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Bocca di rosa a Sinalunga
Fabrizio Finetti

Più di una preoccupazione desta nel paese chianino lo scandaloso comportamento di Anna Lorenzini, che facendosela con uomini sposati, turba le coscienze dell’intera comunità. Partono le denunce. Due anonimi cittadini si decidono a impugnare carta e penna perché non possono più tollerare lo stato delle cose, anche se ciò che li fa arrabbiare maggiormente sembra essere il lassismo delle autorità. Se la vicenda umana ha per teatro l’intero paese, quella epistolare si svolge nel fazzoletto di metri che separa la buca delle lettere dal palazzo Pretorio. Conoscendo lo scenario, mi piace immaginare i misteriosi delatori, protetti dall’oscurità, imbucare le loro lettere al veleno e scomparire nei vicoli.

 

16 APRILE 1849

AL CITTADINO PRETORE DI ASINALUNGA

Cittadino

La cattiva condotta che tiene la ragazza Anna Lorenzini, mi obbliga di rivolgermi a voi perché ci rimediate, e togliete questo scandalo giacchè le sue relazioni e tresche sono tutte con uomini ammogliati; il Pinzuti lo tiene per copertoia, e per quanto abbia tutta la libertà che crede nella propria casa pure si serve ancora di case terze cioè, casa Salvini, Pasquini, alle mura in più posti, in casa della serva del Pasquini, e ai mori e per assicurarsi meglio di ciò che le dico ne po fare testimonianza il Gonfaloniere Ghezzi, Vincenzo Branchi, e Francesco Neri ….

30 APRILE 1849

AL VICARIO REGIO DI ASINALUNGA

Car. Sig. Vicario

Le fo sapere che la ragazza Lorenzini tiene una cattiva vita e chi unque lo pol giustificare perciò lei la deve strigliare e così sarà tolto tanto scandalo e qual (…) moglie non sarà più bastonata dal suo marito per causa di questa birbona non faccia il sordo diversamente scriverò a Montepulciano e a Siena al Prefetto diciendo che lei non fa il suo dovere.

Chissà se arrivarono i gendarmi per accompagnare Anna fuori dal paese. Di certo non ci sarà stato nessun parroco in testa all’improbabile corteo, e neanche la stazione a riceverlo. A Sinalunga ancora non c’era: per mettere Bocca di rosa sul treno avrebbero dovuto aspettare almeno diec’anni.



la buca delle lettere di Sinalunga del 1847
di fronte al Palazzo Pretorio