Istituto
di
Studi Storici Postali
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Il
lavoro dell’Istituto ripreso da Feltrinelli
È il libro “Le risorse umane”, di Angelo Ferracuti. Tra i capitoli che
raccolgono vari campioni di professionalità, uno è autobiografico: per conto
di Poste italiane l’autore nel 2001 ha visitato l’Istituto di studi storici
postali per un progetto ad ampio respiro...
Prato (25 settembre 2006) – Il lavoro
dell’Istituto di studi storici postali scoperto da un ricercatore e poi
diventato testimonianza sociale e letteraria. Si potrebbe definire così il
“caso Ferracuti”.
Angelo Ferracuti, classe 1960, è stato per quindici anni portalettere e nel
frattempo ha scritto libri pubblicati da diverse case editrici. Poi, il
trasferimento a Roma presso la sede centrale di Poste italiane, quindi la
scoperta e la conoscenza dell’Istituto pratese.
L’esperienza è inserita in “Le risorse umane”, libro che Ferracuti ha
scritto per conto di Feltrinelli (228 pagine, 12,00 euro): è dedicato al
lavoro, appunto alle risorse umane, “in un’Italia che è cambiata e continua
a cambiare, dando voce a figure professionali altrimenti ignote o
banalizzate dai luoghi comuni. Si parla di morti, di mobbing, di
competizione e anche di rivolta, di operai, manager e camionisti”. Ma si
parla anche di ciò che l’Issp svolge.
Il contatto con l’Istituto
In base a quanto racconta Ferracuti nel capitolo “Poste vita” (pagine
75-104), il suo incarico di portalettere nella provincia marchigiana ad un
certo punto viene interrotto. Già pubblica libri, e alcuni alti dirigenti di
Poste italiane, nel 2001, gli propongono di trasferirsi a Roma, presso la
sede centrale della società. È incaricato di raccogliere documenti di ogni
genere riguardanti il servizio postale e, più in generale, il mondo della
corrispondenza. Comincia ad esaminare il suo archivio personale, poi visita
il Museo storico delle poste e delle telecomunicazioni che ha sede all’Eur.
Quindi, il contatto con l’Issp.
“Il primo viaggio –scrive Ferracuti nel libro- lo feci a Prato, all’Istituto
studi storici postali, dove incontrai un certo signor C, proprietario di una
concessionaria di automobili, che si era occupato per anni di storia
postale. Quest’uomo magro e appassionato mi colpì molto”.
Di ritorno a Roma, Ferracuti prepara una relazione per il suo superiore, nel
quale descrive quanto ha trovato, cioè “un archivio invidiabile che
costituisce la memoria culturale della Posta nel nostro paese”. La mole di
materiale presente –prosegue- “potrebbe costituire un primo insediamento di
un archivio più complesso che l’azienda -tramite la nostra struttura- è
perfettamente in grado di raccogliere e coordinare, fornendo, se non altro,
un supporto tecnico e contribuendo così a rimpolpare con documenti propri,
che altrimenti andrebbero dispersi, il già dotato archivio di partenza”.
“Ricordo bene –conferma l’allora direttore dell’Istituto, Aldo Cecchi-
quella visita. Rappresentò l’avvio di un progetto che in pochissimi
conoscono e che il mondo dei collezionisti ignora del tutto. Anche perché,
come poi lo stesso Ferracuti ammette, il lavoro di catalogazione venne
bloccato. E fu un peccato in quanto l’Italia postale perse una grande
occasione. Indipendentemente dai risvolti che riguardano il nostro Istituto,
il passaggio dal ministero alla società per azioni ha comportato un grosso
sforzo di rinnovamento, ma anche la perdita della memoria storica per una
realtà che, negli aspetti positivi e negativi, ha influenzato lo sviluppo
economico e sociale del Paese negli ultimi centocinquant’anni”.
L’Istituto di studi storici postali
L'Istituto di studi storici postali, ora organizzazione non lucrativa di
utilità sociale (onlus), nasce nel 1982 ed ha sede a Prato nello storico
palazzo Datini, in via Ser Lapo Mazzei 37.
Diverse le attività che propone nel settore postale e delle comunicazioni,
fra cui: ricerche archivistiche e bibliografiche, l’organizzazione di
convegni ed incontri con studiosi ed accademici, i seminari annuali
“Scrittura e comunicazione” (che fanno seguito agli otto moduli dedicati a
“Posta e paleografia”, organizzati tra il 1983 ed il 1993), i corsi di
specializzazione, la pubblicazione dei “Quaderni di storia postale” e della
rivista quadrimestrale “Archivio per la storia postale - comunicazioni e
società”.
Tra i suoi compiti, la conservazione dell'archivio proveniente dalla
Direzione superiore della posta militare, che accoglie 400mila documenti
originali riguardanti il XX secolo e che ha già fornito materiale per le
pubblicazioni edite dall’ufficio storico dello stato maggiore dell'Esercito.
In più, la gestione di una biblioteca-archivio, ricca di oltre 12mila volumi
ed opuscoli, cui si aggiunge l’emeroteca di 1.179 testate; entrambe sono
consultabili su appuntamento dal lunedì al venerdì, con un catalogo anche on
line all’indirizzo http://catalogo.po-net.prato.it/isp.
Per il lavoro l’Istituto si avvale del sostegno dei propri soci; la quota
2007 per i residenti in Italia è di 35,00 euro, da versare sul conto
corrente postale 13.731.500 intestato allo stesso Istituto (casella postale
514, 59100 Prato); gli iscritti ricevono gratuitamente la rivista dell’Issp.
Istituto di studi storici postali - onlus
via S.L. Mazzei 37 - CP. 514, 59100 Prato.
tel. 05.74.60.45.71. fax 05.74.60.76.09
issp@po-net.prato.it
servizio stampa e comunicazione: Fabio Bonacina, e-mail fabio.bonacina@libero.it
C.A.S.P.I.
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