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1956 – La prima affrancatrice a moneta della OMT

Fabio Bisogno

Le notizie su questa macchina sono poche e solo nel Catalogo dei Punzoni delle affrancature meccaniche italiane (pubblicazione AICAM n.344) si trovano le caratteristiche del punzone, probabilmente attribuito alla OMT, e classificato come tipo XB.

La macchina affrancatrice è stata utilizzata durante la Prima Mostra della Meccanizzazione dei servizi postali, organizzata dall’Amministrazione Postale Italiana con il concorso delle Amministrazioni P.T. dei Paesi della C.E.C.A., della Gran Bretagna e della Svizzera e tenutasi a Roma dal 29 ottobre all’ 11 novembre del 1956, nel centro dell’E.U.R.

All’ingresso era stato organizzato per i visitatori un Ufficio postale “muto”, privo di impiegati, con la macchina affrancatrice ed altre macchine per la distribuzione automatica di cartoline e francobolli (a destra la foto di utente che utilizza il distributore automatico di cartoline).

Fino ad oggi si è pensato che il valore era impresso a seguito dell’introduzione di una moneta da L.20 su una cartolina ricordo della mostra, ma senza indicazione della data, così l’oggetto veniva convalidato per la spedizione con l’annullo commemorativo, per il successivo inoltro al destinatario. Si è ritenuto, quindi, che questa macchina fosse in grado di stampare solo il valore da Lire 20 poiché l’impronta è stata sempre vista solo su cartolina.


L’uso di pochi giorni dell’affrancatura meccanica, forse del solo giorno 29 ottobre, rende i documenti postali interessanti e di difficile reperimento.


Di recente ho trovato una lettera affrancata con la tariffa da L.25 ed è scattata la scintilla della ricerca delle informazioni.

Purtroppo le notizie non sono molte e sono solo testimonianze di filatelisti che affermano di averla vista e/o utilizzata: non si aveva la certezza che questa macchina fosse stata prodotta dalla OMT.

Adesso sono in grado di riprodurre alcune foto che chiariscono tutti i dubbi (fonte: Archivio Storico di Poste Italiane) e la prima conferma è stata proprio l’azienda produttrice, la OMT, già produttrice di bollatrici postali, che chiama la macchina affrancatrice a monete, specificando che si tratta di una macchina in esperimento (targhetta con il fondo bianco).

L’esperimento è stato ufficializzato dal Decreto Ministeriale del 20 settembre 1956 per la protezione temporanea di invenzioni, modelli e marchi relativi ad oggetti che figureranno nella “Mostra comparativa della Meccanizzazione postale” in Roma.

La macchina ha un funzionamento elettrico come spiegato in alto a destra. Attenzione: se questa luce è spenta non introdurre monete senza corrente.

Immediatamente sotto ci sono le fenditure per le monete da L.5 L.10 L.20 L.50 ed un pulsante per il recupero delle monete difettose.

Per ottenere l’impronta sul documento postale era necessario seguire le indicazioni delle tre frecce:

1) Introdurre un pezzo per volta fino all’arresto d’impianto (e sotto una targa raffigurante il senso corretto di introduzione del documento postale).
2) Alzare il portello ed introdurre l’importo della affrancatura (massimo Lire 80).
3) Attiva l’importo dell’affrancatura desiderata. Premere il bottone.


Nelle due foto furono fotografati due visitatori mentre utilizzavano l’affrancatrice a monete.

Possiamo, quindi, considerare definitivamente la macchina della OMT come il primo esperimento di posto automatico.

La possibilità, inoltre di inserire varie combinazioni di monete, fino ad un massimo di Lire 80, implica l’eventuale realizzazione di altre tariffe postali. I due documenti mostrati fanno parte della mia collezione di affrancature meccaniche, ma non escludo che potrebbero esistere ancora documenti con altre tariffe.

Nella Relazione per l’anno finanziario 1956-1957 delle Poste Italiane, in merito alla meccanizzazione ed automazione, rilevo che, quanto ai servizi automatici, è in corso di realizzazione un vasto programma sia per la diffusione di macchine isolate per la distribuzione dei francobolli e cartoline sia per la istituzione di posti p.t. automatici, funzionanti senza limitazione d’orario (fonte: Archivio storico di Poste Italiane).

La realtà è che solo altre poche macchine prodotte dalla OMT sono state in uso dopo questo esperimento:

nel 1958/1960 Roma – posto Automatico;
nel 1978 Raccomandate – Genova Milano ed altre città.

Nessuna di queste macchine è rimasta in uso per molto tempo, ma solo pochi mesi e con discontinuità.

Fabio Bisogno
05.08.2020

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