Comunicato stampa dell'ISSP pubblicato su
il postalista
Issp verso la chiusura
Ma dove sono gli Enti locali?
Intanto, il ministero ai Beni culturali ha
riconosciuto la qualifica “di interesse storico particolarmente
importante” all’archivio della posta militare italiana, conservato dal
1982 a Prato, proprio presso l’Issp
Prato (14 febbraio 2011) - Pensare che basterebbero 55mila euro
l’anno per mantenere attivo l’Istituto di studi storici postali, una
realtà a Prato dal 1982 e che in Italia non ha riscontri, mentre
all’estero quelle paragonabili sono tutte pubbliche. È la stessa cifra
che nel 2010 il ministero per i Beni e le attività culturali da una
parte e quello dell’Istruzione, dell’università e della ricerca
dall’altra hanno fatto mancare per via dei tagli generalizzati ai
contributi.
“Una scelta -spiega il direttore dell’Issp, Andrea Giuntini - che ci
penalizza in maniera drammatica. Stiamo combattendo giorno per giorno,
ma non si trovano soluzioni realistiche. E anche le realtà cittadine,
prima di tutto Comune, Provincia e Fondazione Cassa di risparmio, si
negano. Siamo coscienti che il periodo non è fra i più sereni dal punto
di vista economico, ma il loro disinteresse colpisce”.
“Sapendo, soprattutto, che in base allo statuto, se l’Istituto dovesse
chiudere, sarà obbligato a cedere il patrimonio librario (oltre 28mila
tra volumi ed articoli, 1.179 testate specialistiche...) al sistema
bibliotecario provinciale, ed i costi per la conservazione a carico di
quest’ultimo certamente sarebbero maggiori di quelli attuali”.
Intanto, lo stesso Mibac ha chiuso la procedura, dichiarando l’archivio
di posta militare italiana, custodito all’Istituto, “di interesse
storico particolarmente importante” e la sua azione di conservazione
e valorizzazione a scopo di studio “quanto mai meritoria”.
“Un grosso riconoscimento -prosegue il direttore - per tutta la città,
visto che in esso sono conservati 400mila documenti unici, risalenti al
periodo 1908-1950, in grado di testimoniare l’organizzazione e il lavoro
quotidiano della struttura al servizio dei soldati al fronte lungo la
Prima e la Seconda guerra mondiale, ma anche durante le restanti
campagne belliche. Dopo l’ultimo conflitto, l’insieme passò all’allora
ministero delle Poste e delle telecomunicazioni e da questo ci venne
affidato nel 1982”. Complessivamente si tratta di faldoni che si
sviluppano per 60 metri lineari.
“Se da una parte tale scelta ci riempie di orgoglio, perché abbiamo
contribuito a salvaguardare un fondo importante, dall’altra pone un
ulteriore quesito, quello del suo futuro, nel momento in cui l’Istituto
dovesse chiudere”.
Su richiesta alla mail fabio.bonacina@libero.it, è possibile avere
l’intero documento giunto dal ministero che, fra l’altro, descrive i
contenuti dell’archivio di posta militare. (il documento da scaricare)
L’Istituto di studi storici postali
L'Istituto di studi storici postali, ora organizzazione non lucrativa di
utilità sociale (onlus), nasce nel 1982 ed ha sede a Prato nello storico
palazzo Datini, in via Ser Lapo Mazzei 37.
Diverse le attività che propone nel settore postale e delle
comunicazioni, fra cui: ricerche archivistiche e bibliografiche,
l’organizzazione di convegni ed incontri con studiosi ed accademici, i
seminari annuali “Scrittura e comunicazione” (che fanno seguito agli
otto moduli dedicati a “Posta e paleografia”, organizzati tra il 1983 ed
il 1993), i corsi di specializzazione, la pubblicazione dei “Quaderni di
storia postale” e della rivista oggi semestrale “Archivio per la storia
postale - comunicazioni e società”.
Tra i suoi compiti, la conservazione dell'archivio proveniente dalla
Direzione superiore della posta militare, che accoglie 400mila documenti
originali riguardanti il XX secolo e che ha già fornito materiale per le
pubblicazioni edite dall’ufficio storico dello Stato maggiore
dell'Esercito.
In più, la gestione di una biblioteca-archivio, ricca di oltre 12mila
volumi ed opuscoli, cui si aggiunge l’emeroteca di 1.179 testate;
entrambe sono consultabili su appuntamento dal lunedì al venerdì, con un
catalogo anche on-line all’indirizzo http://catalogo.po-net.prato.it/isp.
Per il lavoro l’Istituto si avvale del sostegno dei propri soci; la
quota annua per i residenti in Italia è di 35,00 euro, da versare sul
conto corrente postale 13.731.500 intestato allo stesso Istituto (via
Ser Lapo Mazzei 37, 59100 Prato); gli iscritti, un centinaio, ricevono
gratuitamente la rivista dell’Issp.
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