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Monticiano
Integrazione della scheda di Monticiano - III parte (pag. 156)
Abbiamo visto che il servizio postale di Monticiano consisteva nello scambio del piego postale al Ponte della Feccia e nel trasporto della corrispondenza nelle frazioni. Il primo era disimpegnato da un pedone pagato dal Comune, il secondo da un portalettere rurale stipendiato dalle Poste con un contributo comunale di £ 100 annue.

Il 20 Ottobre 1876 il Comune chiese di essere esonerato da tutte le spese inerenti "... il servizio del trasporto dei pieghi da Monticiano al luogo d'incontro del Corriere proveniente da Siena, salario del pedone, mantenimento di sacche, bolgette etc e del trasporto dei pacchi e pieghi dal suddetto luogo d'incontro all'Uffizio Postale di Monticiano", addossandosi invece per intero "...tutte le spese del portalettere rurale e del servizio interno della Posta nelle frazioni del Comune compreso il mantenimento delle bolgette, cassette etc."1 La proposta fu accettata dalla Direzione postale.

Il 22 Ottobre 1883 il Consiglio Comunale delibera di "...far premure acché col 1° Gennaio 1884 venga attuato il servizio della posta rurale per il Villaggio di Scalvaja, una volta la settimana nel giorno di Giovedì, salvo però le approvazioni che occorreranno dalla Amministrazione Provinciale delle RR. Poste."2 ma non abbiamo riscontrato l'esito di questa richiesta.

Il 4 Febbraio 1887 la Direzione Provinciale delle Poste respingeva la richiesta del Comune per l'istituzione di due Collettorie postali nelle frazioni di Jesa e S.Lorenzo, perché "...dette località non trovandosi nelle condizioni volute dal regolamento non possono essere sedi di collettoria", proponendo invece "...di nominare due portalettere, i quali dovrebbero eseguire il recapito giornaliero delle corrispondenze e dei pacchi nelle suddette frazioni e la relativa retribuzione sarà da pagarsi metà dal R° Governo e metà da questa Amministrazione."

Il 5 Agosto 1887 il Consiglio comunale delibera "...l'istituzione del servizio postale giornaliero nelle Frazioni di Jesa, S.Lorenzo e Tocchi da eseguirsi da un portalettere con un coadiuvatore mediante l'annuo assegno complessivo di Lire Seicento."


Nella seduta consiliare del 22 Marzo 1887 il sindaco Michele Goretti presenta una relazione in cui, rifacendosi ad una delibera precedente, ricorda che nella medesima seduta il Consiglio emise "...anco un voto favorevole per il progetto della Strada Ferrata Siena-Massa-Follonica, che in allora pareva destinato se non ad essere immediatamente accolto oppure ad essere tenuto in molta considerazione dal Governo [...] ma purtroppo poco appresso il vento della pubblica opinione senese cambiò direzione [...] e così essendo, questa nostra Valle di Merse è pur troppo condannata a restar fuori da ogni rete ferroviaria e più dal movimento commerciale per una serie indefinita di anni, aspettando che un tempo avvenire molto lontano apporterà anche ai nostri luoghi col fischio della locomotiva il beneficio necessario della nuova civiltà."

Fu deliberato allora di chiedere l'impianto del servizio telegrafico e di "...trarre profitto di questa favorevole occasione onde impiantare un filo da Monticiano alla Feccia e di stanziare la necessaria somma per la spesa occorrente." La lunghezza della linea telegrafica risultò di km 7,742, mentre una precedente misurazione in base alla quale fu in un primo tempo stanziata la spesa prevista era stata sbagliata, cosicché fu deciso di "...prelevare la somma mancante in £ 450 dal fondo attualmente esistente a favore di questa Comunità nella Cassa di Risparmio di Siena come da libretto di credito."3

Il 14 Aprile 1888 la Direzione Compartimentale dei telegrafi di Firenze comunica al Prefetto di Siena che "...il giorno 8 Aprile è stato attivato l'Ufficio telegrafico di 3a categoria di Monticiano, con le solite modalità e il solito orario limitato."4

In tutti i comuni i rapporti fra il capoluogo e le frazioni sono stati quasi sempre conflittuali, reclamando le frazioni che i loro interessi non venivano tutelati a dovere: in buona parte a ragione, ma c'era anche una certa componente di vittimismo.

Sia come sia, il Comune di Monticiano era costantemente sotto accusa da parte degli abitanti di Iesa. Uno dei motivi, fra gli altri, era il servizio postale e su questo riportiamo la seguente documentazione; è un po' lunga, è vero, ma la riteniamo interessante per gli appassionati di storia locale che seguono questa rubrica. Si tratta di un esposto del 14 Agosto 1894, in carta bollata su cinque facciate di carta protocollo recante la firma di settantacinque iesini, indirizzato al Prefetto di Siena.

Esordisce con esplicite e violente accuse, reclamando "...contro gli abusi di potere che si consumano ai danni della popolazione di Iesa dall'Autorità Comunale in quanto è cosa pubblica. La stessa popolazione considera ciò come opera della maggioranza della Giunta Municipale l'una e l'altra tutta di Monticiano, sempre concordi e sollecite a infeudare tutto ai vantaggi del Capoluogo, a patto di consumare le più nere ingiustizie, servendosi delle parvenze e delle menzogne per acquietare e illudere gli amministrati e l'Autorità superiore [...] Tanti sono i bisogni e tutti negletti in modo vergognoso, fra questi abbiamo il servizio postale, che è pessimamente ordinato e peggio eseguito."

Chiedono "...che il portalettere partisse da Iesa alla volta di Monticiano e non da Monticiano alla volta di Iesa come oggi vien fatto, causando un ritardo di 24 ore tanto nella corrispondenza come ancora in tutti i rapporti fra questa Frazione e il capoluogo" in particolare per "...i medicinali che devono provvedersi dalla farmacia di Monticiano unica nel Comune e nei paesi vicini."

Sostengono che il servizio attuale è fatto per il comodo dei portalettere "...perché essi possano reciprocamente rendersi libero un giorno si ed uno no, aggiungendo così a tanti guai quello di non sapere se il portalettere passa da Iesa o da S.Lorenzo e a qual ora [...] segue spesso che degli individui che hanno la necessità di vedere il portalettere per fare dei vaglia, assicurate o consegnare ricette od altro, devono stare ad attendere a mezze giornate, o arrivano che il portalettere è già passato per essere venuto di buon mattino, onde ritornare a casa in tempo ad attendere ai lavori propri [...] Le commissioni di cui sono incaricati , l'uno non le trasmette all'altro per l'avidità di prendere la ricompensa, così segue delle stesse ricette, che vengono spedite dopo tre giorni, se non vanno a Monticiano da sé gli individui che vogliono somministrare i medicinali ai propri malati."

Riporta i giudizi espressi a sfavore di Iesa dal rappresentante della maggioranza consiliare, e che dello stesso parere è "...il consigliere Angelo Zani che è ancora Ufficiale di Posta e più in via di menzogna aggiunge - Solo in alcuni mesi dell'anno vi sarebbe il tempo per andare dal capoluogo alle Frazioni dopo l'arrivo del corriere postale a Monticiano - Ciò non è conforme al vero, perché sappiamo dall'orario ufficiale che alle 2 ½ pomeridiane arriva a Monticiano il corriere postale da Siena, e da Monticiano a Iesa occorrono ore 2 di transito per la via buona e ore 1 ½ per la più corta sempre tenuta dai pedoni, quindi resta sempre tempo d'avanzo per arrivare di giorno da Monticiano a Iesa ancora nelle più corte giornate."

Inutili gli appelli rivolti al Comune, per cui gli abitanti di Iesa "...non credono che le loro ragioni debbano essere abbandonate alla mercé della medioevale prepotenza della maggioranza e della giunta municipale."

E' chiaro che quello del servizio postale, secondo gli iesini, era solo l'ultimo episodio della "medioevale prepotenza" e degli "abusi di potere" commessi a loro danno dai monticianesi; così presentano al Prefetto questa "popolare" (si chiamavano così le petizioni firmate da molte persone) e il Prefetto a sua volta chiede spiegazioni al Comune.

Il 6 Ott. 1894 risponde il sindaco Arcangelo Barsini: "In riscontro ...mi pregio rimettere a V.S. Ill.ma gli annessi due estratti di deliberazione del Consiglio Comunale sul contributo annuo di £ 360,00 corrisposto dal Comune, qual concorso nel pagamento degli assegni dei due portalettere rurali, contributi che direttamente nella misura di £ 15,00 mensili viene somministrato a ciascuno dei portalettere medesimi [...] Il servizio di posta rurale venne stabilito coll'atto consiliare dell'11 Febbraio 1863 per una volta la settimana e con un aggravio del bilancio comunale per £ 63,50 annue. Nell'anno 1864 e con deliberazione del 16 Settembre della rappresentanza comunale al seguito dell'officiale di cotesta R. Prefettura in data 16 Luglio detto anno si stabiliva il servizio stesso in tre volte la settimana: al seguito di che fu corrisposto al portalettere di quel tempo l'assegno di £ 200,00 annue, delle quali £ 100,00 a carico del Comune e l'altre £ 100 a carico del R° Governo. Così durarono le cose fino a tutto l'anno 1876, e nel 26 Ottobre di detto anno la Rappresentanza Comunale per essere esonerata di ogni e qualunque assegno al pedone che porta i pieghi tuttora dall'Ufficio postale di Monticiano al corriere Siena-Massa presso il Ponte della Feccia, si arrogò di pagare da sola il pedone rurale per le Frazioni.
Il salario di £ 200,00 dal 1876 al 1888 venne elevato in diverse volte fino a £ 300,00. Fu nel 1889 che l'Amm.e Com. le aderendo di grato animo all'istanza dei frazionisti, fece luogo a calde e reiterate premure presso il Ministero competente per un servizio postale rurale giornaliero e anco chiese e cercò di ottenere che fossero istituite delle collettorie postali in Iesa e S.Lorenzo. E mentre per il servizio giornaliero dopo nuove istanze, sollecitazioni ed officiose premure il Ministero si mostrò in parte favorevole, per le seconde negò sempre anco un lontano assentimento, non riscontrando in quelle borgate l'importanza voluta per l'istituzione di una collettoria. Negli ultimi del 1889 in base alle pratiche avanzate fu possibile attivare un servizio giornaliero con due pedoni postali rurali, con partenza giornaliera alternata e come era naturale da questo Capoluogo, condiscendendo il R° Governo a pagare £ 360,00 annue e d'altra parte elevando l'Amm.ne Com. le il suo assegno da £ 300,00 a £ 360,00. Provvedendo così al servizio postale giornaliero delle frazioni speravasi d'averle contentate, dopotutto perché poste allo stesso livello del Capoluogo che non riceve la corrispondenza che una volta al giorno. La Frazione di Iesa però tornò ciò non ostante in ripetute volte sopra tale servizio, chiedendo ora l'istituzione della collettoria, per il che furono fatte ancora nuove premure che riuscirono inutili, insistendo altre volte per variazione nel servizio col fare partire i pedoni dalla Frazione di Iesa piuttosto che dal Capoluogo, cosa logicamente irrazionale perché dopo tutto con tale variazione la Frazione di Iesa non potrebbe avere la corrispondenza prima di quello cui ora l'ha. Quindi è naturale che atteso le divergenze che esistono fra il Capoluogo e i rappresentanti della Frazione di Iesa, questi ultimi cercano ogni via per accentrare tutto nella frazione da loro rappresentata a danno del Capoluogo, i di cui rappresentanti se variazione fosse fatta all'attuale servizio, per non sottostare alle insolenze che a quanto ho saputo trovansi ripetute anco nel reclamo, proporrebbero certamente l'eliminazione dal bilancio di ogni e qualunque assegno per tale servizio.
Certo che la S.V. vorrà dare pertanto al ricorso avanzato quel peso che merita, con tutto l'ossequio
."5


1) A.S.S. - Prefettura n. 1456, cat. 8
2) A.S.S. - Prefettura n. 1769, cat. 8
3) A.S.S. - Prefettura n. 1893, cat. 8
4) A.S.S. - Prefettura n. 1925, cat. 8
5) A.S.S. - Prefettura anno 1894, serie I, cat. 8

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