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La Croce del Sud

di Sergio De Benedictis

Sul ponte dell’Endeavour, che veleggiava per la prima volta verso i mari del Sud, il capitano James Cook tratteneva a stento la propria inquietudine e si chiedeva in che modo nell’oscurità della notte avrebbe mantenuto la rotta. Se nell’emisfero settentrionale la navigazione era garantita attraverso l’individuazione della stella polare, fino ad allora un punto di riferimento per tutti i marinai, al di là dell’equatore cosa avrebbe indicato la rotta?

La stella polare, un vero regalo divino, senza la quale la storia delle conquiste e le sue conseguenze sarebbe stata assolutamente differente, era l'unico riferimento certo che aiutava i marinai a sapere dove fossero, dandogli rapidamente e facilmente uno dei dati necessari per conoscere la posizione delle loro navi: la Latitudine, con una accettabile esattezza. La Stella Polare unita ad ambizione e coraggio permetteva di partire e tornare… a volte!

Questi naviganti, mano a mano che si spostavano verso sud, vedevano che la loro stella polare si avvicinava pericolosamente all'orizzonte, notte dopo notte, fino a scomparire. Ma disegnando la mappa celeste delle nuove costellazioni che osservavano videro nuove stelle che formavano nuove figure.

In realtà si era già pensato ad una stella equivalente per l’emisfero Sud, la Sigma Octantis, visibile ad occhio nudo e la più vicina al polo sud celeste; ma la sua luminosità piuttosto debole non la rendeva un valido indicatore immediatamente utilizzabile per indicare la rotta.

Alla fine ne scelsero 3, più caratteristiche: CRUX, la croce del sud, CENTAURO, e CARINA, praticamente invisibili dall'emisfero nord. Della Croce del Sud si avevano notizie già da Tolomeo, per via di alcuni viaggiatori terrestri nel continente africano.

Si tratta di una costellazione strana. La più piccola di tutto il cielo e molto facile da identificare. Mentre la notte avanza questa croce gira, puntando sempre al Polo Sud con il suo lato maggiore, ma rimanendone sempre distante.

Per questo motivo venne convenzionalmente utilizzata come puntatore del sud la piccola ma brillante costellazione nota col nome di Croce del Sud, che presentava un perfetto allineamento in direzione Nord-Sud di sue due stelle: la γ Gacrux e la α Acrux.

I naviganti, molto pratici nelle loro cose, scoprirono subito che prolungando il suo asse maggiore 3 volte e mezza, si individuava una zona oscura, nera, della volta celeste, che era esattamente il polo Sud celeste. E ne furono tranquillizzati. Inoltre questa costellazione rappresentava un gigantesco orologio cosmico, girando intorno a questo punto indicava le ore della notte. Un lusso addizionale che la polare non dava, dovendosi invece affidare per questo all'Orsa Maggiore. Superstiziosi e religiosi i naviganti non ebbero dubbi nel chiamarla Croce!

Le stelle che la compongono a vista normale sembrano 4, appunto i 4 estremi della croce cristiana: era identificabile e questo bastava per l'uso notturno.

Essendo una costellazione dell’emisfero Sud la sua raffigurazione è particolarmente utilizzata dalle nazioni ubicate nell’emisfero australe.

La riscontriamo sulle loro bandiere nazionali. Tra le tante molte degli Stati che compongono l’Oceania e in quella del Brasile.


Pitney Bowes-GB “5000” 1972


E come vedremo di seguito la testimonianza nelle A.M. non manca certo.

Neopost Alcatel “Electronic” 1983


La Croce del Sud fu descritta per la prima volta nel 1516 dal navigatore italiano Andrea Corsali, che la definì “così leggiadra e bella che nessun altro segno celeste vi può essere paragonato”.

 


Roneo Neopost “505/405” 1969

Questa affrancatura meccanica è dell’Anglo Australian Observatory di Epping, nel Nuovo Galles del Sud che a suo tempo, attraverso una strumentazione molto sofisticata ed aggiornata, è stato in grado di aggiungere molte osservazioni sulle molte già accumulate nei secoli passati.

Hasler “Mailmaster” 1983 Tipo B

Sempre nel Nuovo Galles del Sud la locale Università nella sua impronta la riporta sia nel logo che nel punzone.

La Croce del Sud sembra sia apparsa nei mappamondi celesti dei cartografi olandesi Petrus Plancius (1552-1622), uno dei fondatori della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, e Jodocus Hondius (1563-1612) grazie al quale nel XVII secolo Amsterdam divenne la capitale europea della cartografia.

Nella seguente affrancatura notiamo come spesso la sua rappresentazione sia stata approssimativa con una distribuzione delle stelle alquanto dubbia rispetto alle definizioni date dagli astronomi.

Postalia “PS4” 1983


Tra le 88 costellazioni, che ricordiamo essere un concetto di comodo di cui si sono dotati gli astronomi nei loro studi, riconosciute dall’Unione Astronomica Internazionale, la nostra Croce del Sud è la più piccola.

Hasler “Mailmaster” 1983 Tipo B


Le stelle che la formano erano note già ai greci ed ai romani, poiché a causa della precessione degli equinozi erano visibili anche nei loro territori. All’epoca però non era assurta a rango di costellazione ma faceva parte delle zampe posteriori del Centauro.

Postalia “PS4” 1983

La Croce del Sud nella rappresentazione simbolica di questa affrancatura meccanica della Compagnia Marittima “Five Star Shipping & Agency Company” è alquanto infedele poiché le cinque stelle sono tutte uguali e disposte in maniera simmetrica; paragonabile forse ad un simbolo politico “ante litteram”.

Satas/Neopost “Electronic” 1985

Questa Agenzia Pubblicitaria australiana ha addirittura inserito nella sua ragione sociale il nome della costellazione...

Pitney Bowes “5000”, “6200” 1965 Tipo A

...al pari della successiva che riguarda invece uno dei più importanti network televisivi australiani.

Concludiamo con una curiosità che riguarda un nostro illustre compatriota.

Come faceva Dante a conoscere la costellazione della Croce del Sud?

Perché come abbiamo già precisato la costellazione è invisibile dall’Italia, ma alcuni versi del sommo Poeta, che certamente non aveva solcato i mari del Sud, hanno fatto pensare al contrario.

Francotyp “A9000” 1962

Così leggiamo nel primo canto del «Purgatorio» nelle due famose terzine (versi 22-27):

«I' mi volsi a man destra, e puosi mente
a l'altro polo, e vidi quattro stelle
non viste mai fuor ch'a la prima gente.
Goder pareva 'l ciel di lor fiammelle:
oh settentrional vedovo sito,
poi che privato se' di mirar quelle!
»

Fiumi d'inchiostro sono stati versati nel tentativo di trovare una spiegazione ragionevole a questo enigma in quanto la scoperta, l’identificazione e lo studio della Croce del Sud inizia tre secoli dopo l’Alighieri.

Ma con buona pace di quanti vogliono crederci, sembra assai poco probabile che le quattro stelle dantesche, che ricordiamo per Dante rappresentano le quattro virtù cardinali: giustizia, fortezza, prudenza e temperanza, si riferiscano a questa costellazione.

Al sommo poeta concediamo solo l’onore di esser stato forse l’involontario ispiratore del nome.

(Questo articolo è dedicato al Maestro di tutti noi meccanofili, Nino Barberis che tanti anni fa aveva montato una collezione su questo tema)

Sergio De Benedictis
30-06-2019

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