Egregio Dott. Monticini,
trovo difficoltà a catalogare il timbro postale qui riprodotto in quanto lo stesso non presenta l'ora nel datario. Non ho trovato riscontro nelle recensioni relative alle bollatrici pubblicate sul suo sito.
Colgo l'occasione per sottoporle anche un altro quesito:
alcuni timbri postali riportano una lettera (A - B etc) come da immagini sotto riportate. Ho trovato notizie in merito nelle citate recensioni ma non mi è chiara la loro finalità.
In attesa di sua certa risposta, saluto cordialmente,
Claudio Cozzolino
risponde Alcide Sortino – Presidente A.N.C.A.I.
Gentilissimo Sig. Cozzolino,
i due datari manuali sono due bolli del tipo normalizzato ex normativa 1969, la cui legenda, disposta in senso orario, comprendeva nell'ordine: numero di cap, nome dell'ufficio, sigla provinciale (per le località non capoluogo) e lettera (o combinazione alfanumerica) distintiva. Il corno postale, che sostituiva la parola "poste" era inserito in basso al centro. Per le località con codificazione zonale (in origine dieci) il numero di cap non andava inserito.
L'indicazione distintiva serviva a identificare i singoli bolli e quindi chi li utilizzava, nonché indirettamente, alcune operazioni o sportelli, dato che la normativa aveva abolito tutte le scritte accessorie (raccomandate, conti correnti, telegrafo, ecc.). Tutto ciò in teoria, perché poi quasi nessun direttore (o incaricato) ritirava a fine servizio i bolli per riporli in cassaforte e poi ridistribuirli l'indomani, annotando a chi venivano affidati.
L'indicazione alfanumerica, a seconda dell'alfabeto scelto dalla singola Dirpostel, a 21 o 26 caratteri (la normativa aveva dimenticato di dare precisazioni in merito) era costituita per i primi 21 o 26 bolli da una singola lettera, dalla "A" alla "Z".
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ne iniziava una seconda con l’indicativo dalla A1 alla Z1.
Se questa non bastava, ne iniziava una terza, dalla A2 alla Z2 e, caso rarissimo che si verificava solo per i grandi uffici di movimento, poteva essere necessaria una quarta serie, dalla A3 alla Z3. Ho osservato migliaia di bolli, ma non ho mai riscontrato un timbro della quinta serie, ovvero con la lettera seguita dal numero 4, il che vorrebbe dire superare i 100 datari in dotazione.
Infine una ulteriore precisazione: l’alfanumerazione dei datari, sconvolta dall’Ente Poste allorchè fu introdotto anche nei timbri il logo FMR, è stata ripresa integralmente all’inizio del 2000, quando furono adottati i bolli “Poste Italiane”.
L'indicazione dell'ora era richiesta solo per certi servizi e in questo caso, sempre in mancanza di precise indicazioni, ogni economato provinciale si comportò a modo suo: chi applicò un'unica alfanumerazione ai bolli (quindi mischiando quelli con e senza ora), chi invece fece due alfanumerazioni separate, con la negativa conseguenza dell'uso contemporaneo di bolli con la stessa lettera distintiva, che differivano unicamente per l'eventuale presenza dell'ora.
Le due impronte con la targhetta, sono bollature meccaniche di bollatrici OMT o OMT Flier, in questo caso con l'applicazione della targhetta del 1971 di propaganda del risparmio postale, al posto di quella normale con le linee ondulate. I vari tipi di bollatrici e di targhette sono state ampiamente descritte nel corso degli anni sul notiziario L'Annullo dell'ANCAI, i cui primi 200 numeri sono liberamente visibili sul sito dell'associazione.
http://ancai.altervista.org/home.htm
Distinti saluti,
Alcide Sortino – Presidente A.N.C.A.I.
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