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drammatico o "dramatic"?

precisazioni su "Filatelia e web: un dramma" ?

 di Mariagrazia De Ros  

A seguito del mio editoriale “ Filatelia e web : un dramma ?”, ho ricevuto delle puntualizzazioni che ritengo opportuno riportare, per chiarire il senso di alcune affermazioni.

 

Lo faccio proponendo un “mini forum triangolare “ costituito da stralci dei messaggi ricevuti e spediti sull’argomento con due premesse, una “geometrica “ e l’altra “cromatica”.

 

Ai vertici del triangolo  ci sono Fabio Vaccarezza (CIFR),. Emanuele Gabbini (AICPM – FSFI )  e la sottoscritta.

Il colore  nero contraddistingue gli interventi di Fabio, 

il blu quelli del sig. Gabbini, 

il rosso i miei.

 

*************************************

 

 

Ho letto il tuo commento sul Postalista circa "Filatelia e web: un dramma?"

Conosco personalmente Emanuele Gabbini (che ho in parte iniziato ai misteri delle aste su E-Bay) e siccome certamente vede di buon occhio l'introduzione ( o meglio l'espansione) della filatelia su internet, mi permetto di dare una mia personale interpretazione al significato del suo "DRAMMATICO"... poi magari lui mi smentirà...

Il termine "dramatic" in inglese non ha lo stesso significato che in italiano e corrisponde, (se per esempio si stanno citando dei dati) al nostro "straordinario. superiore ad ogni aspettativa"...e  lui ha lavorato molto all'estero...

Quindi un significato di meraviglia non la connotazione negativa che giustamente tu gli puoi attribuire.

.

 

Conosco perfettamente il significato inglese della parola "dramatic" , ma sinceramente penso che se Gabbini che peraltro stimo e ammiro moltissimo, avesse voluto dargli quel significato avrebbe quanto meno potuto scriverlo in corsivo o tra virgolette.

In più l'uso dell'aggettivo "drammatico", secondo me, veniva a confermare con un po' di "timore" quanto paventato da Gabbini nell'articolo precedente , in riferimento alla crisi della carta stampata in conseguenza dell'espansione di Internet. E' l'assurdità di questo timore  che non è solo di Gabbini, ma di molti filatelisti e non solo, che  io ho voluto evidenziare, non altro.

Ho avuto uno scambio di note e-mail con Emanuele Gabbini e la mia interpretazione era giusta. Avendo io lavorato in una multinazionale, come lui,  so che certi termini inglesi vengono tradotti  in italiano, ma lasciando per deformazione professionale, il significato iniziale imparato durante i meeting internazionali. Ecco che il termine "drammatico" viene usato da Gabbini in italiano , ma nel suo significato "inglese" mentre presentava e confrontava dei dati.... (leggi uno stralcio della sua e-mail più sotto) 

 

ecco una parte della risposta che mi ha mandato Gabbini:

 

Caro Fabio,

hai naturalmente compreso perfettamente: a me pareva che chiunque, leggendo l'articolo e non solo una frase estrapolata, avrebbe dovuto capire la stessa cosa. Parlavo ai soci AICPM e commentavo i risultati di un nostro questionario interno con quello di sette anni prima. Dicevo quindi che si confermava l'alto livello culturale (scolastico sarebbe il termine più appropriato) dei soci, quasi tutti diplomati o laureati. Si confermava pure l'età con più del 50% dei soci oltre i 60 anni. Facevo poi notare il drammatico cambiamento nell'uso dei mezzi di comunicazione: pochissimi avevano il computer e nessuno usava internet sette anni fa, mentre oggi quasi tutti hanno un personal computer ed il 60% è collegato ad internet....Quando poi ho scritto che lo sviluppo della comunicazione su internet è un bene ma mette in crisi, economicamente, la stampa filatelica ho detto una ovvia verità, ma la cosa né mi preoccupa né mi dispiace. .... 

 

 

Gentilissimo Signore,

Le scrivo direttamente scusandomi, in anticipo, se le porterò via del tempo prezioso.

Tramite il comune amico Fabio Vaccarezza ho potuto avere dei chiarimenti sull'uso del temine "drammatico" da Lei usato nei Suoi articoli su Posta Militare.

Da linguista ( sono laureata in lingue straniere e in lettere moderne ) non sono molto d'accordo sull'ovvietà dell'interpretazione estensiva del temine italiano "drammatico" che ha nella nostra lingua una connotazione essenzialmente negativa.

Rispetto comunque le Sue scelte di traduttore e per chiarire ai lettori de "il postalista " il senso esatto del Suo intervento, vorrei preparare per uno dei prossimi aggiornamenti del sito di Monticini un articoletto a carattere esclusivamente linguistico sull'argomento.

Mi piacerebbe impostarlo come un minidibattito partendo dal titolo della mail di Fabio " Drammatico o dramatic ? ", inserendovi il testo della mail stessa e se Lei mi autorizza  , lo stralcio di quella nella quale Lei conferma a Fabio l'esattezza della sua interpretazione.

 

 

Carissima professoressa.

innanzi tutto grazie per avermi scritto: sono io che sono orgoglioso di fare la Sua conoscenza "virtuale": ammiro molto il lavoro che fa per la Federazione e per la filatelia giovanile in generale.

Non Le farò (la tedierei) un riassunto del mio curriculum professionale, ma Le dirò semplicemente che ho lavorato per oltre 30 anni per aziende multinazionali, vivendo tre anni negli Stati Uniti e sei in Inghilterra e viaggiando moltissimo (troppo!). In questa situazione, si parlano magari diverse lingue, ma tutte male, compresa quella nativa. In particolare, il linguaggio "degli affari", specie nelle multinazionali, ha avuto una notevole (mi veniva di dire una drammatica) evoluzione negli ultimi venti anni, "assorbendo" e "italianizzando" molti vocaboli di origine anglosassone. Oggi, in azienda, per dire "enorme miglioramento" si usa spesso "drammatico miglioramento" ecc.

In questo senso ho usato questo aggettivo nei due articoli che Lei ha letto. Capisco che per una insegnante, laureata in lingue straniere e lettere moderne, la cosa possa essere fraintesa se non addirittura fastidiosa. Chiedo venia.

Naturalmente, venendo alla sostanza, non sono affatto preoccupato per lo sviluppo di internet (che peraltro uso estensivamente) in generale e per la filatelia in particolare: semmai ho un po’ paura che un grande sviluppo di internet possa ridurre le occasioni di socializzazione fra collezionisti ....... ma questo è un po’ il trend del cambio di stile di vita generale. Sarà però una opportunità per quelle associazioni o circoli che, consci di questo, si strutturino e facciano programmi per la creazione di eventi che pur avendo un contenuto (filatelico) interessante, siano anche occasioni piacevoli di socializzazione.

Per quanto riguarda il Suo desiderio di scrivere un nuovo articolo per il Postalista, Lei può utilizzare in tutta libertà i testi delle mie e-mail ecc.

Con molta cordialità

Emanuele Gabbini

 

 

 

Chiudo questo mini forum con i miei più vivi  ringraziamenti a Fabio Vaccarezza e a Emanuele Gabbini per i loro interventi e al carissimo Roberto Monticini per l’ospitalità

 

Mariagrazia De Ros

 

 

 

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