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Questo francobollo venne ideato da Iuliu Popper, nato a Bucarest nel 1857 in un'agiata famiglia ebrea proveniente dalla Polonia. Sua madre Hanna aveva sposato Naftali, un intellettuale di primo piano che conosceva diverse lingue ed aveva fondato la prima scuola israelita nella capitale rumena, con un programma di formazione avanzata rispetto a quei tempi, suscitando l'indignazione degli anziani ortodossi perché non insegnava in ebraico ma in yiddish, rumeno e tedesco.
Il giornalismo era un'altra attività del padre: un settimanale liberale, bilingue pubblicato in rumeno-yiddish, titolato "Il Tempo" che durò solo tre mesi perché fu boicottato dal settore ebraico più conservatore. La vita non era facile per un giovane appartenente ad una comunità come quella della minoranza giudea di Bucarest nella metà del XIX secolo. Pur avendo frequentato il collegio di suo padre e l'Università Politecnica di Bucarest, Iuliu non ottenne il diploma in quanto semita. Emigrò in Francia dove studiò al Politecnico di Parigi presso l'École supérieure di ponti e strade e finalmente ottenne la laurea di ingegneria mineraria. In quella fase diede, a pagamento, lezioni di tedesco, rumeno e yiddish per poter frequentare alla Sorbona corsi aggiuntivi di italiano, latino, greco, fisica, chimica, meteorologia, geologia, geografia, etnografia e in questa sede - curiosamente - per la prima volta incontrò la parola "Patagonia". Ottenuto il titolo di studio decise di viaggiare per conoscere nuovi paesi recandosi prima a Costantinopoli, poi in Cina, Giappone, Siberia, Alaska e Canada. Nel 1882 soggiornò a Cuba per collaborare ad un piano urbanistico per L'Avana ed il suo porto; si trasferì poi a Messico City, dove iniziò la carriera giornalistica. Nel biennio 1884-1885 lavorò come redattore del "Diario de los Forasteros", periodico delle minoranze straniere e, dopo aver fatto diversi lavori cartografici, si trasferì in Brasile ove apprese che era stato scoperto l'oro nelle Terre dello Stretto di Magellano.
Senza esitazione decise di recarsi immediatamente a Buenos Aires e si insediò in calle Cavalle 554-562. Nei primi mesi del 1886 una compagnia mineraria gli propose di effettuare una seria prospezione geologica della Tierra del Fuego. Ventotto anni da poco compiuti, la primavera, l'ignoto, il territorio poco esplorato, la terra mitica, l'oro e le leggende esplodono in lui, spingendolo verso quelle lande soprannominate "la fine del mondo". Nell'ottobre del 1886 sbarcò nella sognata Terra del Fuoco; ci rimane ignoto cosa abbia poi ha fatto in quell'anno. È invece noto che, un anno dopo, apparve in Buenos Aires presso l'Istituto Geografico Argentino ove, il 5 marzo 1887, tenne una pubblica conferenza sicuramente molto convincente, visto che ha generato la fondazione della Compañìa Anónìma Lavadores de Oro del Sur. I suoi membri appartenevano alla società locale: Bernardo de Irigoyen, José María Ramos Mejía, Joaquín M. Cullen, Ayerza Alfonso, Thomas A. Le Breton, Emilio Lamarca, l'élite di chi era al centro delle cronache, dei politici e anche dei benestanti. La zona dove effettuò la mappatura si riconosce ancora oggi dai nomi dati alle montagne ed ai fiumi da lui "scoperti". Leggendo una carta geografica della "Tierra" si possono notare appellativi rumeni come Rio Rosetti, Ureche Rio, picco di Lahovary, Punta Sinaia, la sierra Sylva del Carmen e Tierra Popper. Iulio era un astuto avventuriero molto chiacchierato e, avendo numerose vicende legali in sospeso, decise di rimanere per un po' di tempo in quei luoghi, associandosi ad alcuni personaggi senza scrupoli per sfruttare l'oro della Tierra del Fuego. Per facilitare le transazioni, e alimentare la leggenda dell'uomo potente negli affari - ideò nel 1889 - i due dischetti d'oro con il suo nome.
Individuo molto intelligente, aveva intuito che poteva guadagnare grandi somme organizzando un servizio di corriere e pensò di farsi un suo particolare francobollo, come quelli di Charles-Marie David de Mayréna che si era autodefinito re di Sedang. Queste "vignette", che aveva avuto occasione di ammirare mentre era nella capitale argentina, furono la sua rovina. Egli decise di attuare quella nuova attività definendola "messaggeria postale". Era il 1891, non il 1887 come da taluni affermato. Disegnato dal litografo austriaco Rudolph Soucup, fu stampato dalla Tipografia Juan H. Kidd y Ca. Lmd. di San Martin 351 a Buenos Aires. L'immagine rappresenta un francobollo da 10 centavos, 0,10 centigrammi di oro, un pagamento fatto a Popper per il trasporto della corrispondenza. I minatori erano pagati in polvere di oro e non possedevano denaro. Il francobollo serviva per controllare la corrispondenza dei dipendenti delle società: "Auricote", "il Moro", "Rio Grande", "San Sebastián", "Carmen Sylva" (pseudonimo della regina di Romania), "El Páramo" e "Colonia Popper", che gestivano lo sfruttamento delle miniere di oro esistenti nell'Isla Grande della Tierra del Fuego, un arcipelago situato all'estremo sud del continente americano, all'epoca possedimento argentino. Si conoscono due tirature: la prima è facilmente riconoscibile per la dentellatura difettosa. I dispacci, inoltrati a Buenos Aires, venivano poi inviati alla loro destinazione nei territori del Nord America. Esistono molte lettere, provenienti dalla "Terra del Fuoco", che hanno affrancatura del Cile e questo è dovuto al loro avvio a Punta Arenas - il porto cileno di scalo per le navi che attraversavano lo Stretto di Magellano - ove Potter aveva un suo fiduciario. Ricordiamo che, a quei tempi, non esisteva ancora il Canale di Panama. Francobolli nuovi ne esistono a migliaia …autentici, dubbi, ristampe e falsi…molti falsi! Al contrario di quanto si possa pensare, non hanno un prezzo proibitivo: si possono acquistare per 5/10 dollari USA. Lettere realmente viaggiate con questo anomalo francobollo sono molto rare e non tutti i cataloghi lo segnalano perché la sua emissione non fu autorizzata dall'Amministrazione Postale dell'Argentina. Possedeva più oro Popper che il Governo. Egli coniò quelle monete e tentò di creare un nuovo stato indipendente. Per questo venne accusato di frode al Tesoro. Fu processato e condannato. A trentasei anni morì improvvisamente nella sua casa sita in San Miguel de Tucumán 373. Era il 6 giugno 1893. Circolò subito la voce che fosse stato assassinato ma (ufficialmente) venne pubblicato, sui giornali, che aveva avuto una crisi cardiaca! La sua salma fu inizialmente sepolta nel mausoleo della famiglia Ayerza e più tardi trasferita in un altro sito di La Recoleta, sempre in Buenos Aires. Questa vicenda, che pare un feuilleton ottocentesco, è invece una cronaca di fatti realmente accaduti. Potrebbero intitolarsi: "La vera storia dell'ebreo errante".
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