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47° Premio Internazionale Asiago d'Arte Filatelica

Comunicato a cura di Danilo Bogoni

 

L’arte di due artisti, per giunta fratelli, caratterizza il Premio internazionale Asiago d’arte filatelica di quest’anno. Approdato all’edizione numero 47, l’evento promosso dal Circolo filatelico e numismatico “Sette Comuni” presieduto da Maurizio Stella, porta infatti la firma dei fratelli Giò e Arnaldo Pomodoro, fra i più importanti interpreti dell’astrattismo.

Dell’orafo e scultore Giò, il primo italiano a vincere il premio internazionale alla carriera Contemporary sculpture award, che per le sue opere predilesse ampie aree fluttuanti in bronzo e grandi blocchi scolpiti nel marmo o squadrati con rigidezza nella pietra, è il trofeo che domenica 2 luglio in Palazzo Municipale, andrà al Paese che nel corso dello scorso anno ha prodotto quella che il collegio giudicante ha ritenuto essere la più bella, la più indovinata emissione del pianeta.
Arnaldo Pomodoro, uno dei più importanti scultori italiani che ha da poco spento la novantunesima candelina, ha invece firmato l’artistico annullo di San Marino. Internazionalmente apprezzato per l’inconfondibile cifra fatta di geometrie e lucenti riflessi, come le sfere che, come è stato scritto, riempiono “di luce e di impeto trattenuto nella materia il Cortile della Pigna dei Musei Vaticani, piazza Garibaldi a Pesaro lo spazio dinanzi alla Farnesina. Ma anche il piazzale delle Nazioni Unite, a New York o di fronte al Trinity College dell’Università di Dublino”.

Ecco – spiega l’artista - ciò che mi muove nel fare le sfere: rompere queste forme perfette e magiche per scoprirne (cercarne, trovarne) le fermentazioni interne misteriose e viventi, mostruose e pure così provoco col lucido levigato un contrasto, una tensione discordante, una completezza fatta di incompletezze. Nello stesso atto, mi libero di una forma assoluta. La distruggo. Ma insieme la moltiplico”.

Non meno note e apprezzate le “ruote”, ispirate dalla visione di un vecchio calendario azteco osservato durante un lungo viaggio in Messico, nel 1961. che rappresentano “il punto iniziale per il passaggio alla cultura tuttotondo”.
Alla natura, attraverso la pernice bianca, l’unico uccello alpino delle dimensioni di un piccione ad avere ali interamente bianche (d’estate il resto del corpo è grigio o brunastro, mentre in inverno la livrea è totalmente candida, eccezion fatta per le penne esterne della coda che sono nere) illustra su disegno dell’ormai veterano Pino Barolo, l’annullo di Poste Italiane. Invisibile sulla neve, d’inverno in estate il colore bruno che assume porta a confonderla con il terreno. Un accorgimento “importante per difendersi dai predatori, considerato che la pernice bianca passa la maggior parte del tempo a terra, alla ricerca di cibo. Simbolo della montagna italiana, vive a oltre 1.800 metri nidificando fino a 2.800 metri in piccole buche del terreno sotto le pietre o tra gli arbusti.

Parlando del bello della sua esperienza di cacciatore Mario Rigoni Stern, per oltre quarant’anni autorevole ed apprezzato componente del collegio giudicante dell’Asiago, in un’intervista confidò di camminate ore e ore “prima dell'alba, e poi magari tornare a sera senza aver neanche sparato a una pernice bianca.

Entrambe le obliterazioni inneggiando al Premio internazionale Asiago d’Arte filatelica, la cui presidenza è stata affidata al professore Gaetano Thiene, luminare della medicina, che dallo scorso anno guida la prestigiosa Accademia Olimpico di Vicenza. Quarantasettesimo della serie, l’Asiago dentellato va al miglior francobollo in assoluto, ai migliori contributi alla diffusione del turismo e della coscienza ambientale, del rispetto della natura dei suoi abitanti.
Il quadro dei riconoscimenti è completato da due premi “accademici”: quello dell’Accademia Olimpica che nel francobollo da laureare ha scelto la cultura e quello della creatività fatta propria dall’Accademia italiana di filatelia e storia postale, che ha in Franco Filanci il suo presidente.

Per parte sua il Circolo filatelico e numismatico “Sette Comuni” dall’1 al 7 luglio, in quella che un tempo fu la Stazione ferroviaria, da tempo trasformata nel palazzo della Comunità Montana allestisce la consueta mostra. Ad ingresso gratuito (sabato e domenica 9 -12.30 e 16-18; lunedì -venerdì 16 – 19) la rassegna propone pagine scelte della collezione di Giuseppe Badin che passa in rassegna errori postali a gogò.