Buonconvento |
Integrazione della scheda di Buonconvento (pag.
112)
III parte |
Nel libro ci siamo occupati ampiamente (v. pag. 115)
della temporanea soppressione della Posta dei Cavalli di Buonconvento
nel 1852, decretata dalla Soprintendenza per fare economia.
Tuttavia la chiusura durò poco, perché il risparmio
era scarso, a fronte di diversi inconvenienti. Il maggiore fu che
il Postiere, essendoci meno movimento, non aveva più interesse
a mantenere tanti cavalli, sui quali invece in caso di bisogno si
sapeva di poter contare, anche perché quelli tenuti dal Cantucci
erano particolarmente apprezzati per la loro qualità.
Meno male che la stazione fu presto ripristinata, con Rescritto Sovrano
del 28 Gennaio 1856: infatti, poco dopo la riapertura, il 6 Marzo
1856, troviamo una lettera1 con la quale
Raffaello Cantucci assicura il Direttore della Posta di Siena di avere
provveduto "...sedici cavalli e uomini occorrenti onde attaccare
quattro legni di S.A.I. e R. l'Amatissimo nostro Sovrano, difatti
oggi a ore 11 ¾ è giunta a questa Stazione la prefata
A.S. ed è stato eseguito il servizio fino alla Stazione di
Monteroni con sollecitudine ed esattezza compatibilmente alle deboli
mie forze". Troppo modesto il Cantucci, definendo "deboli"
le sue risorse, mentre si era permesso di fornire al "treno"
di quattro carrozze del Granduca ben otto gubbie di cavalli (due per
ogni carrozza) con altrettanti postiglioni, si capisce senza lasciare
sfornita la sua stazione di posta per gli eventuali cambi ai corrieri
e ai viaggiatori di passaggio.
Può darsi che il Cantucci in quell'occasione abbia preso in
prestito qualche bestia da altre stalle vicine, ma era pur sempre
un buon esempio di efficienza, mentre sappiamo che quando c'era bisogno
di "impostare" molti cavalli, una sola stazione non ce la
faceva a fornirli tutti ed era il Direttore di Siena a dare tempestive
disposizioni perché fossero trasferiti da altre poste anche
molto lontane.
Un altro inconveniente si trova denunciato da una lettera2
scritta al Direttore della Posta il 30 Ottobre 1854 dal sergente Bruschi,
Capoposto della I.e R.Gendarmeria di Buonconvento: "Quando
pervengono delle ordinanze o staffette da Siena , viene un tal servizio
lasciato a Buonconvento dai Postiglioni di Monteroni per quindi col
mezzo di mal sicuri vetturali far proseguire i dispacci fino a Torrenieri.
Ciò appunto é avvenuto in questa notte, mentre una Staffetta
portante un'ordinanza, giunto a Buonconvento, ha fatto eseguire un
tal servizio fino a Torrenieri, dal vettore barrocciaio Pasquale Sampieri
di questa Terra."
Quindi i postiglioni di Monteroni, trovando troppo lunga la distanza
fino a Torrenieri, a volte preferivano lasciare le lettere loro affidate
a qualche barrocciaio di Buonconvento perché le portasse lui
a destinazione.
Il servizio postale disimpegnato dal Cantucci era assai gravoso, come
relaziona il Direttore alla Soprintendenza l'8 Agosto 1855: "La
Distribuzione di Buonconvento per le variate circostanze del servizio
obbliga quel Titolare a stare alzato tutta la notte per attendere
il Corriere diretto ad Acquapendente che ivi giunge fra il tocco e
le due dopo mezzanotte con l'obbligo di esser nuovamente in piedi
alle ore 6 della mattina per il disbrigo del Procaccia per Montalcino.
Questo Titolare ha pure l'altro servizio giornaliero per attendere
il ritorno del Corriere da Acquapendente con le corrispondenze con
altrettanti Uffizi per cui non li resta tempo per occuparsi in particolari
ingerenze. Fatto il confronto col servizio ben tenue che viene prestato
nelle Distribuzioni di egual classe di S.Stefano, Asciano e Colle,
i primi due tre volte la settimana e il terzo giornaliero è
vero, ma tutto in ore comodissime, mi fanno ardito di chiedere a V.S.
Ill.ma se potesse degnarsi di concedere a detta Distribuzione un aumento
di classe."3
L'aumento però non fu concesso e Buonconvento rimase Distribuzione
di 4a classe.
Alla caduta del governo granducale, pare che il distributore Antonio
Cantucci non fosse tanto convinto di dover togliere l'insegna dell'uffizio
(forse era un lealista), come si ricava da una sua lettera del 29
Aprile 1859, quando scrive al Direttore "...di essersi uniformato
all'operato dell'Autorità locale, permettendo che fosse rimossa
l'Arme Granducale ...al seguito di un certo malcontento manifestatosi
in questo Paese nel vedere al suo posto l'Arme Granducale di quest'
Uffizio."4
Il "malcontento" non può essere stato che aizzato
dai pochi rivoluzionari che, con il colpo di stato del Ricasoli, erano
riusciti a prevalere sulla stragrande maggioranza della popolazione
toscana, fedele al Granduca, e manovreranno poi il plebiscito-farsa
del 1861; ma tant'è, per la Toscana cominciava una nuova era.
Non abbiamo potuto stabilire fino a quando Antonio Cantucci tenne
l'incarico, e se questo passò al suo supplente Alberto Mazzi.
Nel 1875 troviamo titolare Giovan Battista Notari.
Nel 1882 l'ufficio postale traslocò in una nuova sede, al pianterreno
dell'edificio comunale (vedi Aggiornamento
n. 125).
1) ASS
- R.Poste n. 69
2) idem n. 62
3) idem n. 63
4) idem n. 80 |
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