Comunicato stampa dell'ISSP pubblicato su
il postalista:
La guerra desta sempre interesse
Chiuso pochi minuti fa l’“XI Colloquio di storia postale”. I primi
commenti, le relazioni in sintesi. Da domani sul sito dell’Issp parte
degli interventi
Prato (15 marzo 2014) - Un elemento è emerso subito, sin da
quando si è cominciato a lavorare al programma riguardante l’“XI
Colloquio di storia postale”, tenutosi oggi all’Archivio di stato di
Prato: la guerra è un elemento che interessa. Interessa raccontarne i
numerosissimi aspetti, alcuni ancora oggi, di fatto, sconosciuti o da
rivalorizzare. Ma interressa anche scoprirli ed ascoltarli, come ha
dimostrato la sala costantemente piena di pubblico.
Il filo conduttore, “La posta in guerra dal Risorgimento ad oggi”, in
effetti si presta a sviluppi senza fine, già solo rimanendo nel settore
postale. Tra francobolli, tracce documentali lasciate sulla
corrispondenza, e poi naturalmente gli aspetti normativi ed
organizzativi. Senza dimenticare i contenuti delle missive.
“Quello che è emerso con forza è la grande varietà delle tematiche,
degli approcci e delle fonti che i vari relatori hanno utilizzato per
animare la giornata”, conferma a bocce ferme il direttore dell’Istituto
di studi storici postali, Andrea Giuntini. “Qui sta la dinamicità che le
giornate di storia postale organizzate dall’Issp sono in grado di
esprimere pienamente. Al tempo stesso, il contributo dei tanti che
collaborano con noi sono l’alimento di base per la sopravvivenza di
questa disciplina nel contesto degli studi storici”.
Da domani, sul sito dell’Issp (www.issp.po.it) saranno disponibili le
presentazioni di parte degli interventi.
GLI INTERVENTI IN SINTESI
Flavio Riccitelli, “La posta aerea da e per le navi internate durante
la Seconda guerra mondiale”
I marinai della “Grande silenziosa”, com’era definita ai tempi la Marina
mercantile italiana, sono tra i primi, nei luoghi più remoti del globo,
a riempire i campi di prigionia, questo per la requisizione delle navi.
Sono tra i primi a dare la vita per la Patria, quando provano a forzare
il blocco degli alleati, nel tentativo di approvvigionare di materie
prime il Paese in guerra. Attraverso la posta, il racconto delle vicende
di alcune di queste imbarcazioni.
Mario Coglitore, “Casse di guerra. Gli uffici di posta militare da
campo”
Lettere e cartoline a migliaia, impronte di timbri, vaglia postali,
pacchi a centinaia. Senza gli uffici di posta militare, le comunicazioni
tra famiglie e soldati sparsi nei fronti di guerra, in cui almeno tre
generazioni di italiani furono costretti a combattere, non sarebbero mai
state garantite con tanta attenzione. Le casse-scrittoio appoggiate sui
loro cavalletti in legno sono risultate, per uomini travolti da un
destino spietato, spesso l'unico mezzo di conforto per non sentirsi
troppo soli. Tali presìdi, nella loro fisicità fatta di legno e metallo,
furono testimoni di alcuni degli orrori del Novecento e al tempo stesso
divennero simbolo di desideri e speranze, di affetti e nostalgie.
Armando Serra, “Il generale delle Poste pontificie nel 1870”
All'irrompere dei bersaglieri a porta Pia e alla conquista di Roma il 20
settembre 1870, il generale postale Camillo Massimo si trova subito
spiazzato. Benché il comandante Luigi Masi avesse comunicato di
considerare dimissionari gli impiegati non tornati al loro posto,
Massimo, che pure era andato in ufficio l'ultima volta lo stesso 21
settembre, restando comunque indiscussa la sua fedeltà papalina, il 22 è
avvisato che alla testa dell'Amministrazione romana si era insediato
Emmanuele Ruspoli, già funzionario delle Poste pontificie.
Graziano Mamone, “Guerra e posta in età contemporanea. Immagini,
segni, percezioni”
Progressivo annullamento della distanza, subitaneità delle azioni,
mobilitazione di massa: sono soltanto alcune delle caratteristiche che
annodano il servizio postale e il conflitto moderno. Un legame stretto,
inteso come segno fotografico e cinematografico, elemento semiotico che
spazia dalla struttura al soggetto, suggestione psicologica. Una
sinergia forte che modella non solo le comunicazioni ma anche le
emozioni di chi ha fatto della penna un fucile, della carta un teatro di
battaglia e della posta una speranza.
Gianni Carraro e Lorenzo Carra, “Posta militare 1866”
Protagonista, un loro nuovo libro. Nelle prime duecento pagine sono
narrate le vicende della posta militare italiana nel 1866, con una
notevole messe di lettere. Anche coi loro interni, tracciano un racconto
vivo degli avvenimenti. Estese ed approfondite ricerche d’archivio hanno
permesso di documentare l’attività di ogni ufficio di posta militare e
perfino di arrivare a conoscerne i componenti ed i loro stipendi. Segue
una seconda parte, di altre centocinquanta pagine, con le schede dei
vari uffici e con un dettagliato inventario delle missive note; ciò
permetterà ad ognuno di costatarne l’attuale esistenza e di verificarne
la rarità.
Maria Grazia Chiappori, “Lettere di artisti durante la guerra”
Tra i carteggi che testimoniano i sentimenti, le idee estetiche, il
percorso artistico e le intime preoccupazione di artisti coinvolti nel
Primo conflitto mondiale, si segnalano gli epistolari intrattenuti da
Giorgio De Chirico con Giovanni Papini e i “vociani”, con il dadaista
Tristan Tzara e, soprattutto, con il poeta-eroe di guerra Guillaume
Apollinaire. Di grande valore documentario anche i taccuini, i disegni,
le cartoline postali e le lettere dei volontari futuristi, combattenti
nel Battaglione lombardo volontari ciclisti, dai quali emerge l’ardore e
le motivazioni ideali del loro convinto interventismo.
Carlo Cetteo Cipriani, “La Dalmazia nella Prima guerra mondiale”
La Prima guerra mondiale fu per la Dalmazia stagione di passaggio. Per
gli abitanti, iniziò nell’agosto 1914; nei primi mesi non se ne
sentirono molto gli effetti, ma fu con l'ingresso di Roma nel conflitto
che s’iniziarono a sentire le conseguenze. Tacitati i contrasti
nazionali fra italiani e slavi, la regione fu militarizzata, in
particolare dalla Imperialregia marina. I dalmati italiani subirono più
angherie da parte delle autorità.
Fabio Vaccarezza, “I francobolli delle rivoluzioni poco note”
Alcune delle rivoluzioni e controrivoluzioni accadute in America
Centrale nel XX secolo non sono nemmeno citate dai libri di storia. Sono
ricordate quattro di esse attraverso alcuni interessanti reperti
postali; si registrarono a Cuba, due in Honduras, l’ultima ad Anguilla.
Adriano Cattani, “La nuova Italia, tariffe postali speciali per le
nuove provincie, 1860-61”
Dopo l’acquisizione di vasti territori italiani al Regno di Sardegna a
seguito della Seconda guerra d’indipendenza, ed in previsione della
prossima proclamazione del Regno d’Italia, una delle preoccupazioni del
Barone Calzavara, direttore generale delle Poste, fu di fissare un’unica
tariffa in tutti i territori. Il primo porto, fino a dieci grammi di
peso, fu stabilita a 20 centesimi; era la tariffa sarda. Ma alcune
regioni di nuova acquisizione, la Toscana, il Napoletano e la Sicilia,
avevano in precedenza oneri inferiori (rispettivamente 10 centesimi e 2
grana, corrispondenti a 8,5 centesimi): per non creare malumore, fu
tollerata la tariffa agevolata di 10 centesimi per le lettere dirette
entro il rispettivo territorio.
Donatella Schürzel, “Le lettere degli intellettuali giuliani nel
Primo conflitto mondiale”
Attraverso missive di letterati come Giuseppe .Prezzolini, che scrive ai
due fratelli Stuparich, di Scipio Slataper a Giani Stuparich, di Biagio
Marin a Prezzolini, tratte da raccolte private e da documenti conservati
a Lugano, si evince la posizione di questi intellettuali giuliani
rispetto alla Prima guerra mondiale: fortemente voluta e partecipata, ma
al tempo stesso vissuta con sofferenza e talvolta con contraddizioni. La
cartolina postale di Riccardo Gigante ad Enrico Burich, le tre
trascrizioni, manoscritte da Marino Raicich, di Mario Angheben e la
busta timbrata dal fronte sul Grappa di Burich, messe a disposizione
dall’Archivio museo storico di Fiume a Roma, sono documenti originali
che motivano, dal fronte e dalle zone di guerra la partecipazione di
questi intellettuali fiumani.
Rosalba Pigini, “La Guerra dei sei giorni e la posta del grande lago
Amaro”
Nel 1967 una guerra lampo tra Egitto ed Israele provocò la chiusura del
canale di Suez. Le navi rimaste intrappolate nella via d’acqua ed i loro
equipaggi si ritrovarono a vivere una singolare avventura. Inoltre,
diedero origine, per otto lunghi anni, a curiosi ed interessanti reperti
di storia postale moderna.
Alessandro Papanti, “Amor di patria, amor di figlio”
Il riferimento è alla pubblicazione omonima, contenente scritti di
Annamaria Mortari, Carlo Micheli e Sergio Leali. È incentrata sui
sentimenti di libertà ed affetto filiale che permeano le lettere di
Giuseppe Ballati Nerli, uomo di nobile famiglia senese, volontario a
Curtatone e Montanara. Le missive, ritrovate entro un prezioso scrigno
appositamente realizzato per contenerle, costituiscono anche un’organica
documentazione del trattamento della posta proveniente da militari e
volontari partiti per le “terre lombarde” in quel cruciale 1848.
Vincenzo Portulano, “Vittoria nella schiena”
“Vittoria nella schiena”. Così inizia una lunga lettera indirizzata,
forse da un ufficiale della colonna Manara. È il 6 agosto 1848 (Prima
guerra d'indipendenza) e scrive alla sorella, la "cittadina" Marietta
Leoni a Milano. In essa descrive quanto accadde nella battaglia di
Lonato e dintorni. Questo a differenza delle notizie "ufficiali", senza
timore alcuno delle visite interne che si facevano alle corrispondenze.
Alberto Cavalieri, “Testimonianze italiane sull’organizzazione Todt”
Protagoniste sono alcune cartoline, spedite da italiani avviati ai campi
di lavoro Todt in Germania dopo l’8 settembre. Nello specifico, trattasi
di cartoline predisposte dalla Croce rossa di Trento e Bolzano, da una
cartolina scritta da un civile alla famiglia del soldato e da una
lettera spedita nel 1944 da un italiano che si qualifica come
“lavoratore Todt”. Sono interessanti perché visualizzano quel barlume di
fratellanza, solidarietà e coraggio dimostrato dall’italica gente, già
provata da anni di guerra, nell’affrontare al buio una situazione
impensabile solo giorni prima, che portò i fratelli contro i fratelli,
ma soprattutto causò una crescente inquietudine del proprio immediato
destino.
Massimiliano Pezzi, “Il 1848 in Calabria nelle lettere private degli
insorti”
Sono ventisei lettere private di “patrioti-ribelli” del distretto di
Rossano, addetti a contrastare l’avanzata delle truppe borboniche
spedite in Calabria per reprimere gli aneliti
rivoluzionari-costituzionali dopo i fatti del 15 maggio 1848. Emergono
illusioni e speranze per una vittoria finale, ma anche delusioni ed una
scarsa organizzazione logistica, persino nel trasporto della
corrispondenza tra i campi ribelli e i paesi d’origine degli insorti.
Beniamino Cadioli, “Prima guerra mondiale. Aspetti postali nei
dieci mesi della neutralità italiana: combattenti, interventisti,
neutralisti”
Sono presentate alcune testimonianze dell’effetto sulle comunicazioni
avutosi con lo scoppio della Grande guerra nei dieci mesi della
neutralità italiana. È documentata, poi, la partecipazione “laterale”
italiana al conflitto attraverso: a) le ostilità in Libia, b)
l’occupazione di Saseno e Valona, c) l’azione dei volontari garibaldini
nelle Argonne. Qualche cenno, infine, alla propaganda interventista,
neutralista e pacifista attraverso la posta.
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Istituto di studi storici postali onlus - Prato
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L’Istituto di studi storici postali
L'Istituto di studi storici postali (www.issp.po.it), ora
organizzazione non lucrativa di utilità sociale (onlus), nasce nel 1982
ed ha sede a Prato nello storico palazzo Datini, in via Ser Lapo Mazzei
37.
Diverse le attività che propone nel settore postale e delle
comunicazioni, fra cui: ricerche archivistiche e bibliografiche,
l’organizzazione di convegni ed incontri con studiosi ed accademici, i
seminari annuali “Scrittura e comunicazione” (che fanno seguito agli
otto moduli dedicati a “Posta e paleografia”, organizzati tra il 1983 ed
il 1993), i corsi di specializzazione, la pubblicazione dei “Quaderni di
storia postale” e della rivista oggi semestrale “Archivio per la storia
postale - comunicazioni e società”.
Tra i suoi compiti, la conservazione dell'archivio proveniente dalla
Direzione superiore della posta militare, che accoglie 400mila documenti
originali riguardanti il XX secolo e che ha già fornito materiale per le
pubblicazioni edite dall’ufficio storico dello Stato maggiore
dell'Esercito.
In più, la gestione di una biblioteca-archivio, ricca di oltre 12mila
volumi ed opuscoli, cui si aggiunge l’emeroteca di 1.179 testate;
entrambe sono consultabili su appuntamento dal lunedì al venerdì, con un
catalogo anche on-line all’indirizzo http://catalogo.po-net.prato.it/easyweb/w2002/.
Per il lavoro l’Istituto si avvale del sostegno dei propri soci; la
quota annua per i residenti in Italia è di 40,00 euro, da versare sul
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gratuitamente la rivista dell’Issp.
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