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Filatelia polare

 




Guido MONZINO
Alpinista ed esploratore d'altri tempi


di Franco GIARDINI (da "Turinpolar - Notiziario n. 15)


Guido Monzino, una figura fuori dal tempo.
Fosse vissuto nell'Ottocento sarebbe entrato trionfalmente, come i grandi precursori inglesi, nella storia dell'alpinismo e dell'esplorazione.
Ventuno spedizioni in meno di vent'anni, culminate con la scalata sull'Everest e la conquista del Polo Nord.
Nato a Milano il 2-3-1928 trascorre gli anni di guerra a Moltrasio sul lago di Como, dove impara ad amare e a sognare Villa Balbianello, una splendida dimora in riva al lago che nel '74 riuscirà ad acquistare e dove, nell'88, alla sua morte, lascerà le sue spoglie e la testimonianza delle sue imprese.
Si dedica anima e corpo alla conduzione dell'azienda paterna, la Standa, e contemporaneamente alle spedizioni, ardue conquiste in terre affascinanti dove però la natura pone all'uomo i suoi limiti, spesso in modo ostile.
Egli invita le amate guide alpine della Valtournenche ad andare con lui là dove il tricolore non è mai giunto, per affrontare insieme imprese d'eccezione.
In questo articolo ci occupiamo principalmente della spedizione al Polo Nord e, in misura minore, delle altre imprese in Groenlandia.

La prima è la spedizione "G.M. '60 - al 66° Parallelo" in Groenlandia Ovest.
Dal 26 luglio al 28 agosto 1960.
Componenti : G. Monzino, M. Fantin, J. Bich, M. Carrel, L. Carrel, G. Carrel, P. Cerretelli, P. Pession, L. Saidelli.

Come documentazione postale vi è una bella cartolina fatta fare da Mario Fantin alpinista, cineoperatore e disegnatore di vaglia. (fig. 1)

(fig. 1)

 

Per meglio superare alcuni gravi problemi logistici Monzino aveva fatto giungere dall'Italia una motonave, il "Franz III°", che rende autonoma e più spedita la spedizione nei suoi spostamenti.
Inutile sottolineare che questo è un bell'esempio di un mecenate che coniuga passione e disponibilità economiche senza trarne vantaggi personali.

Segue poi la spedizione " G.M. '61" sempre in Groenlandia Ovest.
Dal 15 luglio al 12 agosto 1961.
Componenti: G. Monzino, J. Bich, A. Carrel, L. Carrel, P. Cerretelli, M. Fantin, F. Monzino, P. Pession, L. Saidelli.

Anche di questa spedizione vi è una bella cartolina. (fig. 2)

La spedizione in realtà non raggiunge gli obiettivi che si era prefissata, poichè, venuti a conoscenza che una slavina ha spazzato via una cordata alpinistica belga, tutti gli uomini abbandonano il loro elaborato programma, i mesi di studio e preparazione, per accorrere in aiuto dei 4 sfortunati alpinisti che risulteranno tutti morti e di cui solo 2 corpi saranno recuperati.
Questo spontaneo, disinteressato e rischioso compito umanitario avrà poi il plauso, gli elogi e i riconoscimenti da tutta Europa.

(fig. 2)

Una terza impresa polare è la " G.M. '62 con slitte al 72° Parallelo" in Groenlandia Occidentale dal
11 aprile al 1° maggio 1962.
Componenti : G. Monzino, M. Fantin, P. Pession, E. Gnistrup.

In pratica è una prova della futura spedizione al Polo.
Anche in questo caso esiste documentazione postale con una cartolina. (fig. 3)

(fig. 3)

(Ricordiamo qui che tutte le cartoline venivano fatte e realizzare da M. Fantin che le faceva stampare da Oscar Tamari, un suo concittadino bolognese).

Una seconda "prova generale" per il Polo viene compiuta con la successiva spedizione "G.M.'62 al 77° Parallelo", dal 28 luglio al 17 agosto 1962.
Componenti: G. Monzino, J. Bich, A. Carrel, M. Fantin, E. Gnistrup, P. Nava, C. Pellissier, P. Pession, P. Cerretelli.
Anche in questa missione polare si ha l'ausilio della motonave "Franz III°" che rende più agevole e veloce l'avvicinamento alle montagne da scalare nella zona della Baia di Baffin (di fronte all'omonima isola canadese).
Una splendida cartolina ne è la testimonianza postale. (fig. 4)

(fig. 4)
Retro della cartolina fig. 4,
con le firme di tutti i componenti la spedizione


Segue ancora un'altra spedizione, la "G.M. '63- 1° alle Alpi di Stauning" in una interessante area della Groenlandia Est, dal 20 luglio al 15 agosto 1963.
Componenti :G. Monzino, J. Bich, P. A. Bich, A. Carrel, L. Carrel, M. Carrel, P.E. di Pràmpero, M. Fantin, E. Gnistrup, A. Herin, G. Herin, P. Meciani, C. Pellissier, Pacifico Pession, Pierino Pession.
Esiste una bella cartolina a testimonianza postale. (fig. 5)

(fig. 5)

 

Ancora una spedizione nella stessa area,la "G.M.'64 - 2° alle Alpi di Stauning”, dal 25 luglio al 23 agosto.


Componenti: G. Monzino, L. Barmasse, E. Bich, J. Bich, P.A. Bich, A. Carrel, G. Carrel, L. Carrel, M. Carrel, P.E. di Pràmpero, M. Fantin, A. Herin, G. Herin, M. Lombard, L. Marimonti, P. Meciani, G. Meynet, M. Minuzzo, J. Pellissier, P. Pession, L. Tamone.

 

(fig. 6)

In queste due ultime spedizioni vi è il reclutamento di famiglie intere di alpinisti guide della Valtournenche poichè si tratta di spedizioni di carattere prettamente alpinistico.
Anche in questo caso una interessante cartolina è la testimonianza postale. (fig. 6)

(NdR: ad integrazione dell'immagine di fig. 6 il signor Luca Guabello ci ha inviato il verso di una delle cartoline commemorative della spedizione firmata dalla maggior parte dei componenti la spedizione e rinvenuta tra i documenti di famiglia. Lo ringraziamo per la bellissima e poco comune testimonianza)

 

E arriviamo all'exploit della spedizione al Polo Nord che, unitamente a quella sull'Everest, rappresenta l'apice delle sue imprese alpinistiche ed esplorative.

Settant'anni dopo il Duca degli Abruzzi è un altro italiano a tentare la strada per l'estremo limite a Nord.

Logo della spedizione

A quell'epoca la storia non aveva ancora sbugiardato gli americani Peary e Cook e successivamente l'aviatore esploratore Byrd, e perciò non si sapeva che in realtà solo le imprese di Ralph Plaisted (che con motoslitte raggiunse il Polo) e quella di W. Herbert che attraversò la calotta polare dall'Alaska alle Spitsbergen con slitte trainate da cani e con diversi supporti aerei (1968-'69), avevano raggiunto il Polo Nord.

La spedizione italiana sarebbe dunque stata la 3° a raggiungere il Polo e la seconda con i cani.

Monzino preparò un itinerario molto lungo poichè, a differenza di tutti i predecessori e di chi l'avrebbe seguito, volle percorrere sul mare ghiacciato tutta la costa Ovest della Groenlandia per poi costeggiare la parte Nord Est della Terra di Ellesmere Canadese sino a Capo Columbia, poco oltre la base militare canadese di Alert.

Da qui la spedizione partì per il balzo finale che avrebbe portato gli uomini a raggiungere l'ambìto Polo.

(fig. 7)

Pertanto la 1° parte fu da Jacobshavn a Qanaq (11 febbraio - 25 aprile 1969) - (sped. "G.M. '69)
Componenti: G. Monzino, A. Carrel, M. Fantin, G. Miserocchi, A. Ollier, G. Ottin, P. Pession, il magg. Aranda e diverse guide Inuit.
(Cerchietti bianchi sulla cartina)

A Upernavik Fantin e altri tre dovettero lasciare la spedizione per esigenze di lavoro.
Una cartolina "cartografica" testimonia questa parte di spedizione. (fig. 7)

La 2° parte ebbe luogo nell'aprile-maggio 1970, da Qanaq a Capo Columbia. (spediz. "G.M.'70")
Componenti : G. Monzino, A. Carrel, G. Herin, T. Eriksen e J. Nielsen danesi. Più alcuni Inuit tra cui 2 nipoti naturali di Peary.
Non si conosce posta.

Nei piani di Monzino vi era la partecipazione all'impresa di Alpini e di personale della Marina Militare in un proseguimento ideale di quanto fatto dal Duca degli Abruzzi.
Purtroppo i tipici, soliti sciovinismi ed antagonismi di bandiera scandinavi gli imposero di accettare una pesante partecipazione straniera. Chi conosce le autorità scandinave sa molto bene che i danesi considerano di fatto la Groenlandia come una propaggine di casa loro e come tutti gli scandinavi pensino che la calotta glaciale e le Svalbard siano un bene di....famiglia.

Obtorto collo, dunque, il ns. capospedizione deve accettare quelle imposizioni per non correre il rischio di non poter ingaggiare gli eskimesi e le slitte a causa dell'influenza amministrativa danese.
Componenti della spedizione Capo Columbia -- Polo Nord:
G. Monzino, M. Minuzzo, R. Carrel, A. Aranda e, fino al Polo, due danesi e diversi Inuit. Sul Twin Otter il navigatore norvegese Pedersen a seguire l'itinerario del numeroso gruppo.

Presso la base USAF di Thule viene dunque controllato tutto il materiale fatto pervenire e lasciato in deposito sino alla partenza per Alert-Capo Columbia.
In circa un mese di preparativi viene rivista tutta l'attrezzatura, vengono acquistati in quantità il pemmican per i cani (polvere di pesce mescolata a grasso di bue) e 9000 litri di petrolio bianco per i fornellini Primus indispensabili a cucina e riscaldamento. Le tende, fabbricate a Milano, hanno la possibilità d'esser montate su 2 slitte che fungono da letti, mentre l'abbigliamento, preparato dagli eskimesi, consiste in giacconi con pelliccia di caribou, pantaloni d'orso, moffole di pelliccia di cane con lana interna, stivali in pelle di foca foderati con pelliccia di lepre artica, da calzarsi con i piedi nudi,e infine copristivali di volpe polare.

Intanto in Danimarca escono alcuni articoli in cui si insinua che il finanziamento e l'organizzazione dell'impresa italiana sono prevalentemente danesi (cosa addirittura inventata).
A fatica Monzino riesce ad ottenere la sostituzione in extremis dell'interprete e del marconista che già nella precedente pre-spedizione si erano comportati malissimo ed erano oltremodo sgraditi anche agli Inuit.

Da Thule con 3 voli di Hercules noleggiati viene trasferita tutta la spedizione ad Alert, mentre una parte di viveri e petrolio verrà poi, con un 4° volo, trasportata alla base derivante T3, che fungerà da base avanzata.
Viene anche noleggiato un Twin Otter che ogni tanto seguirà dall'alto la carovana e ne controllerà la posizione durante l'avanzata sulla calotta polare in continua deriva.

Il medico danese, per vigliaccheria e per sabotaggio, all'ultimo momento decide di restare alla base di Alert al calduccio...a disposizione!

L'ufficiale di collegamento canadese e il dentista danese, fratello del medico rimasto "eroicamente" ad Alert, si ritireranno dopo 10 gg. di marcia.
(Gli Inuit, per motivi vari tra cui l'alimentazione e la carenza di alcune vitamine, soffrono abbastanza di problemi dentari tant'è che negli ultimi 20 anni periodicamente in ogni loro villaggio arriva un'equipe medico-odontoiatrica).

Nei primi gg. il cammino è estenuante poichè il ghiaccio, essendo vicini alla Terra di Ellesmere, è oltremodo frastagliato. Così si decide di fare a meno di 3 delle 8 tonnellate di equipaggiamento e cibo rimandando 6 slitte a Capo Columbia.
Si viaggia con temperature attorno i -45°C.
Moltissime difficoltà insorgono ancora da parte di alcuni Inuit e 4 di loro rientrano in slitta ad Alert.

Squassata dalle forti correnti di pressione la superficie glaciale è soggetta alle cosiddette "dighe di pressione" che determinano onde di ghiaccio congelate.
A 85°N viene raggiunta la T-3 (i nostri amici collezionisti hanno sicuramente di questa base derivante Usa diversi pezzi postali) ove si apprende che i due fratelli medici sono tornati a Copenaghen e che i Canadesi di Alert "chiedono il ritiro di tutto il materiale lasciato in deposito presso la base".
(Un vero boicottaggio poichè chi conosce queste stazioni artiche canadesi sa che i capannoni e gli hangar riscaldati abbondano, e che, comunque, non vi è nel modo più assoluto alcun problema logistico nel lasciare quantomeno il materiale all'aperto).
Il ns. capospedizione è costretto così, dopo concitati collegamenti radio, a noleggiare un Twin Otter su cui caricare il materiale per trasportarlo poi alle T-3 ove gli americani concedono gentilmente un capannone.
Poi superando enormi difficoltà la marcia riprende e riesce ad esser più forte di altri colpi di scena che purtroppo non mancheranno.

Alle 9,55 del 19 Maggio 1971 la spedizione Monzino raggiungerà il Polo Nord.
Tuttavia le guide di Valtournenche e il fido Aranda, Maggiore dell'esercito cileno, percorrono ancora con le slitte diversi Km attorno, in senso circolare, ad evitare eventuali confutazioni future sulla meta raggiunta.

La bandiera italiana sventola sul Polo insieme ad una croce. Seguiranno altri 22 gg. di durissima marcia per il rientro, fino a raggiungere la T3--Fletcher's Island.

Questa drammatica esperienza lascia un segno profondo, a causa delle aspre polemiche, nell'animo di Monzino che, schivo per natura, di rado parlerà di questa impresa.

Poi Monzino si accingerà all'organizzazione della grande impresa dell'Everest.

La posta

La posta conosciuta è quella della fase preliminare ed è inviata da Dundas, Groenlandia, con il cachet della spedizione (fig. 8).

(fig. 8)


Oltre ad essa sono note buste firmate dal navigatore norvegese del Twin Otter, Pedersen, e con il bollo "Monzino North Pole Expedition / Air Support", dalla T3 al Polo in data 19 / 5 / 1971. (fig. 9)

(fig. 9)

 

Il gruppo di coraggiosi che ha raggiunto il Polo Nord con Monzino (secondo da ds.)

Questo articolo è stato tradotto in inglese e pubblicato sulla rivista americana ICE CAP NEWS, rivista dell’American Society of Polar Philatelists, che è una delle più seguite al mondo.