Storie Postali per luoghi

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia
Quando a Mantova la posta viaggiava anche con i tram a vapore
bollo "CASSETTE POSTALI SUI TRAM"
Sergio Leali

L’argomento del quale voglio trattare va anzitutto contestualizzato nell’ambito dei collegamenti ferroviari interessanti Mantova e il suo territorio nella seconda metà dell’Ottocento.
La prima linea ferroviaria, la Mantova-Verona, era stata inaugurata nel 1851. Da allora e fino al 1873, nonostante alcuni progetti, questa fu l’unica tratta ferroviaria dell’intera provincia (tra l’altro la stazione non era situata a Mantova, ma a Sant’Antonio che dista circa tre chilometri dal capoluogo).

Frammenti di documenti sui quali furono applicate marche da bollo 5 kreuzer annullate con il bollo in dotazione alla Sezione Doganale dell’I. R. Strada Ferrata presso la stazione di S. Antonio.


La mancanza di collegamenti aveva avuto durante l’occupazione austriaca ragioni ben precise sia dal punto di vista politico che militare. L’impero austriaco considerava Mantova piazzaforte fondamentale per la sua difesa e cercava di evitare che essa avesse collegamenti con le altre città della Lombardia e dell’Emilia in quanto, in caso di una prevedibile guerra, in breve tempo si sarebbero potute ammassare ai suoi confini truppe ostili.

La linea Mantova-Cremona, progettata tra la fine degli anni Cinquanta e i primi Sessanta, non venne realizzata, oltre che per motivi di carattere militare anche per le troppo gravose condizioni poste dall’Austria al Regno d’Italia. Quando nel 1866 Mantova si sottrasse alla dominazione straniera si trovò così completamente isolata da tutte le altre città. Le autorità cittadine compresero ben presto che per dare vita alla rinascita economica della città e sottrarla dal suo isolamento, l’unica alternativa era realizzare un’adeguata rete ferroviaria, che la collegasse con le città confinanti già inserite nella rete nazionale, e di una tramviaria, per i traffici provinciali.

Dopo l’annessione al Regno d’Italia la prima tratta realizzata fu la Mantova-Modena, inaugurata nel 1873, seguirono poi la Mantova-Cremona e la Mantova-Legnago.

Per quanto riguarda invece le tramvie, esse avrebbero dovuto raggiungere le principali località della provincia che avevano in progetto tratte ferroviarie (erano allo studio la Suzzara-Ferrara e la Suzzara-Parma); per Ostiglia transitava già la linea Verona-Bologna.

La progettazione e la realizzazione di una tramvia si presentavano più semplici che per una ferrovia in quanto erano necessari solamente accordi fra l’amministrazione provinciale, disponibile a concedere la posa dei binari sulle strade di sua competenza, e le amministrazioni comunali.
A differenza di quanto avveniva per le ferrovie, il cui costo era suddiviso fra lo stato e gli enti locali, per le tramvia le spese erano completamente a carico della Provincia.

L’onere per la Provincia di Mantova, che da poco era stata istituita e con scarse risorse economiche derivanti più che altro dall’agricoltura, era molto elevato, ma del resto lo si ritenne inevitabile; la scelta delle varie tratte doveva quindi essere fatta con la massima oculatezza, affidando la realizzazione a ditte private e specializzate.

Solamente nel 1880 si cominciò a parlare della tramvia, che avrebbe collegato Mantova a Brescia, e, dopo un lungo periodo di studi e progetti, venne stipulata la convenzione per la sua realizzazione tra il Consiglio Provinciale di Mantova e la “Société Anonime d’Entreprise Générale des Travaux de Bruxelles”, soprannominata dai mantovani “la Belga”. Era previsto il prolungamento fino a Ostiglia che fu realizzato il 18 luglio successivo.

Busta intestata Societé Anonyme d’Entrerprise Générale de Travaux

La prima tratta, la Mantova-Montichiari, fu inaugurata il 19 aprile 1886 e, collegandosi con la già realizzata linea che partiva da Brescia, permetteva il collegamento fra le due città.

Fu pure costruita nei pressi della Porta Pusterla, non molto distante da Palazzo Te, la stazione che prevedeva pure un’officina per la riparazione delle locomotive, alimentate a vapore, tutte, come i carri per il trasporto merci, di fabbricazione belga.



Nel 1886 venne poi inaugurata la linea Mantova-Viadana e nell’anno successivo la Mantova-Asola, entrambe affidate alla ditta Valentini-Mazzorin.

La stazione di queste ultime era posta nei pressi di Porta Pradella. che, come l’altra, fu demolita negli anni Trenta del secolo scorso.

Stazione tramviaria nei pressi di Porta Pradella


Praticamente buona parte dei principali paesi della provincia si trovarono così collegati con la città dal tram che costituiva per moltissime persone l’unico mezzo per raggiungerla.

La linea Mantova-Viadana si può considerare sotto vari aspetti la più importante, infatti presso la stazione di Ponte Maiocche, vicino a Sabbioneta, si congiungeva con la rete tramviaria cremonese, a sua volta collegata con quella che arrivava fino a Treviglio e a Milano.



La velocità che queste locomotive potevano raggiungere era molto modesta: infatti per percorrere i circa 70 km tra Mantova e Brescia il tempo impiegato era di circa quattro ore e mezza; per raggiungere Ostiglia e Viadana da Mantova (distanti rispettivamente circa 35 e 40 km) occorrevano due ore e mezza mentre circa mezz’ora in meno si impiegava per raggiungere Asola (38 km).

Locomotiva trainante carri e vagoni passeggeri alla fermata di Castelnuovo Asolano

 

Nel 1911 si realizzò la linea Castiglione delle Stiviere-Desenzano consentendo così ai mantovani di raggiungere con relativa facilità il Lago di Garda.


Ultima ad essere inaugurata nel 1930 fu la Casaloldo-Medole che però ebbe vita brevissima (solamente tre anni).
Sulla base di queste necessarie annotazioni, possiamo ora trattare l’argomento dal punto di vista postale.

La Legge che regolava la concessione delle tramvie a trazione meccanica pubblicata nella “Gazzetta Ufficiale del Regno” il 2 gennaio 1897 - n. 1, l’art. 45, prevedeva:

«Concessionari delle ferrovie economiche e di tramvie saranno obbligati al trasporto e scambio gratuito delle corrispondenze postali, ed a fare eseguire dai loro agenti, direttamente col personale dell’amministrazione delle poste, il ricevimento e la consegna di esse nelle singole stazioni. Lo stesso obbligo avranno per i pacchi postali, mediante il corrispettivo di centesimi otto per pacco fino a tre chilogrammi; e di centesimi dodici per pacco fino a cinque chilogrammi. Quando sia aumentato il limite massimo del peso attualmente ammesso pei pacchi postali, detto corrispettivo sarà aumentato di centesimi due per ogni chilogramma in più, senza pregiudizio delle speciali convenzioni attualmente esistenti».

Quindi i tram dovevano essere utilizzati anche per trasportare e consegnare la corrispondenza e i pacchi. Quello che contraddistingue i tram del Mantovano, come del resto accadeva su alcuni treni, è che sulla fiancata di una carrozza vi era una cassetta nella quale si poteva imbucare la corrispondenza. All’arrivo a Mantova veniva messa in un sacco e affidata ad un incaricato che la consegnava all’ufficio postale della città dove veniva apposto il particolare bollo rettangolare ad angoli arrotondati racchiudente la scritta, su due righe, “CASSETTE POSTALI - SUI TRAM”.

 

Oltre a tale indicazione priva di riferimenti a località e a data, si apponevano i regolamentari bolli in uso in quel periodo e cioè il cosiddetto bollo “tondo riquadrato”, il cerchio piccolo e quello con lunette vuote. Dall’esame di un buon numero di lettere e cartoline, tutte provenienti da paesi del Mantovano, si può senza dubbio affermare che fu apposto quel tipo di bollo presso le poste di Mantova in quanto su di esse non compaiono altri timbri se non quelli della località di arrivo. Una conferma la si ha anche dal colore dell’inchiostro che risulta sempre identico per entrambi i bolli.

Nonostante le numerose ricerche e richieste di informazioni presso gli archivi delle Poste di Roma e di Mantova, delle Amministrazioni Provinciale e dei Comuni interessati da questo servizio, non è emerso da chi esso sia stato fornito e di conseguenza non si hanno notizie certe sulle date di utilizzo. Si può supporre quindi che esso sia stato realizzato per iniziativa della Direzione delle Poste di Mantova.
Non essendoci documenti ufficiali il periodo del suo utilizzo lo si può desumere solamente dai dati forniti dai collezionisti. Le date estreme, per quanto ho potuto verificare, vanno dai primi mesi del 1908 (18 marzo la prima data?) al 22 giugno 1922.

Non sono ovviamente note raccomandate recanti il bollo, in quanto non era previsto questo servizio che richiede il rilascio di una ricevuta; sono invece noti alcuni espressi che posso senz’altro affermare costituiscono una vera rarità.

Per quanto riguarda la tipologia si constata che ne esistono due tipi che si differenziano per pochissimi dettagli. Il più evidente è la linea curva verticale di sinistra che risulta più o meno arrotondata. La lunghez-za dei rettangoli è in uno di mm 53,5, nell’altro di un millimetro in meno. La scritta “CASSETTE POSTALI” è della stessa lunghezza mentre di pochissimo più corta risulta quella: “SUI TRAM”. Sono modeste ma significative differenze che consentono di affermare che si tratta senza dubbio di due timbri differenti. I caratteri tipografici non mostrano significative differenze. I due bolli, per quanto ho potuto constatare, furono usati contemporaneamente, anche se il primo è di più facile reperibilità.

Secondo tipo del bollo “CASSETTE POSTALI SUI TRAM”



Sergio Leali
11-08-2020