Comunicato stampa dell'ISSP a cura di Fabio Bonacina
pubblicato su
il postalista
Dagli antichi faldoni ad internet
Intensa e proficua la
giornata svoltasi oggi all’Archivio di stato di Prato: undici relatori
hanno offerto appunti ed esperienze sul tema delle fonti utili per la
storia postale
Prato (27 febbraio 2010) - Giornata intensa e proficua oggi a
Prato. L’Archivio di stato cittadino ha ospitato il settimo “Colloquio
di storia postale”, voluto dall’Istituto di studi storici postali ed
organizzato con undici interventi, tenuti da altrettanti relatori:
collezionisti che desiderano andare oltre al semplice possesso dei pezzi
e studiosi che professionalmente si dedicano a ricerche sui documenti
del passato.
“Una consolidata tradizione”: così la direttrice dell’Archivio di stato,
Maria Raffaella de Gramatica, ha definito l’incontro. “Il carteggio
datiniano è un po’ la matrice di tutte le nostre iniziative; quello tra
collezione e ricerca è un rapporto che c’è sempre stato ma deve essere
approfondito”.
“L’Issp -ha aggiunto alla conclusione dell’esperienza il direttore,
Andrea Giuntini- rimane un punto di riferimento. Abbiamo vissuto una
giornata di grande rilevanza e la serie di interventi, molto spesso
originali, conferma la bontà della formula. Ancora una volta, ha
raccolto ambiti diversi che, attraverso iniziative come questa, si
possono confrontare. Iniziative da mantenere come nostro impegno,
nonostante le difficoltà economiche che stiamo registrando”.
Ogni anno viene proposto un tema, in grado di lasciare ampio spazio agli
interventi. Il percorso di oggi si è concentrato su "Fonti per la storia
postale. Archivi, musei, cultura materiale e collezionismo per studiare
le vicende postali". Ogni relatore ha sintetizzato in quindici minuti lo
specifico argomento scelto, così da offrire informazioni, suggerimenti e
spunti su cui riflettere e lavorare.
GLI INTERVENTI IN SINTESI
- Claudio Manzati (l’intervento è stato portato da Bruno
Crevato-Selvaggi), “Il fondo Riggi di Numana presso l'Issp: una fonte
per la storia postale contemporanea”
Giovanni Riggi di Numana, a partire degli anni Settanta, seguì le
modifiche tariffarie postali, raccogliendo migliaia di documenti. Il
fondo, ordinato per voci tariffarie e scaglioni, l’11 luglio 2009 è
stato consegnato all’Issp; potrebbe rappresentare la base per costruire
un archivio, a disposizione degli studiosi, dei collezionisti e dei
periti filatelici. Utile anche per promuovere, diffondere ed
approfondire il settore dei francobolli ordinari italiani. Questi, in
particolare i contemporanei, si prestano bene ad essere esaminati e
raccolti.
- Armando Serra, “L' Archivio Massimo col diario (1819-1872) del
soprintendente delle Poste pontificie dal 1840”
Le attività delle Poste pontificie lette attraverso quanto ha lasciato,
in un diario di quarantadue tomi, il soprintendente Vittorio Massimo.
Questi, alla morte del padre nel 1840, assume il titolo di principe e il
nome aggiuntivo di Camillo, col quale sottoscriverà gli atti postali.
- Fabio Vaccarezza, “Archivi virtuali d’oggi: l'uso di internet in
filatelia”
Attraverso alcuni esempi, l’autore ha dimostrato come internet sia uno
strumento potentissimo per il filatelista. Si può attingere, infatti,
non solo ad archivi di informazioni e prodotti, ma anche usufruire delle
conoscenze di altri collezionisti, sino ad attivare ricerche sul campo e
a farsi raggiungere dalle informazioni stando tranquillamente in
poltrona a casa. Naturalmente, non ci sono solo i vantaggi...
- Mario Mentaschi, “Convenzioni postali dell’800. Dalla ricerca in
biblioteca alla collezione”
La conoscenza delle convenzioni è uno strumento indispensabile per
qualunque collezionista che voglia comprendere le tariffe ed i segni
postali riportati sulla corrispondenza scambiata tra Stati sovrani prima
della costituzione dell’Unione postale generale del 1875 (Unione postale
universale dal 1879). Leggere le convenzioni aiuta a capire ed essere
più critici davanti ai documenti (evitando, così, di acquistare buste
“arricchite” da elementi aggiunti successivamente per aumentarne il
valore commerciale) e, alle esposizioni, di spiegare quanto mostrato.
- Donatella Schurzel, “Altri archivi per la storia postale:
l’Archivio museo storico di Fiume a Roma e le lettere degli esuli”
L’esodo da Fiume e la situazione immediatamente precedente sono
ricostruiti impiegando lettere e carteggi, ancora inediti, di
intellettuali e persone illustri del capoluogo quarnerino rinvenuti in
alcuni fondi dell'Archivio museo storico di Fiume, che si trova a Roma.
L'Archivio non è di quelli specificamente postali, ciononostante si
possono reperire documenti di storia postale, quanto mai utili alle
ricerche. In particolare si tratta di lettere politiche o familiari del
senatore Icilio Bacci e di sua moglie Lidia e del sacerdote Luigi
Torcoletti a Gian Proda, archivista fiumano, già trasferitosi a Roma. La
lettura dei testi, fra l’altro, permette di individuare tra le righe
concetti che i mittenti non potevano esprimere palesemente per non
incorrere nei veti della censura.
- Giovanni Fulcheris, “Rapporti tariffari fra Vaticano e Italia alla
luce degli studi e dei documenti”
Nel 1929 viene sottoscritto il Concordato che pone fine alla "Questione
romana". Al nuovo Stato compete, fra l'altro, il diritto di emettere
cartevalori e di gestire un proprio servizio postale e telegrafico. Il
30 luglio il Governatore dello Stato marchese Camillo Serafini prefissa
le tariffe. Fermo il principio che per lo Stato vaticano il territorio
italiano è "estero" ad ogni effetto e viceversa, le tariffe postali nei
rapporti reciproci vengono concordate in una misura intermedia fra le
interdistrettuali interne italiane e quelle previste per i rapporti con
gli altri Stati. Tale situazione si protrae sino al 12 agosto 1951,
quando sono parificate. Non sempre, tuttavia, l’adeguamento vaticano
segue quello italiano. Fino ad arrivare al 1989-92, quando le Poste
vaticane si allineano aumentando le tariffe giorni dopo ma... con
effetto retroattivo!
- Marco Occhipinti, “Dalle corrispondenze viaggiate alle fonti
documentarie: ricostruzione della storia di una lettera terremotata”
Dopo aver visionato le esenzioni concesse per decreto dallo Stato o
dall'ente postale in occasione di disastri naturali del recente passato,
viene analizzata la storia di una lettera viaggiata senza affrancatura a
seguito del terremoto di San Francisco del 18 aprile 1906. Non essendo
tale esenzione concessa ufficialmente, l'analisi del contenuto nonché
dei quotidiani dell'epoca consente di stabilire che tale trattamento
venne di fatto tollerato. La ricerca incrociata impiegando fonti
diverse, dunque, permette di comprendere elementi altrimenti non
spiegabili.
- Riccardo Ajolfi, “I caduti italiani a Stalingrado: un esempio di
teoria della documentalità in storia postale”
È la storia di 77 autieri italiani, appartenenti al 248° ed al 127°
autoreparto, che si ritrovarono nel peggiore mattatoio della Seconda
guerra mondiale: Stalingrado. La loro presenza, ignorata per quasi
sessant'anni dalle fonti ufficiali, è stata ricostruita in un libro
grazie al figlio di uno di loro, Mariano Puschiavo, ed allo scrittore e
giornalista Alfio Caruso, che hanno riconsegnato loro la memoria civile.
Con l'esame del carteggio parte lo spunto per una disamina non
specificamente diretta all'esame dei percorsi postali delle lettere, ma
centrata sulla teoria della documentalità, così come emerge dalle ultime
teorie di filosofia sociale. Nel carteggio Puschiavo (e negli altri) si
ritrovano tutti gli elementi, necessari e sufficienti, che soddisfano
l'assunto teorico di base, reso dall'equivalenza: oggetto sociale = atto
(testo) scritto, dove si fondono i caratteri storici, informativi e,
soprattutto, giuridici del documento. In questo caso, le buste e i segni
che conservano risultano, ai fini della ricerca, più significativi dei
contenuti.
- Aldo Cecchi, “Il progetto «Viaggio nel web»”
Quinto sui 290 presentati al Centro servizi volontariato Toscana e primo
nell’ambito culturale. Così si è distinto il progetto “Viaggio nel web”,
di cui l’Issp è capofila in una cordata che coinvolge, fra l’altro,
Archivio di stato di Prato, Università di Firenze ed Associazione per lo
studio della storia postale toscana. Il lavoro è entrato nella fase
operativa un mese fa. L’obiettivo è realizzare una carta multimediale
per evidenziare i percorsi postali presenti nella regione, implementando
i semplici itinerari con mappe ingrandibili, curiosità (come
l’alimentazione da viaggio), guide postali, approfondimenti sulle
stazioni di posta (storia, immagini d’epoca ed attuali) e così via.
- Flavio Riccitelli, “La posta aerea e le fonti d’archivio: Ala
littoria – Linee atlantiche 1939-1940”
La Linee aeree transcontinentali italiane sa (Lati) nasce nel contesto
in cui operava la compagnia di bandiera Ala littoria sa, di cui utilizza
piloti, dirigenti e convenzioni. Elementi utili ai collezionisti
specializzati, ma per conoscerli a fondo bisogna ricorrere agli archivi.
Questi fanno luce su aspetti che hanno accompagnato la preparazione dei
servizi aerei per il Sud America negli ultimi anni Trenta. Servizi poi
inaugurati e gestiti, purtroppo per un breve periodo (dal 21 dicembre
1939 alla fine del 1941) a causa del sopraggiungere della guerra,
appunto dalla Lati.
- Bruno Crevato-Selvaggi, “Tre strani uffici postali”
Dalmazia, 1918: il Governatorato militare italiano gestisce l’area in
attesa che a Versailles se ne decida il futuro. I collezionisti
successivi notano che a Zara, Sebenico e Curzola operano gli uffici
postali ex austroungarici (con francobolli, annulli ed etichette della
precedente amministrazione, solo successivamente con cartevalori
sovrastampate e manuali scalpellati) ma -caso anomalo- si trovano anche
obliterazioni di fattura italiana e testo del tipo “Poste italiane -
Zara”. Trent’anni fa Luciano Buzzetti ipotizza che questi ultimi fossero
impiegati da uffici di posta militare; altri riprendono lo stesso
concetto, che da ipotesi diventa certezza. Solo le carte d’archivio,
ancora adesso conservate a Zara, spiegano cosa successe veramente.
Dietro ci fu l’operato di un ispettore ministeriale, Vincenzo Scuderi,
poi bloccato. Lo stesso Scuderi tornerà in zona nel 1941, realizzando,
fra l’altro, i francobolli “Co.Ci.”.
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