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FILATELIA A SPASSO
ovvero problemi fuori dalla porta
di Giorgio Landmans

Cosa vuol dire? Io capisco e perciò sono intelligente (il latino insegna e così si suole spiegare).
Noi uomini non mettiamo in dubbio il nostro saper capire, salvo che non si tratti di materia a noi del tutto astrusa ed in questo caso ci trinceriamo dietro un ineffabile sorrisino che significa che non ci lasceremo prendere da eventuale discussione. Noi non conosciamo la materia e perciò potrai dire quello che vuoi ed io me ne disinteresserò.
Noi ci siamo costruiti in tanti anni la nostra mente, ed il nostro attuale stato d'essere è in funzione e legato dalle nostre personali esperienze. Gli studi, la letteratura, hanno influito, ma è stata necessaria ogni volta la nostra accettazione. L'accettazione delle nostre singole precedenti esperienze ci portano a negare a priori il nuovo. É proprio in base a quanto abbiamo in precedenza accettato e quindi introdotto in noi come incontrovertibile verità quello che noi siamo in questo momento.
Ora, dopo tanta stupida campagna circa la filatelia intesa come «oggetto da investimento, bene rifugio» mi è difficile sostenerne un diverso lato e punto di vista. Ormai soldi e filatelia paiono legati indissolubilmente, matrimonio sacrale, nei cervelli nostrani. E da qui ne nascerà che ben pochi vorranno seguire questo mio pensiero.
Non serve che io racconti la mia vita, le mie aspirazioni. Non serve che io mi dilunghi in più o meno fantasiose mie elucubrazioni.
Ora vorrei poter parlare come direi ad un bambino ancora assetato del voler capire, ma so che sto parlando a chi sa già tutto quel che dirò, e sfodererà tutto il suo passato pronto a controbattere ogni mia virgola.
Però, dopo che avrò finito di esprimere il mio pensiero, potrebbe succedere che qualcuno, dopo aver negato a priori quanto stavo sostenendo, sarà portato ad estrarre qualcosa dalle mie parole e in parte forse sceglierà di ricondizionare il suo pensiero e di conseguenza il suo agire.

Cos' è quel qualcosa che ci spinge ad accumulare qualche oggetto? Il timore del futuro? E non pensiamo che il futuro umano ben difficilmente è controllabile dal singolo o da una particolare aggregazione di individui? Che cosa ci dice l'esperienza? I tempi passati? Qualcuno che ha raccolto attentamente qualche oggetto (non parlo per ora di francobolli) e ne ha fatto una vera collezione, ne ha alimentato, talvolta in modo più che notevole, il primitivo costo e/o l' ipotetico valore. Cosa significa? Nient' altro che dopo di lui altre persone - particolarmente danarose - vollero possedere quanto quella persona aveva raccolto. Nacquero così più o meno baldanzose aste che poi diedero sorta a particolare lustro alle cose da taluni avevano raccolto.

Oggi c'è che raccoglie i primi dischi, le prime riviste, il modernatoriato e così via. Tutti in attesa del prossimo salto di valore. E poi molti se ne vanno ed i nipoti tentano di realizzare e, accorgendosi di avvenute diverse mode, non sanno che farsene di quella mania del nonno.
La moda di voler incitare il collezionista di francobolli a credere in questo gioioso futuro economico, alimentato dalle grasse parole e di vanagloriose promesse di un qualche venditore o di un qualche sprovveduto giornalista affamato di notizie che possano diventare per lui il boom da fargli vincere qualche famoso premio ...quindi gli si aprirà quel sicuro luminoso futuro....(o più materialmente qualche contemporanea lascita più o meno monetaria).
Uomini siamo. Costruiti siamo sulle basi del più recente passato. Ma sempre alla ricerca di qualcosa che ci possa rendere un po' più vivibile questa vita diventata oggi quasi sorda per la continua inevitabile guerra con il vicino. Certe lontane leggi morali tramandateci giocano anch' esse in noi un loro ruolo. Così diventiamo un po' meno aggressivi di quanto Kant aveva sostenuto essere la reale natura dell'uomo.

Sta di fatto, al di fuori di tutte queste considerazioni, che la vita d' oggi, specie nel mondo detto più evoluto, sta diventando ogni giorno più stressante. I ritmi diventano sempre più frenetici. Ogni giorno diventa sempre più difficile vivere in comunità perfino con se stessi. Avrei dovuto fare ... volevo fare, ma il capo ...., avrei fatto, ma .... non si contano più. Rimbrotti che restano nella mente e ci urtano, noi, quasi presenze incoscienti, ma pur qualcosa ci lasciano dentro. Noi non sappiamo. E proprio là dove crediamo di sapere.
La vita si è allungata, è vero. Ma le ragioni sono ben diverse: lo studio di quel qualcosa ha portato i suoi frutti. Generosi talvolta e forse talvolta anche troppo.

Ora vorrei parlare ad un amico ed all' amico si dà del TU.
La tua giornata. Lavori, torni a casa. Arriva anche tua moglie, anche lei dal lavoro. Tuo figlio piange. Ha fame. Tu capisci che lui ha fame, ma qualcosa ti incita a dirgli di aver pazienza: le cose si hanno da fare, ogni cosa al suo momento, nulla al mondo si autocostruisce , si deve fare ...
Si mangia e tu mangi. Si accende la televisione e tu vedi la televisione. Vorresti cambiare canale: stanno trasmettendo qualcosa che a te non interessa, ma devi accettare: a qualcuno interessa. Così finisci per subire. E in te nasce un poco di ribellione. Oppure cambieresti canale ma questo lo dovrà subire tua moglie o tuo figlio...
É questo il momento del quale ti voglio parlare. Qualcuno forse ripercorrerà mentalmente quel suo momento e ne rimuginerà il percorso Penserà e forse ad un certo livello ripenserà e ripenserà quasi astrattamente e così forse si accorgerà di aver percorso certe lunghe interiori tensioni nel silenzio.

Non sarebbe stato più semplice che tu - ora parlo solo per te - avessi avuto in queste tue ore di libertà un qualche tuo gioco? Sì un gioco che abbia la capacità di occupare totalmente la tua mente allontanando ogni altro pensiero, ogni altra idea dell' aver dovuto subire qualcosa da altri ? O quel problema di rapporto con altri nella tua attività ? I dipendenti vogliono più soldi ? Il datore di lavoro non vuole dare più soldi? Il meccanismo esistente nel tuo lavoro si inceppa? In casa le richieste di denaro si fanno sempre più insistenti?
Se tu ti fossi organizzato un tuo personale gioco, e quel gioco costringesse la tua mente alla massima attenzione, il tuo cervello, il tuo pensiero verrebbero allontanati, almeno per un certo tempo, da quei problemi esistenziali sorti ieri, oggi, sempre. Finisci il tuo gioco poi una certa stanchezza fisica ti porterà a letto. Sogna pure quel che la tua mente ti passerà. ma la mattina seguente, quando riprenderai in mano i problemi sorti il giorno prima, questi ti appariranno in nuova luce e riuscirai a giudicare quale essere per te la soluzione più indicata. Non è magia: la mente ha bisogno di una pausa, solo di una pausa. Poi verrà il giudizio.
Il curare una raccolta di francobolli, tra le molte possibilità che esistono, scelta tra le tue simpatie (e non una raccolta di francobolli che domani ...), possiede la magia di staccare il tuo pensiero dalle ansie. Quel francobollo ha tutti i suoi dentelli, ha la filigrana giusta ... e forse quel segno nella stampa potrebbe essere una varietà? Quella lettera, il testo che dice? potrebbe essere stata scritta da un personaggio particolare o da una certa località, la data di partenza o quella di arrivo potrebbero coincidere con una data di interesse storico?
I francobolli ti permettono di scegliere: ti piace la storia del tuo o di qualche altro Paese? Ti piacerebbe vedere illustrati degli insetti, uno sport, combinare una collezione di farfalle, di cavalli, di avvenimenti collegati tra di loro? Ed intorno a questi magari scrivere, disegnare, riportare fotografie illustrazioni, articoli ?....
Una pausa nella tua giornata.
Palloncini colorati sospesi in aria... e non pensare alle illusioni di rimpinzamento delle tue tasche.....   É possibile fare una nutrita collezione di francobolli anche con pochi soldi. Ma quanti vantaggi per la tua mente e per la tua esistenza .....


Giorgio Landmans
 

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