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SPERATI, UN ARTISTA FALSARIO…
O UN FALSARIO ARTISTA?


Fig.1 – Jean de Spérati (1884-1957)

UNA VOCAZIONE FAMILIARE

Il suo vero nome era Giovanni Desperati, era nato il 14 ottobre 1884 a Pisa, in Toscana, da padre ragioniere e madre che, unitamente ai fratelli, vendeva francobolli falsi all’insegna della Borsa filatelica toscana! A questo primo apparato familiare, si associava la presenza di un cugino cartaio che lo avviò alla conoscenza dei vari tipi di carta… Giovanni divenne appassionato di francobolli anche lui, di conseguenza, “naturalmente” entrò nell’impresa familiare prima di conoscere i guai giudiziari che lo indussero a rifugiarsi in Francia nei primi anni del 900 (fig.2).

Fig.2 – La patenta di guida di J. de Spérati (1911)
(dal sito Dauphine.com, S. Muscio, 25 luglio 2018)

Sistematosi a Parigi, dopo aver tramutato il suo nome “alla francese” in: Jean de Spérati, il Nostro, proseguì tranquillamente la sua attività di riproduzione di francobolli di valore. Il negoziante Jean Cividini gli ordinò la realizzazione di una serie della Gold Coast inglese per poterla successivamente sottoporre all’esame del famoso perito tedesco Max Their! Il verdetto reso fu esplicito ed eloquente: il luminare specialista dei francobolli delle colonie inglesi, attestava che i francobolli dello Sperati erano… autentici! Il talento del nostro uomo era stato brillantemente riconosciuto! (fig.3)

Fig.3 – Bozza preparatoria per la fabbricazione di un tête-bèche
del 20 centimes Empire. Si vedono varie indicazioni tecniche, nonché
“prove di colore” con la punta del dito! (Asta Cérès).

Sperati chiamava la sua attività “Philatélie d’Art”, cioè Filatelia d’Arte: egli attribuiva a se stesso non la fabbricazione di falsi, ma la “riproduzioni” di francobolli di ottima qualità… ponendoli in vendita sul mercato al 1% del valore dell’originale, prezzo che già nella sua cifra esprimeva la mancata intenzione di sfruttare un eventuale sprovveduto cliente. vediamo, sotto, un esempio di presentazione delle sue figurine (fig. 4, asta Alliance Philatélie): erano presentate in un cartoncino ripiegato in due.

A sinistra, un’intestazione “Jean De Sperati / Aix-les-Bains / Savoie” accompagnata dalla sua firma…

A destra, i francobolli incollati...

E sulla copertina la loro identificazione precisa!


Una domanda però sorge a buon diritto: “Ma lo sapeva Sperati che le sue creazioni, talvolta, erano vendute in qualità di “veri” francobolli da negozianti ed intermediari poco scrupolosi?” Per massima riservatezza e discrezione, Sperati si spostò a Aix-les-Bains in Savoia nel 1930 con moglie e figlia, sistemandosi alla “Villa Clair de Lune” (fig.5).

Fig.5 – “Villa Clair de Lune”,
la casa della famiglia De Spérati a Aix-les-Bains.

EPILOGO GIUDIZIARIO

La sua operosa attività fu scoperta per caso nel 1942: un pacchetto di francobolli “d’arte” (per riprendere la sua espressione), destinati al Portogallo, fu sequestrato dalla Dogana francese. I periti giudiziari valutarono allora quel contenuto in 223.000 franchi dell’epoca, ammontare notevole! Per non essere condannato per frode ed evasione fiscale, Jean de Spérati dovette confessare la sua attività di “copista” e di “artista” (ma non di falsario) e spiegare la sua tecnica davanti ad un tribunale che lo assolse, ma lo rimproverò per avere dato fastidio agli addetti della dogana!

Fiero del suo lavoro, Sperati pubblicò nel 1946 un primo libro: La philatélie sans experts? (fig.6) ed iniziò la redazione di un secondo, rimasto incompiuto, La méthode de la philatélie d’art (Il metodo della filatelia d’arte).

 

Fig.6 – La filatelia senza periti?


Nel 1952 Jean de Spérati affrontò un nuovo processo: questa volta attivato dall’iniziativa avviata dalla Camera sindacale dei negozianti di francobolli. La sentenza emessa lo condanna, per truffa, a due anni di carcere, anni di detenzione però sospesi a causa della sua avanzata età. Ma, come ben evidenziava la stampa dell’epoca, (fig.7) il processo istituito a carico di Jean de Spérati, non si rivelò tanto come quello confacente a smascherare un falsario… bensì quello che mise in evidenza le incompetenze di periti incapaci di differenziare veri francobolli da imitazioni “artistiche” seppure… perfettissime!

Fig. 7 - Articolo pubblicato nella rivista popolare Paris-Match.

EPILOGO POSTUMO

Alla figlia Yvonne, per il suo 28° compleanno, Sperati le regala un classificatore con 235 francobolli: un campionario di tutta la sua opera! Il quaderno, purtroppo, in una notte del 1967 fu rubato da uno svaligiatore… e ricomparve solo nel 2002 presentato in un’asta … a New-York! Il procuratore della Repubblica di Chambéry, Jacques Pin, ed il capitano di polizia Philippe Casano, con la loro operosità ne hanno permesso, nel maggio 2003, la sua restituzione alla legittima erede (fig.8).

Fig.8 - Fotografia pubblicata il 23 luglio 2010 nel giornale francese
Le Dauphiné libéré.

BIBLIOGRAFIA

Sulle vicende giudiziarie della famiglia Sperati in Italia: Fabio BONACINA, “Arrestate De Sperati” in Vaccari Magazine n°42, ottobre 2009

Per identificare i falsi “italiani” dello Sperati: Antonello CERRUTI, I Falsi di Jean de Sperati, 2018: 12 pagine con le riproduzioni a colori ed ingrandite degli originali e dei corrispondenti falsi, con descrizione delle caratteristiche per distinguerli.

Una biografia di referenza, in francese: Lucette BLANC-GIRARDET, Jean de Spérati, l’homme qui copiait les timbres, 2003.

Jean de Spérati alla fine della sua vita… sempre con francobolli!