Il panda: un vegano tra gli orsi

Sergio De Benedictis

Animale tra i più affascinanti e curiosi del pianeta, con il suo aspetto tenero e goffo è entrato nel nostro immaginario e nei nostri cuori, soprattutto dei bambini.

Pur essendo parente stretto della famiglia degli orsi, la sua dieta è essenzialmente quella di un erbivoro. Infatti è ghiotto di germogli di bambù, unica dieta che permette la sua sopravvivenza.

 

Diffuso nei secoli passati in tutto il sud e l’est della Cina, oltre che nei vicini Myanmar e Vietnam settentrionale, a causa dell’espansione e dello sviluppo della popolazione umana, si è ritrovato confinato nelle fitte foreste di bambù e di conifere dei rilievi montuosi della Cina Sud-Occidentale, nella provincia di Sichuan.

 

 

A causa del rischio di estinzione, pericolo non ancora del tutto scampato, il panda è diventata specie protetta e grazie al suo aspetto bonario e sornione, è diventata la mascotte e il simbolo del WWF.

Ma al pari del canguro, come abbiamo visto nello scorso articolo, anche il panda è diventato simbolo di una nazione, di quella Cina che tanto “animalista” non è. Lo ritroviamo quindi raffigurato su alcune monete commemorative e nel 2008 ha offerto la sua immagine come simbolo della XXIX Olimpiade, disputatasi appunto in Cina.

Per molto tempo è rimasto un mistero il fatto di come, da animale carnivoro e dotato a tutti gli effetti di un apparato digerente da carnivoro, il panda potesse digerire tutto quel materiale fibroso; sembra infatti che il suo pranzo, anche se vegetariano, vari tra i 9 e i 14 chili al giorno di bambù, anche se poi ne digerisce solo il 17 per cento.

Da tempo gli scienziati sospettavano che la sua digestione fosse aiutata da batteri capaci di scindere la cellulosa. Solo di recente è stato appurato che l'apparato digestivo del panda contiene batteri simili a quelli presenti negli intestini degli erbivori, che lo aiutano in tal senso.

Ma allora, perché i panda sono diventati erbivori? Sembra che migrando in zone più elevate avrebbero adottato la dieta a base di bambù per non entrare in competizione con gli altri predatori già presenti nel loro nuovo territorio, come gli orsi tibetani. Infatti un panda, se offerto, non disdegna un boccone di carne ma certamente non fa nulla per procacciarsela.

I panda, nonostante la loro stazza, sono bravi scalatori e sanno anche nuotare. A differenza degli orsi, non costruiscono tane, ad eccezione di quando nascono i cuccioli, e non vanno in letargo. Se in cima alle montagne fa troppo freddo, ridiscendono fino a valle dove fa più caldo.

Hanno occhi di gatto e vedono molto meglio di notte; non per niente il suo nome in lingua cinese 熊猫 (xiongmao) ha il significato di “orso-gatto”. Dovendo triturare tutto quel materiale fibroso hanno un numero di denti pari a sette volte quelli di un essere umano e sono anche molto ampi. È provvisto di cinque dita e un pollice, quest’ultimo gli permette una migliore presa sul bambù e quindi la possibilità di meglio arrampicarsi sugli alberi.

I panda adulti in media sono alti circa 75 cm e lunghi circa 1.5 metri. Il loro peso può raggiungere i 150 kg in cattività. Le femmine sono più piccole e arrivano a pesare circa 125 kg in cattività.

Chiamarlo un “fannullone” sarebbe un complimento visto che nell’arco delle 24 ore alterna grandi dormite a pranzi luculliani.