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Memorie di un anziano collezionista di storia postale (LVIII parte): CHIUDILETTERA DELLA LEGA NORD USATI PER POSTA |
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Antonio Rufini | ||||||||||||||
Sono trascorsi trenta anni. Durante i primi raduni della Lega Nord, sicuramente a Pontida, sono stati “emessi” sia dei pseudo “biglietti di banca” da 1 e 5 “LEGA”, sia gettoni, diciamo pure delle “monete” che forse s’usarono per l’acquisto di prodotti e servizi nell’ambito della manifestazione; il tutto convenzionalmente eseguito per fare, come dire, “cassa” per il Partito, iniziativa sicuramente encomiabile e che altri Partiti politici avrebbero dovuto imitare per autofinanziarsi durante i loro “raduni”, chiaramente quei Partiti che i raduni erano in grado di organizzare.
Il mio amico commerciante mi disse francamente cosa pensava di quelle pseudo banconote e monete: cioè che nel corso degli anni non ce ne sarebbe stata una rivalutazione significativamente apprezzabile, che a tenerle nel cassetto non ci si sarebbe “arricchiti” perché non erano mica delle monete metalliche della Repubblica Italiana da £. 500 in argento con le bandiere delle Caravelle “controventate” (quindi pezzi “rari”), ma che però da molti sarebbero state conservate quali testimonianza di un periodo storico dell’Italia, del travaglio dalla prima alla seconda Repubblica e dell’annientamento dei vecchi Partiti politici (1), quelli i quali, nel bene e nel male, avevano comunque partecipato al cambiamento epocale dello Stato, trasformando un Paese prettamente agricolo in un Paese industriale nel quale si viveva e si vive di gran lunga meglio che ai tempi del Regno d’Italia; (ed egli era nato nel 1928…..). Mi disse pure che la LEGA NORD aveva venduto dei libretti di pseudo francobolli, dei chiudilettera, sempre distribuiti e venduti per incrementare le casse del Partito e che di libretti egli ne aveva avuto solo 4 o 5 che aveva quasi immediatamente venduto, dato che in Roma c’erano già i soliti speculatoci di sempre (e di tutto), ma anche degli estimatori della LEGA NORD che iniziavano ad apprezzare tutto ciò dalla LEGA provenisse, fossero anche delle semplici porcherie; mi confermò pure che prima o poi alcuni chiudilettera sarebbero “passati” per Posta, cioè usati come francobolli autentici e “……lassù nel Nord” (lo disse quasi si trattasse della Scandinavia, alzando braccio e mano destri verso l’alto), in quella che veniva definita “Padania” non sarebbero stati nemmeno tassati perché in loco, negli Uffici Postali, già dovevano esserci degli ultra simpatizzanti della LEGA; “…..prima o poi…..” mi disse “qualche cosa verrà fuori!” e “qualche cosa” significava invii postali sia tassati o anche sfuggiti ai controlli, quindi circolati. Ho assorbito i concetti filatelici del mio amico e qualcosa da lui me la sono fatta reperire a pagamento, solo qualcosa, ma dell’epoca e di “qui del Sud”, di poco dopo il 1993 perché da quel tempo, diciamo la metà degli anni ’90, non mi trovò più nulla. Qui in Roma (ma anche Rimini e Riccione, Gubbio, Milano, Udine, Torino, Napoli e Genova, ove sono stato in vacanza o per lavoro) non ho più intravisto, in vendita, spedizioni “affrancate” con i chiudilettera della LEGA NORD che o sono state tesaurizzate o proprio non ci sono in circolazione; e si ha un bel daffare a cercare e ricercare in eBay e in Delcampe: Storia Postale affrancata con i chiudilettera della LEGA NORD oggi non appare, non viene offerta. Di quei 10 chiudilettera sopra mostrati ne ho solo tre, come detto non dentellati (in internet si vede che la copertina, lato destro, induce a credere che siano dentellati, ma non è così, anche i miei non lo sono) ma ebbero però trattini di taglio sia orizzontali che verticali già realizzati in tipografia per facilitarne la divisione l’uno dall’altro, in somma non c’era bisogno di forbici per separarli; per i disegni e la realizzazione a stampa il mio giudizio è leggermente negativo: anche a definirli “modesti” si fa un complimento; danno l’idea di un lavoro frettoloso ed economico, non ben curato come la realizzazione delle due pseudo banconote mostrate, ma il fine fu quello di reperire finanziamento per il Partito, non di fare opere d’arte vere. Quelli che ho sono stati usati postalmente e “non tasssati” e la cosa mi basta; se qualcuno, “…..su nel Nord…..” come diceva il mio amico Tobia, possa averne di più, ben per lui; io qui “nel Sud” ho fatto reperire ciò che era possibile (facendo acquistare a poche Lire forse nei banchetti di vendita nel Circolo “Diena”: 8.000 o 10.000 Lire a pezzo, dodici o tredici volte la tassa postale pagata su ogni oggetto) e, quale piccolo collezionista mi basta. Dell’uso postale dei chiudilettera della LEGA NORD ne parlò, cioè ne trattò Franco Filanci (2), il quale è una vera autorità tecnica sia nella filatelia in generale che nella Storia Postale; forse sarebbe opportuno che i lettori de IL POSTALISTA vadano a rileggere cosa scrisse in merito proprio il Filanci; s’intende è un suggerimento, non un ordine!
Valori e chiudilettera hanno avuto la bollatura meccanica e la corona del datario ha appena toccato il chiudilettera della LEGA NORD che però è stato colpito, e bene, assieme al valore “Castello” da £. 200, dalle linee ondulate dell’obliterazione; la pseudo dentellatura a tratti è ben riconoscibile (nella mia scansione) anche per confronto con i dentelli dei due francobolli a destra e a sinistra. Si tratta un MEZZO BELL’OGGETTO POSTALE a causa del reimpiego della busta del Servizio Postel, ma è, comunque, un oggetto di Storia Postale veramente circolata, qualcuno potrebbe dire “bi-circolata”! Di seguito il secondo oggettino, simile al primo mostrato, talmente simile che, ci scommetterei gli occhiali, ho la vaga idea che sia opera dell’autore del primo propostovi (supporto, cioè riuso di busta Postel; modo di affrancare; data <21/6/1996> di qualche mese antecedente alla precedente busta; buca di impostazione <nella zona della città di “levata” per l’ex C.M.P. di Roma San Lorenzo>; stesso centro di distribuzione <Roma Belsito>; tolto il foglio interno, niente problemi di identificazione del destinatario):
La terza busta (senza contenuto interno e anch’essa con finestra trasparente) che vado a mostrarvi è più intrigante: è intestata a stampa di una Federazione sportiva nazionale (la Federazione Italiana Tennis) che mi sembra già all’epoca (gennaio 1996) fosse dotata di Macchina Affrancatrice oppure per le spedizioni usasse una M.A. del C.O.N.I. e quindi l’invio “affrancato” fu “sospetto”; per dirlo in latino classico olet lucerna, pare sia stato fatto nottetempo; in somma un altro invio non di “vera” frode alle Poste ma di natura filatelica; in compenso il valore usato (“Castello” da £. 700) ed il chiudilettera della LEGA NORD sono stati obliterati a mano a Roma Belsito (4/1/1996) e non dalla bollatrice meccanica (quindi la busta è stata in mano di qualcuno e quel “qualcuno” non ha visto la frode evidente); l’Ufficio distributore è stato il medesimo di Roma Belsito (5/1/1996) quindi non vado molto lontano ad affermare che per questa busta da lettera il destinatario fosse sempre il medesimo (un compiacente o lo stesso mittente?). Però così come si presenta questa piccola frode alle Poste è più bella delle due precedenti.
Chissà se quell’ignoto unico mittente da me ipotizzato possa aver imbucato oggetti postali con tutti i 10 chiudilettera (diversi) della LEGA NORD? Quando i miei furono acquistati gli altri 7 erano stati già venduti? Oppure gli altri 7 che qui “mancano all’appello” sono ancora in sue mani? Oppure ancora sono stati distrutti dalla Posta? (3) Sono tutti interrogativi senza risposta. Feci bene o male ad investire nell’acquisto quei denari di allora (circa 25.000 Lire, 12 o 13 €uro di oggi) negli acquisti? Giudichino i lettori. -------------------------------
2) in CRONACA FILATELICA (Editoriale Olimpia) luglio-agosto 1995; non sono mai stato abbonato a quel mensile, ma l’articolo di Filanci lo ha mostrato Marino Bignami qui su IL POSTALISTA: controllare nei suoi FRAMMENTI. 3) – quantomeno quelli che certamente dovevano aver circolato senza mittente: il Regolamento Postale dell’epoca prescriveva che gli invii non sufficientemente affrancati venissero tassati a carico del destinatario (per il doppio della francatura mancante) altrimenti restituiti al mittente ma che, se non avesse pagato o fosse ignoto, sarebbero stati “tolti di corso”, cioè ridotti a carta da macero; normativa parzialmente modificata successivamente, post riduzione dell’Azienda Postale ministeriale prima in E.P.E. e poi in S.p.A., dai D.M. 9/4/2001 art. 27 del Ministro delle Comunicazioni e 1/10/2008 art. 17 del M.I.S.E.. Antonio Rufini | ||||||||||||||
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