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Le eccellenze perdute: la SABIEM | ||||||||||||||
Lorenzo Oliveri (Aicam News n. 97 - gennaio 2021) |
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Inizio con questo numero una serie di articoli nati sovente dalla curiosità di scoprire cosa si celasse dietro il nome di una ditta che utilizzava la macchina affrancatrice. Ovviamente non parlerò di industrie molto note, quali Olivetti o E.N.I., che esistono ancora, ma, almeno in questi due casi, hanno comunque "perduto" un'occasione storica per diventare aziende italiane leader mondiali. Infatti la Olivetti avrebbe potuto, visto quanto erano avanzati i suoi studi, aspirare ad essere la più importante azienda mondiale nel campo dell'informatica, mentre per l'E.N.I. se "qualcuno" non avesse eliminato Mattei, ora avremmo probabilmente l'autosufficienza energetica, e, forse, un mercato mondiale del petrolio "più umano". La prima azienda di cui parlerò è una scoperta recente: personalmente ricordavo vagamente di aver visto la targhetta di questa ditta su ascensori genovesi, ma non sapevo dell'importanza assunta dalla S.A.B.I.E.M. di Bologna nel panorama nazionale ed internazionale, importanza emersa dalle ricerche eseguite per meglio comprendere in quale settore operasse la ditta dell'impronta qui illustrata.
La carta vincente della società risulta essere una serie di accordi commerciali con grandi gruppi internazionali, quali Stigler (italiana, con sede a Milano), Otis, Siemens e Westinghouse, grazie ai quali in pochi anni la SABIEM non solo diventa leader nazionale del settore, ma apre filiali in numerosi Paesi del mondo, soprattutto in America Latina.
Poi, all'inizio degli anni '90, la società viene messa in vendita e, dopo una serie di passaggi di proprietà, tra cui la nota società Bassetti, è la stessa concorrente storica Kone a diventare padrona della SABIEM. E inizia la crisi, quella nella quale si inseriscono personaggi che giocano tutto sulla speculazione: chiedono al Comune di Bologna di delocalizzare gli impianti fuori dal centro abitato, in cambio della possibilità di conversione dell'area della fabbrica (ormai entrata nel perimetro urbano della città), in strutture di carattere abitativo-commerciale. Analoga sorte tocca ad altre aziende della zona, prima fra tutte le Fonderie Riva: ora al posto di queste industrie sorgono complessi residenziali e centri commerciali. Purtroppo questa serie di "pseudo imprenditori", di cui era (e continua ad essere) ricca l'Italia, non ha come fine il rilancio del nostro patrimonio industriale e così, come avvenuto per molte altre eccellenze italiane, di cui sovente si conserva solo il prestigioso marchio, anche la SABIEM chiude definitivamente i battenti della storica fonderia nel 2008. Questo articolo riguarda la vicenda della SABIEM, ma l'altra ditta, altrettanto nota in Italia, era la già citata STIGLER di Milano, che era riuscita a impiantare ben 45.000 ascensori nel nostro Paese e in diversi altri Stati del mondo e che nel 1947 fece una fine analoga a quella della Sabiem: venne acquistata dalla concorrente americana OTIS...
Lorenzo Oliveri | ||||||||||||||
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