Radda |
Integrazione della scheda di Radda - II parte (pag. 170) |
Abbiamo visto che nel 1871 il Comune di Radda aveva
affidato provvisoriamente al procaccia di Greve, Niccolò Trentanove,
il servizio postale per Firenze; non sappiamo quanto durò questo
incarico, ma di certo poco tempo, perché in data 27 Aprile
1874 esiste una delibera della Giunta Municipale secondo la quale
"...a norma del quaderno d'oneri accettato da Raffaello Bucciarelli
e Sisto Vermigli incaricati del trasporto delle corrispondenze da
Firenze a Radda e viceversa in veicolo chiuso, a due o più
cavalli secondo il bisogno [...] si sono resi colpevoli di
continuata contravvenzione all'Articolo 1° del citato quaderno
d'oneri [...] delibera di disdire, conforme disdice, al prenominato
Raffaello Bucciarelli e Sisto Vermigli il servizio di Postino per
Firenze, diffidandoli a cessare dal detto servizio il 30 Giugno prossimo
futuro."
Quindi il trasporto della posta, dopo l'incarico provvisorio al procaccia
di Greve, era stato affidato con regolare contratto al Bucciarelli
e al Vermigli in società, ma il Comune lo disdisse perché
il servizio non era svolto a dovere: non è detto a chi fu accollato
dopo, crediamo a quel Giovanni Danti di cui nel 1877, come vedremo
più avanti, il Comune dichiara "... che lo disimpegna
con generale soddisfazione".
Per quanto riguarda il trasporto della corrispondenza a Siena, già
dal 1860 era stato formato un "Consorzio Postale
fra i Comuni di Radda, Gaiole e Castellina in Chianti",
la cui gestione però era fonte di continui contrasti e che
aveva subito successivamente alcune modifiche, finché il Comune
di Castellina nel Novembre 1873 comunica al Prefetto di avere "...stabilito
di portare una variazione pel trasporto della corrispondenza epistolare
da qui a Siena e viceversa, non che lo scioglimento del Consorzio
con Radda a questo riguardo [...] per motivi di convenienza e di economia."
La variazione disposta era la seguente: "Sciogliere il Consorzio
con Radda e istituire invece un servizio di corrispondenza giornaliera,
eccettuate le Domeniche, dipendente da questo Comune, resultando da
questi divisamenti i seguenti vantaggi:
1° Perché il Comune potrà formulare il suo Orario
pel Postino ed avrà più spedito e regolare giornalmente
il suo servizio, essendo stato provato che per parte del Postino di
Radda si sono elevate continue lagnanze sia per l'ora della partenza
che dell'arrivo.
2° Col suo denaro porgerà sovvenimento ad un Comunista,
e potrà il nostro Erario risentirne l'annuo vantaggio di oltre
Lire Cento.
3° Anche il Comune di Radda può risentirne vantaggio, perché
invece di tenere un personale per la gita a Siena, può invece
tenerlo per la Castellina, minorando due terzi di via, col benefizio
di avere giornalmente la corrispondenza (meno le Domeniche) anziché
tre volte la settimana come viene attualmente praticato, essendo intendimento
del Proponente di far portare fino alla Castellina, e di qui a Siena
la bolgetta anche per Radda, senza che il detto Comune fosse chiamato
a corrispondere alcuna indennità di porto, sebbene come vedete
non ne mancasse giusta ragione."
Nel faldone della Prefettura citato in queste righe esiste un voluminoso
incartamento che documenta i continui contrasti sorti fra i tre Comuni
per la gestione del consorzio. Castellina e Gaiole ne decisero lo
scioglimento già alla fine del 1873: per notizie più
dettagliate, vedasi quanto già pubblicato nella prima
parte della scheda di Gaiole. Qui riportiamo la delibera consiliare
del Comune di Gaiole del 24 Febbraio 1874, in cui "...si
conferma la deliberazione presa nel dì 12 Dicembre 1873 , colla
quale si dichiara sciolta da ogni vincolo col Comune di Radda per
ciò che riguarda la spesa per il trasporto delle corrispondenze
a quel Capoluogo di Mandamento."
All'inizio del 1874 il consorzio in pratica non esisteva più,
il suo scioglimento fu sancito ufficialmente con il R.Decreto 18 Febbraio
1876, in cui si diceva "...che il consorzio stabilito nel
1860 fra i tre Comuni per assicurare il servizio postale fu meramente
volontario in quanto non era ordinato da alcuna Legge [...] rimaneva
in libertà delle parti di scioglierlo ogni volta che lo credessero
di loro convenienza [...] Che i Comuni di Gaiole e Castellina
in Chianti disdissero il Consorzio tempestivamente nel 1873, né
il Comune di Radda poteva costringerli contro la loro volontà
all'osservanza della denunziata convenzione [...] La spesa
dei Comuni è obbligatoria solo per quei Consorzi ai quali i
Comuni sono vincolati o per legge o per convenzioni non risolubili
a volontà."
Il 12 Agosto 1874 il Prefetto di Siena, in una nota informativa richiesta
dalla Direzione Provinciale delle Poste, dichiara: "...risulta
che Evangelista Marconi attual reggente l'Ufficio Postale di Radda
gode un'opinione favorevolissima e che la sua condotta morale e politica
è incensurabile e non ha dato finora luogo ad appunti di sorta."1
Era il figliolo di quel Giuseppe Marconi che, come abbiamo visto nella
precedente puntata, fu nominato nel 1869 ricevitore dell'istituendo
ufficio postale: non sappiamo quando e perché fu sostituito.
Le tre possibili combinazioni dei bolli dell'Ufficio Postale
di Radda con gli annulli numerali.
1. Doppio cerchio 11 FEB. 77 con annullo a punti
2. Doppio cerchio 28 OTT. 77 con annullo a linee
3. Cerchio grande 3 AGO 81 con annullo a linee |
Nel catalogo "Annulli numerali"
Ricci-Vaccari è detto che il l° Luglio 1869 fu soppresso
l'ufficio postale di Balangero (Torino), il cui annullo numerale 385
fu successivamente assegnato a quello di Radda, la cui apertura nel
detto catalogo è riportata al 1° Giugno 1870, data concordante
con le nostre ricerche.
L'impronta nitidissima e completa del numerale a punti di Radda nella
nostra lettera, riprodotta qui sotto ingrandita, ha invece il numero
383: la data è del 1877, nello stesso anno l'ufficio ebbe il
numerale a linee, questo si col numero 385, anch'esso riprodotto.
E' da ritenersi quindi che dal 1870 al 1877 l'annullo a punti di Radda
abbia sempre avuto il 383 invece del 385: ne abbiamo viste soltanto
altre due impronte, purtroppo poco nitide, dove è impossibile
distinguere se la terza cifra sia un 3 o un 5. Speriamo che qualcuno
dei nostri lettori sia in grado di fornirci altri esemplari per un
confronto, ma che il nostro sia un 383 è un fatto inoppugnabile,
al quale non sappiamo dare spiegazione.
Dal suddetto catalogo risulta che il 383 era in dotazione all'ufficio
di Bagolino (Brescia), parrebbe quindi che i due uffici abbiano usato
un numerale a punti con la stessa cifra e che la cosa sia andata avanti
dal 1870 al 1877. Possibile?
1) A.S.S. Prefettura n. 1456 - cat. 8 |
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