Torna alla Posta Militare

 

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori
SPIGOLATURE - armistizio su due fronti
di Riccardo BERTOLOTTO (da IL FOGLIO dell'U.F.S. n. 173)

Il 10 giugno1940 l’Italia dichiara guerra alla Francia ed alla Gran Bretagna. Il 17 ha inizio l’offensiva sul fronte delle Alpi; terminerà quattro giorni dopo, senza che le truppe italiane siano riuscite a conseguire risultati di rilievo, tranne la conquista di Mentone, prima città costiera dopo il confine. Il 24 giugno 1940 viene firmato l’armistizio tra Francia e Italia. L’Italia ottiene la smilitarizzazione di una fascia di territorio lungo i confini francese e libico-tunisino, oltre all’uso del porto di Gibuti in Africa orientale.

Cartolina postale in franchigia in dotazione alle Forze armate francesi spedita dal Settore Postale 13.908 inoltrata dalla posta civile di Morterolles Sur Semme il 26.6.1940 per Montpellier; bollo in arrivo del 29.6.1940.

“...jour de deuil et de tristesse...”

Toccante corrispondenza di un luogotenente francese che comunica alla moglie il suo stato d’animo dopo aver appreso della Convenzione d’armistizio Franco-Italiano del 24 giugno 1940.

“25 giugno 1940
Mia cara Susy, ecco il giorno dell’Armistizio, giorno di dolore e di tristezza, ove noi non possiamo ahimè che lamentarci su un fatto compiuto, il più nero della nostra esistenza e pertanto come ha detto Petain, noi non possiamo più fare altrimenti, bisogna vedere quello che io ho visto per esserne interamente condannato. Io non so quando ancora sarò smobilitato; senza dubbio avanti Luglio. Io non ho ancora ricevuto nessuna posta dopo quella del 13. Io ti consiglio di metterti rapidamente in contatto con Fortier un soggetto della Polizia; io non so se Cannes è stata evacuata, io non prevedo quello che sarà l’avvenire della nostra città e dei nostri affari; in questi prossimi giorni noi lo sapremo; io ti penso in buona salute mia cara, malgrado tutti questi imprevisti che sono avvenuti. Io ti abbraccio con i piccoli, di tutto mio cuore, così mamma
e io resto, mia cara Susy, tuo marito che ti ama. Antonio.“

Poco più di tre anni sono passati ed ecco che il dramma si ripresenta sul fronte opposto. La radio italiana alle 19,45 dell‘8 settembre 1943 divulga un bollettino con il quale comunica che il generale Badoglio ha chiesto agli anglo-americani un armistizio e che il generale Eisenhower ha accettato. Quest’annuncio coglie impreparate e prive di direttive le forze armate italiane impegnate su tutti i fronti. Il governo, il re, la corte e gli alti comandi militari fuggono da Roma a Brindisi sotto protezione anglo-americana. Gran parte delle truppe viene fatta prigioniera dagli ex alleati ed internata in Germania, mentre coloro che erano riusciti a sottrarsi alla cattura, si disperdono allo sbando nel tentativo di rientrare alle proprie case.
Il secondo documento presentato è una comprensibile testimonianza delle apprensioni familiari.


10.9.1943. Cartolina postale da Ormea a Marina 999 di Tolone, però indirizzata a Nizza. La cartolina non potè essere recapitata per il precipitare degli eventi e venne rispedita AL MITTENTE, reindirizzata a Savigliano ove la signora si era trasferita.

“ Io lo sentivo che finiva così.”

“Ormea 10 sett. 1943
Dario mio, Sebbene sia quasi sicura che non ti giunga questa mia te la invio ugualmente per farti conoscere le nostre buone condizioni di salute. Fino a ieri ho sempre sperato di vedere in mezzo ai numerosi marinai e soldati venuti da tutte le parti della Francia, anche te, purtroppo invece nulla, possibile che ci si debba rassegnare a questa dura sorte. Che disperazione Dario mio! Non per fartene un rimprovero, ma se avessi ascoltato il nostro consiglio!! Io lo sentivo che finiva così. Speriamo che Dio e la Madonna non ci abbandonino del tutto e ci proteggano. Anche noi qui sentiamo le conseguenze e faccio conto di rientrare prima del previsto a Savigliano ove credo sarò più tranquilla. Sta bene, Dario caro, e di buon animo che le cose si aggiusteranno speriamo presto. Ricordi e baci infiniti da Giorgio e da me tua Maria.
Maria Barla. Villa De Michelis. Ormea.”

Altra paradossale situazione venutasi a creare proprio a cavallo del fatidico giorno 8 settembre 1943. Ad un capitano in servizio a Milano, presso il 52° Raggruppamento Artiglieria da Posizione Contraerei il giorno 7 settembre 1943 viene concessa una licenza di giorni due (manoscritto poi cancellato e corretto con “tre”) per recarsi a Podenzano nel distretto militare di Piacenza (la licenza è riprodotta fronte-retro nelle due figure sottostanti).
Giunto a destinazione il militare si presenta lo stesso giorno (7 settembre) al Commissario prefettizio che al verso del documento ne attesta l’arrivo. E siamo al rapido precipitare degli eventi; l’incertezza creatasi è totale, l’esercito, lasciato senza ordini precisi, quasi ovunque si dissolve. I tedeschi, che nei giorni precedenti avevano fatto affluire rinforzi dal Brennero, avviano immediatamente l'operazione Achse, che attua le disposizioni a suo tempo predisposte in tale eventualità, e occupano di fatto la penisola italiana, disarmando e catturando centinaia di migliaia di militari italiani.
Per l’esercito italiano l’annuncio dell’armistizio è uno sfacelo.

Il nostro capitano lascia passare i giorni 8 e 9; successivamente, poiché la licenza è ormai scaduta, si reca presso il Campo concentramento per prigionieri di guerra n° 29 PM 3200 ubicato.

a Viano in provincia di Reggio Emilia e dal colonnello comandante “il Campo e Presidio Militare” si fa rilasciare una dichiarazione liberatoria.
Innanzi tutto, il colonnello modifica previa cancellazione gli iniziali giorni “due” prorogando la durata della licenza; infatti con stessa calligrafia ed inchiostro della dichiarazione aggiunge “tre”. Quindi passa alla legalizzazione del documento: “Visto presentarsi alla scadenza della licenza, non può partire, perché occupata dalle truppe nemiche, la città di Piacenza - Viano, 10/9/1943”, il tutto avvalorato con sigillo del campo e sottoscrizione.
Il 12 settembre il piano di invasione tedesco è concluso ed il Paese diviso in due zone, il Regno del sud e l'Italia "occupata" al nord; un commando tedesco libera Mussolini, prigioniero in un albergo di Campo Imperatore, in Abruzzo, conducendolo in Germania da dove, cedendo alle pressioni di Hitler, verrà costituita la Repubblica Sociale Italiana.
Non sapremo mai quale sorte fu riservata al capitano tormentato dal senso del dovere e lasciato come migliaia di commilitoni abbandonato a se stesso.

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori