OSSERVAZIONI SUI SEGNI DI TASSA |
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Capita abbastanza spesso di trovare lettere della
seconda metà del 700, o dei primi anni dell'800, recanti al
verso due o più tratti di penna paralleli, che tutti sono d'accordo
nell'interpretare come segni di tassazione.
La scelta di questo sistema era determinata dalla necessità
di comunicare al portalettere la tassa da esigere dal destinatario,
siccome i portalettere erano quasi tutti totalmente analfabeti e sapevano
soltanto contare sulle dita.
Come piccolo contributo a questo argomento, riportiamo una corrispondenza
intercorsa nel 1805 fra il Vicario Regio di Pienza, Giorgio Santi
e il Direttore della Posta di Siena, Giuseppe Spannocchi (A.S.S. -
RR.Poste n. 18).
Il 27 Luglio il Vicario scrive a Siena per lamentarsi che gli arriva
"...il =Giornale Italiano= franco fino a Firenze, e quindi
sopraccaricato di cifre numeriche che me lo rendono carissimo"
e vorrebbe sapere "...se quelle benedette cifre vi sono applicate
in codesto Offizio, o se così bardati mi vengono i detti fogli
da Firenze."
Il successivo 30 Luglio lo Spannocchi gli risponde che il giornale
"...non resta sopraccaricato in questo Uffizio che di una
sola cifra numerica indicante la Tassa dovuta al medesimo, la
qual cifra resta ripetuta dietro la lettera in tante linee quante
sono le crazie che importa la detta tassa, e questo per facilità
del Postino di S.Quirico che la deve riscuotere per questo Uffizio
…Il suo Giornale che contiene fogli stampati gode il privilegio
che hanno questi di pagare crazie cinque l'oncia. L'Uffizio di Firenze
non vi pone alcuna cifra numerica, onde dopo quelle che si fa in questo
Uffizio ed altre se vi appone, che non lo so, il Postino di S.Quirico,
tutte l'altre che vi possono essere dipendono da quell'Uffizio che
spedisce il Giornale. In aggiunta poi della Tassa dovuta a questo
Uffizio vi sarà poi, secondo il consueto, quella dovuta al
Postino di S.Quirico e altra, se Ella la paga, al Procaccino di Pienza."
Il testo è chiaro, riteniamo superfluo ogni nostro commento.
Per illustrare l'argomento, ecco la riproduzione di una lettera datata
Siena 29 Settembre 1792, diretta a Montalcino.
Il segno al recto è di dubbia interpretazione, ma dovrebbe
essere un 2, perché due sono le linee al verso, tracciate con
lo stesso inchiostro color vinaccia che si usava all'epoca nell'uffizio
postale di Siena. Nel 1792 le lettere da Siena a Montalcino erano
tassate di due crazie e spedite per mezzo del corriere Siena-Roma
a Torrenieri, da dove il postiere Angelo Nozzoli le faceva proseguire
a destinazione, facendosi pagare a sua volta una crazia (v. a pag.
145 del nostro libro). Potrebbe quindi essere stato lo stesso Nozzoli
(che analfabeta non era) ad aggiungere una terza linea, ad uso della
persona incaricata del recapito, e questo spiegherebbe l'inchiostro
diverso.
Un'altra interpretazione possibile ce la suggerisce il testo della
lettera, che ci rivela contenere un documento incluso: questo, determinando
un aumento del peso, potrebbe giustificare una tassazione di tre crazie,
segnata all'uffizio di partenza aggiungendo una linea con altro inchiostro
che l'impiegato si trovava al momento sotto mano. Il Nozzoli, da parte
sua, poteva essere solito esigere la sua crazia in più senza
segnare niente sulla lettera.
Lasciamo tuttavia al lettore le conclusioni e saremmo lieti se qualcuno
ce le facesse sapere. |
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