Comunicato stampa dell'ISSP pubblicato su
il postalista
Tempo di lutto per l’Issp
Cominciata oggi la “zingarata”: alle ore 11 i teloni neri hanno
simbolicamente coperto la sede, mentre due “fantasmi” hanno distribuito
ai passanti volantini informativi. Al tempo stesso, è stata bloccata
l’home page del sito internet
Prato (15 giugno 2010) - Puntuali alle ore 11 di questa mattina,
dalle finestre dell’Istituto di studi storici postali onlus sono calati
i teli neri per mettere lo storico edificio di via Ser Lapo Mazzei,
quello che fu la casa del mercante trecentesco Francesco di Marco
Datini, a... lutto. Al tempo stesso, l’home page del sito
(www.issp.po.it) è stata oscurata e due “fantasmi” hanno distribuito
volantini informativi nel centro storico ai passanti.
L’edificio ed il sito internet resteranno oscurati per una settimana. “È
la nostra «zingarata»”, spiega il direttore dell’Issp Andrea Giuntini.
“Come abbiamo spiegato ieri in conferenza stampa, purtroppo siamo ad un
bivio: i continui tagli alle risorse per le attività ordinarie e le
sempre più complesse procedure amministrative ci ingessano e, se va
avanti così, presto raggiungeremo il livello di guardia. E questo
davanti ad una progettualità di alto livello, come dimostrano i
risultati raggiunti e che all’estero ci invidiano. I contributi
riconosciutici per iniziative particolari, e penso ad esempio al
riordino dei fondi postali conservati all’Archivio centrale dello stato
di Roma sostenuto dall’Anas, o al progetto di valorizzazione web della
Toscana di un tempo eseguito con il Cesvot, ci fanno onore, ci spronano
a dare di più ma, al tempo stesso, non possono essere utilizzati per le
spese fisse, come l’affitto o le utenze. L’anno scorso, contro un
fabbisogno per queste ultime voci di 63mila euro, ne sono arrivati
21mila”.
E poi, si arriva al paradosso. “In base allo statuto, se l’Istituto
dovesse chiudere, sarà obbligato a cedere il patrimonio librario (oltre
28 mila tra volumi ed articoli, 1.179 testate specialistiche...) al
sistema bibliotecario provinciale, e i costi per la conservazione in
carico a quest’ultimo di certo saranno maggiori di quelli attuali. Non
conviene, dunque, trovare una formula che possa accogliere le nostre
esigenze?”.
Intanto, Prato parla; si rende conto che potrebbe perdere una realtà
priva di confronti in Italia. E che in Europa si interfaccia con
strutture come il Comité pour l’histoire de la poste, la Conference of
european communication museums, l’International philatelic libraries
association.
REQUIEM?
La “zingarata”: domani “fantasmi” in strada
E per una settimana a lutto la sede dell’Istituto
Dalle ore 11 alle 12 del 15 giugno due “fantasmi” distribuiranno
volantini di sensibilizzazione nelle strade adiacenti alla pratese via
Ser Lapo Mazzei, dove si trova l’Istituto. Per una settimana, la parte
del trecentesco edificio occupata dall’Issp vestirà il colore del
dolore. Anche l’home page del sito istituzionale verrà oscurata. Estremi
tentativi per attirare l’attenzione sul futuro della onlus...
Prato (14 giugno 2010) - “Se l’Istituto sarà costretto a chiudere
per i tagli alla cultura questo sito verrà definitivamente oscurato. Non
sarà più possibile effettuare ricerche bibliografiche nella biblioteca
dell’Istituto; non sarà più possibile effettuare ricerche tramite il
database dell’Istituto; non sarà più possibile consultare gratuitamente
rare riviste specialistiche; non sarà più possibile leggere antiche
guide postali e di viaggio; non sarà più possibile ascoltare le
registrazioni delle lezioni tenute dai docenti nei passati seminari
«Scrittura e comunicazione»; non sarà più possibile visionare carte
stradali d’epoca e mappe di itinerari postali; non sarà più possibile
consultare comodamente on-line l’inventario del fondo Poste custodito
presso l’Archivio centrale dello Stato a Roma per prenotare la visione
dei documenti”.
È il testo che da questa sera e per una settimana si leggerà sul sito
internet dell’Istituto di studi storici postali (www.issp.po.it), al
posto della tradizionale home page.
Domani, dalle ore 11 alle 12, due “fantasmi” distribuiranno ai
passanti nei pressi della sede, in via Ser Lapo Mazzei 37, volantini
informativi, mentre fino a martedì 22 anche lo storico edificio
trecentesco che ospita l’Issp vestirà i colori del lutto, con striscioni
neri alle finestre.
“La situazione -ammette il direttore, Andrea Giuntini, intervenuto
questa mattina alla conferenza stampa- è molto seria. I ventilati tagli
ministeriali previsti quest’anno per noi costituiranno una batosta, che
si aggiunge a tutte le restrizioni registrate negli ultimi bilanci.
Abbiano già tagliato iniziative, abbiamo ridotto le attività,
probabilmente saremo costretti a rinunciare agli spazi che abbiamo in
affitto, ma non possiamo andare avanti così. L’assegno 2009 del
ministero per i Beni e le attività culturali, ad esempio, ha
rappresentato il 41% dei contributi pubblici complessivi. Ma anche le
altre realtà pubbliche gradualmente sono state costrette a stringere i
sostegni”. “Dopo quasi trent’anni di lavoro e presenza sul territorio, è
arrivato il momento di cominciare a chiederci: ma ha ancora senso
operare in queste condizioni? Le testimonianze che oggi portiamo in
conferenza stampa, rese possibili grazie alla disponibilità e
all’impegno di professionisti della cultura, e la «zingarata» di domani
intendono far conoscere meglio il nostro ruolo, il nostro patrimonio, il
nostro destino e i nostri timori”.
“Il problema -conclude- non è avviare progetti straordinari, per i
quali, di fronte a proposte serie, i soldi si trovano, come dimostrano i
lavori finanziati, ad esempio, da Anas e Cesvot. La nostro difficoltà è
garantire l’attività ordinaria. Nel 2009, tanto per dire, il costo di
personale, affitto ed utenze è stato di 63mila euro, contro un’entrata
da strutture pubbliche per 21mila. E non è che i soldi avuti per i
progetti possano essere dirottati per queste esigenze...”.
Le testimonianze di oggi
Durante la conferenza stampa di oggi, otto testimoni, scelti tra le
diverse realtà che ruotano intorno all’Istituto, ne hanno spiegato la
storia, le attività, le caratteristiche.
Il direttore dell’Archivio di stato di Prato, Maria Raffaella
de Gramatica, ha ricordato, ad esempio, i seminari, i quali
“contribuirono anche a gettare luce su una fonte archivistica che oggi
la storiografia apprezza sempre più: quella dei carteggi non solo
pubblici, ma anche quelli conservati all’interno degli archivi di
famiglia. Si tratta di una fonte preziosa, che ci restituisce
nell’immediatezza della corrispondenza l’eco forse più sincera della
storia”.
Luigi Baldini, direttore della filiale cittadina di Poste
italiane, ha citato la spinta assicurata dall’Istituto nel
valorizzare il patrimonio cittadino, facendosi promotore di francobolli,
come quelli usciti cinque anni fa per gli affreschi del Lippi conservati
in Duomo, o della cartolina per i sei secoli dalla scomparsa di
Francesco di Marco Datini, che arriverà il prossimo 20 ottobre.
Il fondatore dell’Istituto e attuale responsabile della biblioteca, Aldo
Cecchi, ha spiegato il peso degli aspetti burocratici, che assorbe buona
parte delle energie interne “Non è un problema -ha precisato- fare
economie, ma sotto ad un certo livello non ci si può andare, per via dei
costi fissi”.
Beniamino Cadioli, dell’Università di Modena, ha ricordato come
il regolamento originario dell’Issp lo conformasse alla stregua di una
realtà universitaria, allora una scelta rivoluzionaria. “Pensare che
oggi stiamo parlando di cifre ridicole: 50-60mila euro di necessità
annua per mantenere attivo l’Istituto corrispondono allo stipendio di
una parrucchiera della Rai o alla metà di quanto incassa un usciere del
Parlamento”.
“È l’unica realtà in Italia ad occuparsi di storia della comunicazione”,
ha aggiunto la paleografa Elena Cecchi. Grazie al suo impegno nei
corsi eseguiti in passato, i partecipanti hanno potuto avvicinarsi
all’antica mercantesca e in particolare all’archivio trecentesco
lasciato da Francesco di Marco Datini, un vanto per Prato che
rappresenta la più importante documentazione economica di allora a
livello europeo. Alle attività occorre aggiungere la rivista, la
giornata di studi, la settimana di studi, il patrimonio librario. “Se
l’Istituto chiude, è un danno non solo per Prato, ma per l’Italia,
perché è un impoverimento per il Paese”.
Il presidente dell’Accademia italiana di filatelia e storia postale,
Franco Filanci, si è soffermato sull’importanza della storia
postale, che “osserva e analizza gli ultimi secoli negli aspetti meno
spettacolari, quelli della comunicazione umana nella sua quotidianità
privata, economica, sociale”. Evidenzia difficoltà e problemi di
comunicazione, censure e imposizioni politiche; dà il suo contributo,
insomma, così da “conoscere il passato per capire il presente e decidere
il futuro”.
Della biblioteca ha parlato il delegato per la Toscana della
Federazione fra le società filateliche italiane, Saverio Bocelli. La
Federazione, nata nel 1919, da anni ha ceduto tutto il suo patrimonio
cartaceo (libri, cataloghi, riviste...) all’Istituto e continua a
versare quanto riceve, così da creare un punto di riferimento stabile,
al servizio anche di singoli collezionisti e sodalizi.
Tra le realtà, a livello regionale si evidenzia l'Associazione per lo
studio della storia postale toscana. Il cui presidente, Alessandro
Papanti, ha riconosciuto l’incontro, auspice l’Issp, tra il mondo
accademico e quello collezionistico. La sinergia ha permesso ad entrambi
gli ambiti di conoscersi reciprocamente e di crescere.
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