COMUNICATO STAMPA
 
 
  2 NOVEMBRE - 
Commemorazione dei defunti e dei caduti 
 
In memoria del capitano e poeta Maurizio Poggiali, nel decennale della morte (1965-1997), avvenuta l'8-8-1997 nell'incidente aereo di Monte Lupone (CORI - LATINA) provocato da imperizia altrui,
 ed in occasione del francobollo emesso da Poste Italiane nel 2007.
www.mauriziopoggiali.it

"Un giovane caduto nell'adempimento del proprio dovere, dopo una vita breve ma intensa, improntata a valori etici che possono costituire modello per le giovani generazioni".
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

La città ha avuto modo di rendere omaggio alla memoria del capitano Maurizio Poggiali, prima con l'intitolazione di una scuola, poi con quella di un Largo della città che abbiamo inaugurato insieme, perché ritengo che la sua figura, la sua intensa esperienza di vita e il suo coraggio insieme al suo amore per la poesia e l'arte non debbano andare dimenticate.
Walter Veltroni, Sindaco di Roma.
 
A un mistico spagnolo che era nel mirino di Torquemada fu rivolta una domanda imbarazzante: Pensi tu che Dio, nella sua saggezza infinita, possa aver commesso anche soltanto uno sbaglio nella creazione del mondo? La risposta negativa avrebbe urtato contro l'evidenza della storia, catena infinita di sciagure. Ma ancora più pericoloso sarebbe stato rispondere "sì".
Il mistico disse che un errore c'era stato: permettere che si muoia a età molto diverse, vedere vecchi che raggiungono la tarda vecchiaia e giovani che scompaiono nel fiore degli anni, quando ogni strada è spalancata sull'avvenire. Aggiunse però subito una considerazione che lo salvò. Disse, sulla base di dotte affermazioni di santi e di spiriti illuminati, che la vita è come un elastico, che rimane lo stesso, teso o rilasciato che sia, e che a qualsiasi età si muoia noi abbiamo già ricevuto il massimo della grazia e delle opportunità che il Cielo ci aveva destinate. La qualità conta, non la quantità: la quantità è soltanto visibile per chi resta, per chi non può entrare negli alti disegni del Creatore.
Leggo le lettere che mi spediva da luoghi diversi, con stati d'animo diversi, e la mia desolazione è infinita.
Certe parole sono belle in sé ma terribili per chi le legge con gli occhi del "dopo". Maurizio si dice orgoglioso, sente quella bellezza che consiste nell'offrire qualcosa agli altri. Parole importanti che in forma meno occasionale ritornano nelle sue poesie ricche di umanità e di slancio.

E' un caso che qui la prima poesia della raccolta abbia già un tocco di cupo presagio che mi fa pensare all'"elastico" di cui parlava quel mistico spagnolo? Il "viale" ci guida tutti a uno stesso luogo.


IL VIALE

Camminiamo,
camminiamo lungo un viale
che per alcuni è alberato
e pieno di colori,
e per altri è deserto
e spento.
Non si rallegrino, però,
i primi;
né si rattristino
gli altri:
uguale per tutti
è il luogo
dove esso conduce.

Ci sono molte poesie "belle", d'impianto prosodico tradizionale che testimoniano della sensibilità, del gusto e della cultura di questo giovane straordinario. Penso a "Delusione":
 
DELUSIONE:

come
bellezza svanita nel nulla
fragile luce
di candela spezzata
spazzata
dal vento di una foglia che
cade

nella notte

profonda.

Bisogna leggerla così sulla carta, con i suoi "bianchi" e i suoi ritmi spezzati, le sue micromisure e purtroppo anche con il cupo presagio che le parole contengono.
E poi ci sono testi d'altro tono e tenore, rotti, sperimentali, anche questi interessanti almeno per dimostrare il largo ventaglio delle possibilità espressive di questo giovane autore che certo ci avrebbe riservato delle sorprese. Lo voglio considerare "un poeta", allo stesso modo con cui le sue autorità aeronautiche lo hanno promosso a "Maggiore".
E, con i suoi cari, lo piangerò a lungo.
(Maria Luisa Spaziani, poetessa)



 
IL VIALE
(Poesia di Maurizio Poggiali)

Camminiamo,
camminiamo lungo un viale
che per alcuni è alberato
e pieno di colori,
e per altri è deserto
e spento.
Non si rallegrino, però,
i primi;
né si rattristino
gli altri:
uguale per tutti
è il luogo
dove esso conduce.

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ALLE STELLE

Stelle, silenziose
e belle. In più di
mille apparite sopra
di me, scintillanti nella notte calda.
E i miei occhi vi
parlano. E nel mio animo,
è pace.

 
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FRANCOBOLLO A MAURIZIO POGGIALI

Questo francobollo emesso delle Poste Italiane riveste un duplice significato: il primo, quello di ricordare una personalità, Maurizio Poggiali, che ha inciso nella storia dell’Aeronautica Militare e della città di Roma dove mio fratello è nato, nel 1965.

Fin da adolescente, campione giovanile con l’ A.S. Roma nuoto, dimostra grande interesse, oltre che per lo sport, per il mondo culturale e scientifico. Si impegna personalmente per la creazione di un organismo giovanile europeistico ed attraverso i suoi elaborati e la partecipazione a varie conferenze ed incontri, espone la necessità della collaborazione tra le varie Nazioni, nel settore scientifico-tecnologico, con il fine ultimo di aiutare il processo dell’integrazione europea. Nel 1985 e 1986, tra migliaia di partecipanti, risulta vincitore del concorso internazionale "I giovani incontrano l’Europa" indetto dalla Rai. Il candidato doveva indicare, tra i vari pregiudizi esistenti nei Paesi della Comunità, quello di maggior ostacolo all’unificazione europea e quale iniziativa suggerisse per rimuoverlo. Maurizio scrive:

 "Abbiamo tanti problemi in casa nostra!" Questo è il pregiudizio più pericoloso e di maggior ostacolo all’unificazione europea. E in questo senso vanno indirizzati gli sforzi maggiori: essere insieme, uniti, non significa consolarsi a vicenda nel pianto della rassegnazione ma, al contrario, aiuto reciproco e volontà raddoppiata di venire a capo dei problemi più tormentosi. E’ necessaria una maggiore, migliore, capillare e intelligente informazione per un maggior "credo" in una dimensione europea, in un futuro comunitario più sereno per tutti: è ripetitivo ma importante sottolineare che le attenzioni vanno rivolte ai giovani, perché se questi oggi non avvertono l’esigenza, la ne-ces-si-tà di un’ Europa Unita, tale non sarà domani e se non arrivano a comprendere che il bilancio "USE" sarebbe sicuramente più che positivo per "l’uomo europeo", anche loro con buona probabilità, avendo un animo e una mente, continueranno come "uomini della Terra" a tremare seppur inconsciamente nella triste prospettiva della fine di tutto".

L’anno successivo i concorrenti erano tenuti a condensare in un testo di massimo venti parole come immaginavano - o come avrebbero voluto - l’unità europea. Maurizio compone così: "Verranno i giorni delle notti di luce. La luce di più di dodici stelle. I giorni dell’Europa unita".

In una lettera del 1986, indirizzata alla poetessa Maria Luisa Spaziani, durante il primo anno d’Accademia Aeronautica, già si intravedono i tratti di una singolare figura di aviatore-poeta che, come Antoine Saint-Exupery - al cui mito è stato avvicinato - ama la poesia, la letteratura e la scrittura:

 "Ci può essere qualcosa di più bello dell’attività creativa e letteraria in particolare? Mettersi lì, davanti alla carta bianca, candida, a scrivere e aggiustare e togliere e riscrivere, lei sa quanto appaghi. Devo confessarle, d’altro canto, che la consapevolezza di svolgere, ad alto livello, un compito di difesa al servizio del proprio Paese, di essere tra coloro che garantiscono, salvaguardandola, la libera quotidianità ai propri cari e alla nazione intera in un certo senso rende orgoglioso chi sente la "bellezza" di offrire qualcosa agli altri. Inoltre, le cosiddette "virtù militari" quali il coraggio, la lealtà, lo spirito di sacrificio, l’onore, continuamente predicate in Accademia, riescono qualche volta a suscitare brividi davvero nobili".

Risulta primo tra i navigatori al termine del corso Falco IV° dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli (1986-1990). Il suo iter formativo lo porta a stretto contatto con la realtà militare internazionale: presso la Midwestern State University di Wichita Falls (Texas); la base aerea dell’Air Force di Mather (California) e la Scuola Trinazionale per velivoli Tornado presso la Royal Air Force di Cottesmore (Gran Bretagna) dove, superando impegnativi test e qualificandosi sempre tra i primi in competizione con colleghi di altre nazionalità, diviene un esperto navigatore di Tornado: il jet supersonico, raffigurato nel francobollo, è un velivolo tra i più complessi in dotazione all’Aeronautica Militare e del quale il capitano Maurizio Poggiali era uno specialista.

Ufficiale stimato ed orgoglioso di indossare l’uniforme azzurra, trascorre gli anni tra il 1991 ed il 1994 presso il 154° gruppo di Ghedi (Brescia) tra i famosi "Diavoli rossi" ; periodo che considera: "tra i più belli della mia vita". Nel 1995 viene selezionato per il reparto d’elite dell’A.M.: il Reparto Sperimentale Volo di Pratica di Mare dove ricopre incarichi di responsabilità e di comando.

Dal 1995 al 1996 frequenta, con straordinario profitto, il 28° corso "Aerosystem" presso la base della RAF a Cranwell, meritandosi il plauso e l’apprezzamento di tutto lo Staff del College e conseguendo la qualifica di "Collaudatore di sistemi avionici". A seguito dell’ottenimento di ulteriori qualifiche, brevetti e prestigiosi riconoscimenti internazionali che fanno onore al nostro Paese, viene nominato, dal Ministero della Difesa, "Istruttore Sperimentatore di sistemi avionici" e "Capo sezione Navigazione" servizio prove di volo del 311° gruppo. Dopo aver frequentato la Ground School del velivolo Tornado Adv presso la base RAF di Coningsby (Gran Bretagna), il 9 aprile 1997, da Gioia del Colle, fa parte del primo equipaggio italiano ad effettuare rifornimento in volo con il Tornado Adv. Il 6 maggio 1997, come navigatore, effettua voli con il Tornado F3, durante i quali egli mette a punto le procedure che sono impiegate dai piloti dei reparti operativi.

Nel mese di giugno del 1997 partecipa, come rappresentante dell’A.M. italiana, al Salone Aeronautico Internazionale di Le Bourget (Parigi) ed è intervistato, per la Rai, ad illustrare l’avionica del velivolo MB339 CD, a cui stava riversando il suo impegno.

Il secondo proposito del francobollo a lui dedicato - nel decennale della morte avvenuta l’8 agosto 1997 , a trentadue anni, nell’ incidente aereo di Monte Lupone (Cori-Latina) provocato da imperizia altrui -, credo sia quello di far emergere, attraverso il suo esempio, quanto sia importante, nella vita di ogni individuo, mettere a servizio della collettività valori quali l’onestà, il coraggio, il senso del dovere, lo spirito di sacrificio: virtù che Maurizio Poggiali possedeva e che ha saputo esprimere nel suo percorso umano e professionale. La vita di uno studioso di Ingegneria Aerospaziale all’Università Federico II di Napoli con l’obiettivo di partecipare alle selezioni per astronauta; la vita di un simpatico "esploratore" dal sorriso contagioso ed ottimista e, al tempo stesso, la vita esemplare di un cittadino del mondo, altruista e partecipe ai problemi del prossimo.

Una nobile esistenza nella quale echeggia, come in quella di un giovane eroe moderno, il monito di Kant: "il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me". La legge morale lo ha fatto librare verso il sogno dello spazio e delle stelle e lo ha stimolato "ad amare le cose difficili se necessarie alla libertà", contrastando ogni iniquità. Questo suo anelito di trasformare in meglio la società - in cui "l’essere" deve sovrastare "l’avere" - e, parimenti, "la bellezza di offrire qualcosa agli altri", li manifestava con azioni, propositi, scritti espressi con forza d’animo, perizia ed intelligenza, unite sempre a stile e misura. Dovessi scegliere una sua frase, per indirizzarla a tutti i giovani, citerei questa: "Fai dell’onestà una sorta di faro e se in futuro certe zone della tua vita non ne rimanessero illuminate, considera la possibilità di cambiare qualcosa, perché qualcosa che non va, c’è".

Il Sindaco di Roma on. Walter Veltroni, durante l’inaugurazione di "Largo Maurizio Poggiali" così lo ricorda:

"Un ragazzo di trentadue anni, caduto mentre faceva il proprio dovere; una persona che aveva stabilito un sottile filo di coerenza fra il dovere di pilota e la sua passione letteraria e civile. Se c’e’ qualcuno a cui credo sia giusto che la città renda omaggio, queste sono esattamente le persone come Maurizio Poggiali. Abbiamo voluto dedicare questa strada alla memoria di Maurizio con l’obiettivo preciso di dare il segno di una presenza che continua: così è per i bambini della scuola elementare che già porta il nome di Maurizio Poggiali e così sarà per i cittadini di questo quartiere, orgogliosi di uno slargo di Roma che porta il nome di un ragazzo italiano che, come Antoine Saint Exupery, - l’autore del "Piccolo principe", anche lui pilota e scrittore -, coltivava la poesia, la vita, che amava volare e che ha terminato la propria esistenza facendo il suo dovere".

E se è vero, come riporta Maria Luisa Spaziani, nella prefazione al libro di poesie di Maurizio Poggiali "Lune d’inverno" che: "la vita è come un elastico, che rimane lo stesso, teso o rilasciato che sia, e che la qualità conta, non la quantità: la quantità è soltanto visibile per chi resta, per chi non può entrare negli alti disegni del Creatore", è altrettanto vero che la qualità dei "grandi" è di superare il tempo e divenire storia.

Grazie anche a questo francobollo, gli ideali di Maurizio Poggiali rimarranno sempre dei luminosi punti di riferimento per le nuove generazioni di aviatori e di cittadini.

 il fratello Fabio Poggiali,  autore, regista
 e direttore artistico Fondazione Teatro Savoia 

 


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