Via
Marconi 10 – 36015 Schio
Verona
e le sorprese filateliche
Lettera
aperta alla Federazione
La riunione veronese è per i collezionisti in genere (non solo filatelici o numismatici ma d’ogni cosa possa essere collezionato) un’occasione attesa.
Due volte l’anno, tre se includiamo il capodanno filatelico di Riccione, ci si trova tra amici e conoscenti per vedere, comprare, vendere e, se possibile, cambiare convenientemente qualche pezzo.
Anche la possibilità di acquistare francobolli dalle stesse amministrazioni postali attrae i collezionisti che approfittano dell’occasione per fare una gita e nello stesso tempo acquistare quei valori delle nuove emissioni che non hanno potuto acquistare prima.
Ebbene cari amici, da tempo assistiamo all’assoluta arroganza da parte delle amministrazioni emittenti a dispregio dei collezionisti. In Italia il libretto di Montecitorio ha scandalizzato…. Tutti quelli che non hanno potuto avere l’ambito pezzo.
Da venti anni colleziono storia postale ed il francobollo mi è caro se applicato sulla busta su cui è viaggiato. Ma da due anni circa le buste e le cartoline non sono più timbrate in arrivo se non sono raccomandate o assicurate. La giustificazione è che le poste risparmiano! Lo sapevate che è incostituzionale? Ma nessuno ha mosso un dito in sede istituzionale. L’argomento sarà oggetto di un mio prossimo intervento.
Ma il fatto che mi spinge a scrivere questa lettera aperta alla Federazione tra le società filateliche tramite una rivista è l’aver constatato l’aperta violenza nei confronti dei filatelisti operata dall’ufficio distribuzione dei valori di S. Marino che ha rifiutato di vendere separatamente il foglio del francobollo della FENICE da quello di NATALE ! non volevo credere a quanto mi si riferiva ed allora ho provato ad acquistare io stesso il foglio de La Fenice: ebbene mi hanno informato che lo vendevano solo se accompagnato dal foglio di Natale ed allora ho dovuto sborsare euro 18,6 per il primo e 6,56 per il secondo, con buona pace della libertà di collezione. Esiste una direttiva governativa che stabilisce la vendita accoppiata delle due emissioni?
Cosa c’entra la Federazione in tutto questo? Nulla proprio nulla, ma è proprio questa sua mancata presenza che impensierisce il povero collezionista: l’assoluta impossibilità di influire sulle politiche filateliche degli Stati di area italiana.
Questo “lasciar fare” è indice di decadenza e, se proprio si vuol fare un paragone, è più solerte a garantire gli interessi del collezionista un commerciante più o meno illuminato, come quello di Torino, che la stessa Federazione, che assiste inerte alle decisioni degli altri rinunciando ad essere propositiva e, a cose fatte, si lascia tacitare da miserrimi favori (vedi l’elemosina dei libretti di Montecitorio)
Viva la libera scelta, viva la libertà di parola: “Dissociamoci” nel senso di rinunciare all’associazione! Questa deve essere la parola d’ordine dei collezionisti iscritti ai circoli, per sollecitare una incisiva azione per una politica filatelica più seria.