in collaborazione con:

Introduzione
di Sergio De Benedictis

La definizione di A.M.

Gli articoli

La bibliografia

I siti web

Le macchine affrancatrici

 

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori

Le Acciaierie Falck

Sergio De Benedictis



Come sappiamo una affrancatrice meccanica, assolvendo con la sua impronta stampigliata su busta il pagamento del servizio postale, trova principalmente il suo utilizzo pratico presso ditte pubbliche e private.

Nel caso poi di grosse aziende l’utilizzo di più macchine e l’impiego prolungato nel tempo portano lo studio storico delle stesse ad intrecciarsi con la stessa storia dell’utente, permettendo a volte di tracciare un ricordo di realtà ormai dimenticate.


La storia ha inizio nel lontano 1833 quando un uomo di 33 anni valica le Alpi per scendere in un territorio di nuova industrializzazione a ridosso dei grandi laghi, per svolgere una attività di consulenza presso i nuovi stabilimenti siderurgici che nascevano in quel periodo: i Rubini, i Badoni, i Redaelli.


Si stabilisce infine a Dongo sul lago di Como presso la Ferriera dei Rubini diventandone direttore ma lasciando in seguito la guida al figlio Enrico, il quale sposerà poi in seguito Irene, una delle figlie del Rubini, legando le due famiglie in tutte le future attività imprenditoriali.


Dalla loro unione nasce Giorgio Enrico Falck (1866-1947), che dopo un “pesante gavetta” come si era soliti fare in quel tempo, nelle più importanti aziende tedesche del settore, rientra in Italia ed insieme ai fratelli Redaelli acquisisce le Ferriere di Rogoredo, intuendo come i futuri insediamenti non potevano prescindere da una vicinanza ai grossi centri urbani rispetto ai precedenti capannoni posti nelle valli lecchesi e bergamasche.

Infatti la vera rivoluzione l’aveva portata il forno Martin-Siemens che partiva da una materia povera come il rottame ferroso, scarto di una lavorazione industriale di prodotti finiti, con l’accoppiamento a valle di un laminatoio che riforniva col suo prodotto finito le stesse industrie manifatturiere, in un circolo “virtuoso” che permise negli anni a venire una notevole crescita industriale.


Ma la ferma volontà di porsi in maniera autonoma nel panorama industriale porta Giorgio Enrico Falck nel 1906 ad individuare una grossa area a ridosso di Milano, quella di Sesto San Giovanni, dove, dopo alterne vicende, vede la luce un nuovissimo stabilimento: quello delle neonate Acciaierie e Ferriere Lombarde Falck, con la partecipazione societaria della Banca Commerciale Italiana.


In poco tempo Sesto San Giovanni diventerà un sito industriale appetibile dalle maggiori industrie del tempo come la Breda, la O.S.V.A. e la Ercole Marelli.



Purtroppo oggigiorno riscontriamo un abbandono dell’area, che solo negli ultimi anni ha destato gli interessi dell’amministrazione per un progetto di rigenerazione urbana che prevede la sistemazione a verde pubblico, una “Città della salute e della ricerca”, il nuovo polo Accademico del San Raffaele, oltre a strutture residenziali e spazi commerciali.

 

Negli anni fra le due guerre prese forma quello che in seguito verrà chiamato “Gruppo Falck” che però a causa di alterne vicende di mercato e belliche ebbe alti e bassi dal punto di vista gestionale; nel 1946 Giorgio Enrico Falck lasciò la guida al figlio Enrico che, dopo appena due anni, preferì affidare l'incarico al fratello Giovanni, così da potersi dedicare più assiduamente alla vita politica.


Giovanni Falck si trovò a gestire l’azienda nel suo periodo più prospero anche grazie alla spinta economica promossa dalla C.E.C.A., un organismo europeo nato dai trattati che istituirono nel nostro continente il mercato comune del carbone e dell'acciaio, tramite l'abolizione delle barriere doganali e le restrizioni quantitative che frenavano la libera circolazione di queste merci.


La Falck ebbe una forte espansione in Europa come dimostrano varie impronte estere.

 

Dopo essere stata quotata in Borsa nel 1963, la presidenza passa nel 1972 nelle mani del fratello Bruno e poi, storia dei nostri giorni, il testimone fu affidato ai nipoti Alberto e Giorgio, che hanno però purtroppo vissuto gli anni della contrazione, sfociati poi, in maniera lungimirante, in una riconversione industriale a 360° che porta oggi il marchio Falck ad essere legato alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

Infatti quella che oggi è la Falck Renewables SpA, risulta essere uno dei più importanti pure player del settore nel panorama europeo, producendo energia dall’eolico, solare e biomasse.

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori