Club
della Filatelia d'Oro Italiana
comunicato stampa del CFO pubblicato su
"il postalista"
COMUNICATO STAMPA n. 5 - PARERE N. 2/2010 - INVITO
N. 2/2010
COMUNICATO STAMPA n. 5
Oggetto: Inadeguatezza dei cataloghi filatelici italiani e irrazionalità
delle quotazioni in essi indicate in quanto avulse dal mercato
Concluse positivamente tutte le procedure previste dallo Statuto, che hanno
comportato l’elaborazione progressiva collettiva, e quindi la totale e
qualificata condivisione del testo e dei contenuti, da parte dei 102 Soci
iscritti, sentito il parere dei Soci simpatizzanti, il Club della Filatelia
d’Oro Italiana è pervenuto all’emissione del secondo PARERE e del relativo
INVITO che si allegano al presente comunicato e che sono altresì visibili nel
sito sociale www.clubfilateliaoro.it
Il parere ed il conseguente invito affrontano il tema più sentito dai
collezionisti italiani di francobolli, ovvero il rapporto tra valore teorico
espresso dal catalogo e prezzo reale di mercato, ormai notevolmente inferiore
rispetto a quello indicato da tutti i cataloghi nazionali.
A fronte dell’assoluta confusione che tale situazione sta creando ormai da anni,
ed alla constatazione che detto fenomeno non accenna a regredire, disorientando
e quindi scoraggiando i collezionisti, il Club ha ritenuto doveroso esprimersi
in merito a questo aspetto assolutamente centrale per il futuro della filatelia,
emettendo uno specifico ed articolato invito conseguente alle argomentazioni
sviluppare nel Parere.
Si è ritenuto necessario, a tutela del collezionismo e dei collezionisti,
proporre agli operatori interessati una moratoria da dedicare alla
ristrutturazione dei cataloghi che, a parere del Club, non potrà prescindere da
un rimodellamento dei parametri che concorrono alla formazione del prezzo,
riportando tutti i valori alla massima chiarezza e leggibilità, anche in
relazione alla “qualità media” presa in considerazione.
Il Club si dichiara disponibile ad ogni fattiva collaborazione con gli operatori
interessati ed in particolare con gli Editori di cataloghi e si augura che i
destinatari di questo invito lo accolgano con lo stesso spirito costruttivo e di
servizio con il quale è stato emanato.
Si confida nella sensibilità di tutte le componenti istituzionali del mondo
filatelico, affinché nell’interesse generale e con l’obiettivo comune di
proiettare la filatelia in un futuro di espansione e crescita, si possa
procedere alla formulazione di cataloghi che costituiscano un valido strumento
di sviluppo culturale del settore, attraverso un’esposizione concettualmente
chiara e con la formulazione di prezzi rispondenti alla realtà di mercato.
Il Club della filatelia d’oro italiana auspica che queste iniziative possano
concretizzarsi nel corso del prossimo anno, per rispondere tempestivamente ad
un’esigenza di chiarezza molto sentita dai collezionisti ed indispensabile per
lo sviluppo economico e sociale del collezionismo, la cui crescita è altresì
sicura garanzia di prosperità delle Aziende e di tutte le componenti editoriali
e commerciali.
PARERE n. 2/2010
PREMESSA
I cataloghi dei francobolli italiani, in edizione italiana, esistono fin dagli
ultimi decenni del 1800 quando avevano prevalentemente una funzione di listino
prezzi. Il tentativo di svincolare la catalogazione da interessi commerciali, il
più importante avvenuto nel 1923 con il famoso “Catalogo della Vittoria”, non ha
trovato realizzazione sostanziale.
E’ un fatto notorio che in Italia gli editori di cataloghi filatelici, in modo
diretto o indiretto, sono anche commercianti di francobolli o comunque soggetti
a vario titolo interessati al commercio filatelico. Tutti i cataloghi quindi
sono soggetti, non solo per quanto attiene alle quotazioni, ma anche alla
inclusione o meno di alcuni francobolli, alla numerazione, classificazione e
definizione dei francobolli e delle loro varianti a preponderanti interessi
commerciali.
CATALOGAZIONE ED INFORMAZIONE TECNICA
I cataloghi, nel tempo (quasi 150 anni!), si sono arricchiti di molti dati ed
informazioni tecniche: qualche volta carenti, altre volte ridondanti o
opinabili, ma generalmente molto utili al collezionista.
Quanto alla completezza delle informazioni, con significative differenze tra
catalogo e catalogo, è opinione del Club della filatelia d’oro italiana che non
si rilevino palesi carenze se non nell’area dei saggi e delle prove anche in
considerazione del modificarsi degli interessi collezionistici (oggi la
collezione di francobolli sciolti – nuovi e/o usati – rappresenta meno di un
quarto del mercato filatelico).
Quanto alla corretta catalogazione, nella sua accezione più completa, il Club ha
diverse perplessità, differenti a seconda del catalogo preso in considerazione,
ma naturalmente non è questa la sede per una dettagliata analisi. E’ comunque
opinione del Club che, malgrado una standardizzazione di catalogazione sarebbe
auspicabile nell’interesse dei collezionisti e della filatelia in generale,
questo obiettivo oggi non sia realisticamente perseguibile perché differenti e
variegati sono gli interessi commerciali dei vari editori e non sembra che al
momento esistano le condizioni per ripetere esperimenti come quello citato in
premessa del 1923.
DEFINIZIONE DI QUALITA’
La definizione di qualità si lega alla problematica della quotazione, infatti è
essenziale comprendere chiaramente a quale livello di qualità si riferisce la
valutazione espressa dal catalogo: oggi purtroppo, ogni catalogo dà definizioni
diverse ed usa criteri ed aggettivi qualitativi diversi. Per gli antichi stati,
per esempio, l’Unificato propone QUATTRO livelli di qualità: uno che rappresenta
la quotazione del catalogo, due che la aumentano ed uno che la riduce (nel
regno, per i dentellati, indica per ogni serie una percentuale di aumento della
valutazione per le migliori centrature); il Sassone ne propone SETTE: uno che
rappresenta la quotazione del catalogo, uno che la aumenta e cinque che la
riducono (nel regno, per i dentellati indica delle quotazioni, per ogni serie,
basate su parametri per la centratura differenti); Vaccari propone CINQUE
livelli di qualità: uno che rappresenta la quotazione del catalogo, uno che la
aumenta e quattro che la riducono; Bolaffi usa un sistema molto complesso, non
riassumibile in poche righe e comunque non paragonabile a quelli precedentemente
riassunti. E’ chiaro che in questa situazione è praticamente impossibile
confrontare le quotazioni di un catalogo con quelle di un altro a parità di
livello di qualità.
E’ opinione del Club che questa situazione sia estremamente dannosa e
controproducente poiché il collezionista si trova, di fatto, a non poter
comprendere né “apprezzare” il significato sostanziale delle quotazioni di
catalogo e a non poter confrontare le varie fonti. Se a questo si aggiunge il
problema del linguellato/non linguellato ed il differente criterio usato per la
quotazione delle varietà, il quadro diventa veramente incomprensibile e
desolante.
QUOTAZIONE
Cosa sia la attuale quotazione di catalogo non è dato sapere: certo non è né il
prezzo di vendita né il “valore medio di mercato”. Se si prendono in esame i
risultati delle aste pubbliche (unici dati pubblicati), anche limitando
l’analisi ai francobolli più frequentemente offerti, ci si rende conto che i
prezzi di realizzo si aggirano (a seconda del catalogo di riferimento che si
voglia usare) ad un valore compreso tra il 10 e il 25 percento del catalogo:
quando ben si aggiungano i diritti d’asta pari al 20 percento si perviene ad un
valore “effettivo di mercato” tra il 12 ed il 30 percento delle valutazioni di
catalogo: sicuramente sempre molto meno della metà della valutazione di
catalogo. E’ anche vero che esistono rarissimi casi dove, in sede d’asta, le
aggiudicazioni raggiungono e talvolta superano le quotazioni di catalogo, ma si
tratta di casi del tutto eccezionali riferiti a materiale molto raro che, in
quel momento, viene conteso da collezionisti ben disposti economicamente.
E’ opinione del Club che, in questa situazione, i collezionisti, specie i meno
esperti e gli eventuali nuovi collezionisti, siano esposti a grossi rischi di
raggiro da parte di commercianti o venditori improvvisati poco seri che
purtroppo non mancano nel panorama attuale del commercio filatelico tradizionale
ed on-line. Il Club considera questa situazione totalmente inaccettabile perché
dannosa per tutti gli operatori seri del settore e per il collezionismo in
particolare che, per svilupparsi in modo sano, ha bisogno di certezze e non di
zone d’ombra ove si annidano incertezze e ambiguità economicamente pericolose.
Inoltre, a fronte della poca significatività sostanziale dei prezzi attualmente
evidenziati, non si vede per quale motivo un collezionista dovrebbe acquistare
un catalogo che, oltre tutto, viene pubblicato ogni anno con uno spreco
economico di stampa, distribuzione e pubblicità che è veramente enorme e viene,
di fatto, scaricato sul collezionista.
ALCUNE QUOTAZIONI PARTICOLARMENTE “FUORI MERCATO”
Ancor più lontane dalla realtà rispetto a quanto sopra esposto, a giudizio del
Club, risultano le valutazioni dei francobolli usati, specialmente della
repubblica (il cui mercato è quasi scomparso e che, al contrario, potrebbe
rinascere sulla spinta di una maggiore accessibilità).
Ugualmente esagerate le quotazioni delle coppie, strisce, quartine ed altre
combinazioni: oggetti un tempo attivamente ricercate, ma che oggi hanno scarsa
domanda (specialmente ai prezzi indicati).
Ancora più lontane dalla realtà risultano le valutazioni degli annullamenti.
Assolutamente senza significato, a giudizio del Club, risultano le valutazioni
“su busta” che, con lo sviluppo della storia postale, avrebbero necessità di
prendere in considerazione parametri molto più complessi. E’ ben noto che il
valore di una busta è funzione della sua affrancatura (che non è certo la somma
dei valori dei singoli francobolli che la compongono), ma anche della tariffa
postale, del periodo tariffario, ecc.
IN SINTESI
E’ opinione del Club della filatelia d’oro italiana che i cataloghi così come
oggi concepiti e con le attuali quotazioni siano un freno allo sviluppo della
filatelia e che spingano alcuni collezionisti (specie dopo la esperienza
avvilente della vendita di una collezione) ad allontanarsi da questo
meraviglioso hobby. Solo un chiaro adeguamento delle quotazioni alla realtà del
mercato potrà contribuire ad un rilancio della filatelia italiana.
INVITO n. 2/2010
A seguito di quanto pubblicato nel Parere n° 2 avente per oggetto “Inadeguatezza
degli attuali cataloghi dei francobolli dell’area italiana”, il Club della
filatelia d’oro italiana INVITA:
GLI EDITORI DEI CATALOGHI DEI FRANCOBOLLI DELL’AREA ITALIANA a:
1. Astenersi per un anno dalla pubblicazione dei cataloghi (non pubblicare
quindi l’edizione 2012 nell’anno 2011) e dedicare questo tempo ad una radicale
revisione dei cataloghi stessi preceduta da un approfondimento attraverso una
serie di lavori di gruppo che coinvolgano la AFIP, la FSFI e le principali
Associazioni nazionali di collezionisti (il Club della filatelia d’oro italiana
si dichiara fin d’ora disponibile a collaborare con una rappresentanza del suo
Consiglio Direttivo) al fine di raccogliere le opinioni sui contenuti del
catalogo, sulla impostazione del catalogo stesso, sulla percezione sostanziale
delle attuali quotazioni, chiaramente fuori dalla realtà di mercato come ormai
conclamato ed affermato da tutti gli addetti ai lavori.
2. Procedere ad una revisione delle quotazioni per riportarle alla realtà dei
prezzi di mercato.
3. Ridurre la periodicità della pubblicazione dei cataloghi (biennale o, meglio
ancora, triennale) fintanto che l’inflazione nazionale ufficiale sia inferiore
al 5% annuo.
4. Specificare chiaramente se il catalogo da loro edito è inteso come “listino
prezzi” dell’editore/commerciante dove le valutazioni sono l’effettivo prezzo di
vendita ai collezionisti e la base per l’acquisto (a prezzo naturalmente
inferiore – bene sarebbe indicare una percentuale orientativa) per i loro
acquisti dai collezionisti oppure se il catalogo è inteso come
rappresentazione/proiezione dei prezzi medi di mercato del periodo.
5. Basare le quotazioni su una qualità (quanto a centratura) “normale” (dandone
una definizione semplice e comprensibile a tutti per ognuna delle principali
categorie di francobolli in base al periodo di emissione ed ai sistemi di stampa
dell’epoca) ed indicando una percentuale o un range di aumento (uguale per tutti
i francobolli) per qualità “lusso” ed una percentuale o un range di riduzione
per qualità “mediocre”. Si invita a precisare che i francobolli difettosi non
hanno alcun valore economico: valore minimo possono averlo solo quei francobolli
difettosi, ma molto rari (per questi dovrà valere solo la legge della domanda e
dell’offerta). Per la qualità del retro (linguellato o meno) le quotazioni
dovrebbero essere per esemplari con linguella fino al 1944 (con indicazione
della percentuale di incremento, uguale per tutti i francobolli del periodo, per
gli esemplari senza linguella) e per esemplari senza linguella dal 1945 in poi
(con indicazione della percentuale di decremento, uguale per tutti i francobolli
del periodo, per gli esemplari linguellati). Si invita ad usare la stessa logica
anche per le quotazioni delle varietà. Solo per alcuni francobolli
particolarmente rari le percentuali di aumento o decremento potrebbero essere
segnalati a parte. Si invita inoltre vivamente ad istituire una valutazione per
i francobolli nuovi senza gomma almeno fino al 1954 (potrà essere espressa anche
come percentuale degli esemplari con gomma o percentuale degli esemplari usati).
6. Modificare la quotazione “su busta” riferendola esclusivamente alla
quotazione del francobollo isolato che soddisfi la tariffa più comune (che dovrà
però essere indicata). Si invita alla produzione di nuovi cataloghi di storia
postale che tengano conto non solo della affrancatura, ma anche della tariffa e
del periodo tariffario. Le quotazioni delle affrancature filateliche o buste
primo giorno possono essere indicate con un elenco di tutte le emissioni a fine
catalogo.
7. Togliere dal catalogo tutte le emissioni di cui non ci sia documentazione
certa della approvazione della autorità competente nonché quelle che non hanno
mai avuto uso postale effettivo (Corpo polacco, molti CLN, alcune occupazioni,
ecc.) e quelle emissioni che non hanno nulla a che vedere con l’area italiana
(regno di Libia, Somalia indipendente, ecc.).
8. Arricchire il catalogo con i dati e le quotazioni dei saggi e delle prove
ufficiali dei francobolli.
LE CASE D’ASTA FILATELICHE a:
non indicare le quotazioni degli attuali cataloghi (almeno fino al loro
auspicato ammodernamento) nei loro cataloghi d’asta, indicando invece un valore
di stima che rappresenti la interpretazione del valore di mercato del momento da
parte della casa d’asta: in alternativa non indicare alcuna valutazione e
limitarsi ad indicare il valore di base d’asta.
I COMMERCIANTI FILATELICI a:
non indicare le quotazioni degli attuali cataloghi nelle loro offerte ai
collezionisti, ma limitarsi al prezzo di vendita.
I COLLEZIONISTI a:
usare con estrema cautela le quotazioni indicate sugli attuali cataloghi dei
francobolli dell’area italiana essendo riconosciuto ormai da tutti gli addetti
ai lavori che non rappresentano, neanche lontanamente, i prezzi di mercato e
contengono definizioni di qualità spesso improprie e/o incomprensibili.
Il presente invito è indirizzato agli editori dei cataloghi dei francobolli
dell’area italiana, alle case d’asta filateliche, ai commercianti filatelici ed
ai collezionisti tutti e sarà diffuso attraverso un comunicato stampa agli
Organi di informazione.
CLUB DELLA
FILATELIA D’ORO ITALIANA
Giuseppe Di Bella
dibellacagliari@gmail.com