandonò. Anna si iscrisse alla Facoltà di Medicina, prima a Napoli, e poi a Pavia, al seguito del futuro Nobel Camillo Golgi ; la sua tesi di laurea riguardò la febbre puerperale. Nel 1885 si legò sentimentalmente con Filippo Turati, coabitando con lui a Portici. Il suo ingresso ufficiale nella politica avvenne a Genova il 15.8.1892 ; fu tra i fondatori del Partito dei lavoratori italiani (poi Socialista). Con Turati partecipò intensamente alle battaglie sociali ed operaie. Elaborò un testo di legge sul lavoro minorile e femminile (i settori allora più indifesi) che nel 1892 divenne la Legge Carcano. Nel 1894 avvenne il doloroso distacco dalla figlia Andreina che sposò un ricco imprenditore tessile e ruppe tutti i rapporti con la madre. Essa ebbe un figlio che da grande divenne Abate benedettino di Subiaco.
La sua vita si concluse con la battaglia per il voto alle donne, duramente contrastata da Giolitti. Morì a Milano nel 1925, 70enne, lasciando molti scritti e testi politici.

BIBLIOGRAFIA

F. Damiani e F. Rodriguez: AK.; Milano Feltrinelli 1978
M. Casalini; La signora del socialismo, Editori Riuniti Roma, 1987.

FILMOGRAFIA = A.K. per la regia di Roberto Guicciardini, 1981.

CHE COSA A.K. PUO’ INSEGNARCI ANCORA

(dall’art. della Prof.ssa Marina Calloni della Facoltà di Scienze Politiche e Sociali della Università di Milano Bicocca) - COPYRIGHT.
Le lotte per il riconoscimento dei diritti civili e politici delle donne risalgono alla Rivoluzione francese e – si può dire- non hanno portato ad utili risultati in tutto il mondo, dove – in specie nel mondo islamico – la donna è solo un oggetto del padre, del fratello e del marito. La battaglia deve quindi continuare e sarà dura ovunque in quanto il potere è nelle mani di conservatori e reazionari . Uno dei motivi di base di tale angosciosa situazione sta nel fatto che purtroppo le donne non cooperano fra loro per raggiungere la meta prefissata. In pratica non c’è un fronte comune e costante. Quando il dottor (medico) AK. a Milano tenne la conferenza sul “Monopolio dell’uomo “, individuò in due piaghe il difetto : privilegi di un sesso a danno dell’altro, e di una classe (quella maschile). Sono questi i motivi tragici e persistenti della pretesa inferiorità intellettuale della domma. AK. sopportò sulle sue stesse spalle le ingiustizie e le umiliazioni scientifiche, politiche e familiari. Il punto è che bisogna modificare la cultura sociale vigente negli uomini, trasformandola in una maggiore comprensione dell’arcipelago femminile. In particolare per la donna, nella trasformazione della sua attuale precarietà che deve diventare una totale resistenza sociale a soprusi ed ingiustizie. Rivoluzione culturale, secondo AK. non è solo abbattere i rapporti ed i recinto in cui la donna è confinata, ma usare tutta la propria forza del genere femminile, adesso che nei paesi occidentali e democratici è perfino ammesso il suo arruolamento nell’esercito. La modernità del pensiero di Anna si vede nell’attuale femminicidio dovuto al fatto che l’uomo brutalmente non vuole perdere il suo monopolio. L’augurio è che un migliore status femminile si ottenga presto e dovunque.

CONCLUSIONE

Siamo sicuri che se Anna fosse oggi viva, si alzerebbe dal suo banco e pronuncerebbe uno dei suoi feroci slogan d’attivista sociale: Volete solo fedeltà ed obbedienza, ma noi donne non siamo i vostri cani.
Se dovessimo raccogliere in due righe il pensiero di Anna, ecco quale sarebbe la frase: Perché trionfi la causa del mio sesso, più tolleranza maschile e maggiore solidarietà fra di noi!

SUPPORTI POSTALI E TEMATICI

AK. non è stata mai celebrata in un francobollo mondiale, neppure ai tempi dell’URSS. Per analogia di pensiero politico esponiamo il valore che la RSM. ha dedicato a Filippo Turati, cui peraltro Anna fu legata sentimentalmente. Ci piace però chiudere il settore iconografico con un valore di Repubblica e un Annullo speciale per Sandro Pertini, il socialista più amato dagli italiani. Il Buono esposto nel secondo blocco ricorda la raccolta fondi volontaria che i socialisti facevano nei loro Congressi, per potersi autofinanziare.
Si precisa che i valori postali sono di proprietà dell’autore e che le immagini sono tratte da siti Internet non coperti da copyright.

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Figg. 3 - 7


Alberto Caminiti