Comunicato stampa dell'ISSP pubblicato su
il postalista
Il ministero per i Beni e le
attività culturali vincola
l’archivio di posta militare
La procedura, avviata attraverso la Soprintendenza archivistica per
la Toscana, conferma il valore storico di un insieme di 400mila
documenti, dal 1982 custodito a Prato presso l’Issp. Istituto che,
nonostante i programmi, rischia di chiudere...
“Nell’attraversare l’abitato un partigiano russo mi sparò dalla
distanza di circa tre metri, un colpo di rivoltella, senza colpirmi: la
pallottola passò ad un palmo dalla mia fronte ed andò a colpire il
parabrezza, che andò in frantumi. Dopo qualche secondo una scarica di
mitragliatrice si abbatté sulla camionetta ferendo gravemente il
s.tenente Panzeri che trovavasi all’interno, mentre io mi trovavo a
fianco dell’autista, e bucando una gomma della vettura. Continuammo la
nostra corsa cercando di raggiungere la sommità della collina per la
strada che mena a Bugaiewka, ma nella salita un colpo di cannone di
piccolo calibro, sparato da un carro armato russo, colpiva nella parte
posteriore la camionetta sfasciandola quasi totalmente. Il colpo uccise
il s.tenente Panzeri, già ferito, ed il soldato, e ferì alla mano destra
il ten.Novelli che dopo pochi passi si abbatté sulla neve, dichiarando
di non poter proseguire più oltre...”.
Prato (8 dicembre 2010) - Il brano sopra citato è tratto dai
verbali riguardanti l’ufficio di posta militare 20, anch’esso, come il
resto della VIII Armata, travolto durante la campagna di Russia dopo lo
sfondamento del dicembre 1942.
È uno dei 400mila documenti che compongono l’archivio di posta militare
italiana tra il 1908 e il 1950, dopo l’ultimo conflitto passato
all’allora ministero delle Poste e delle telecomunicazioni e da questo,
nel 1982, affidato all’Istituto di studi storici postali di Prato, con
il compito di conservarlo e metterlo a disposizione degli studiosi.
Complessivamente si tratta di faldoni che si sviluppano per 60 metri
lineari.
Negli stessi mesi in cui il futuro dell’Istituto è a rischio per il
taglio dei fondi pubblici, arriva la notizia: il ministero per i Beni e
le attività culturali -attraverso la Soprintendenza archivistica per la
Toscana- ha avviato il procedimento amministrativo per dichiarare di
“interesse particolarmente importante” l’insieme, in quanto -si legge
nella comunicazione ufficiale- testimonia “il funzionamento dei servizi
postali militari italiani in tempo di guerra”. In base alle normative in
vigore, il provvedimento dovrà completarsi entro sei mesi.
“È un’ottima notizia -commenta il direttore dell’Issp, Andrea Giuntini-
in quanto valorizza un patrimonio di carattere storico significativo,
una fonte preziosissima sulle comunicazioni tra i vari settori
amministrativi. E lo lascia in affido a Prato, nello specifico alla
nostra onlus. La stessa città che negli ultimi tempi non ha potuto
acquistare, per problemi economici, un altro insieme memorabile,
l’archivio del concittadino, che fu scrittore e giornalista, Curzio
Malaparte, ora portato a Milano”.
“Nel nostro caso, invece, non occorrono fondi per acquistarlo, in quanto
è già nelle disponibilità dell’Istituto pratese. Il provvedimento, però,
impone alcuni vincoli, come il divieto di smembramento, l’approvazione
di opere e lavori, la denuncia degli eventuali atti di trasferimento
della proprietà. Vincoli che saranno più complessi da rispettare nel
momento in cui lo stesso Istituto -come potrebbe accadere l’anno
prossimo, nonostante le iniziative che stiamo definendo- dovesse
chiudere per mancanza di fondi, con il possibile ritorno dell’archivio a
Roma”.
“Ci auguriamo un intervento degli enti toscani affinché l’Istituto
rimanga aperto e l’archivio resti a Prato”.
L’Istituto di studi storici postali
L'Istituto di studi storici postali, ora organizzazione non lucrativa di
utilità sociale (onlus), nasce nel 1982 ed ha sede a Prato nello storico
palazzo Datini, in via Ser Lapo Mazzei 37.
Diverse le attività che propone nel settore postale e delle
comunicazioni, fra cui: ricerche archivistiche e bibliografiche,
l’organizzazione di convegni ed incontri con studiosi ed accademici, i
seminari annuali “Scrittura e comunicazione” (che fanno seguito agli
otto moduli dedicati a “Posta e paleografia”, organizzati tra il 1983 ed
il 1993), i corsi di specializzazione, la pubblicazione dei “Quaderni di
storia postale” e della rivista oggi semestrale “Archivio per la storia
postale - comunicazioni e società”.
Tra i suoi compiti, la conservazione dell'archivio proveniente dalla
Direzione superiore della posta militare, che accoglie 400mila documenti
originali riguardanti il XX secolo e che ha già fornito materiale per le
pubblicazioni edite dall’ufficio storico dello Stato maggiore
dell'Esercito.
In più, la gestione di una biblioteca-archivio, ricca di oltre 12mila
volumi ed opuscoli, cui si aggiunge l’emeroteca di 1.179 testate;
entrambe sono consultabili su appuntamento dal lunedì al venerdì, con un
catalogo anche on-line all’indirizzo http://catalogo.po-net.prato.it/isp.
Per il lavoro l’Istituto si avvale del sostegno dei propri soci; la
quota annua per i residenti in Italia è di 35,00 euro, da versare sul
conto corrente postale 13.731.500 intestato allo stesso Istituto (via
Ser Lapo Mazzei 37, 59100 Prato); gli iscritti, un centinaio, ricevono
gratuitamente la rivista dell’Issp.
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