LUIGI SIROTTI
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La seconda Guerra di Indipendenza
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I Corpi dei volontari

Il corpo volontario dei Cacciatori delle Alpi venne costituito con decreto reale del 17 marzo 1859 e il comando fu affidato a Giuseppe Garibaldi. Un primo deposito venne aperto a Cuneo e successivamente altri due a Savigliano. In seguito al grande afflusso di volontari, il 16 aprile 1859, venne aperto un quarto deposito ad Acqui per la formazione di un nuovo corpo che venne denominato "Cacciatori degli Appennini".
I Cacciatori delle Alpi, al 21 maggio, avevano una forza presente di 129 ufficiali e 3347 gregari; i Cacciatori degli Appennini, alla stessa data avevano in totale 1596 uomini presenti.
Alla vigilia delle scoppio delle ostilità il corpo dei Cacciatori era formato da tre reggimenti con una forza complessiva di circa 3.300 unità. Nel mese di luglio al corpo dei Cacciatori delle Alpi si aggiunse un reggimento dei Cacciatori degli Appennini (quest'ultimo composto da circa 1.800 unità) che vennero riuniti sotto la denominazione di 4° reggimento mentre aveva inizio la formazione di un 5° reggimento.
Il 3 agosto 1859 Garibaldi, amareggiato per le clausole dell'armistizio, chiese al Re di venire esonerato dal comando del Corpo e di venire trasferito all'Esercito dell'Italia Centrale. Il 7 settembre 1859 i Cacciatori delle Alpi venivano incorporati nell'esercito sardo nella "Brigata Cacciatori delle Alpi" suddivisa in due reggimenti, mentre il "Battaglione Adolescenti" che era stato costituito da Garibaldi venne sciolto.


Giuseppe Garibaldi comandante dei "Cacciatori delle Alpi"

La partecipazione dei "Cacciatori delle Alpi" e dei "Cacciatori degli Appennini" alle operazioni della guerra

I Cacciatori delle Alpi erano schierati all'estremo Sud del concentramento di truppe alla destra del Po a Brusasco, Cavagnolo e Verrua.
Il 2 maggio 1859 i Cacciatori delle Alpi erano attestati a Pontestura.
L'8 maggio furono spostati da Pontestura a Torrazza.
Il 17 maggio Garibaldi con i Cacciatori delle Alpi ricevette l'ordine di trasferirsi da Cascine di Stra a Biella dove giunse il 18 maggio rioccupando la città abbandonata dagli Austriaci il giorno 9 precedente.
Il 27 maggio la Divisione di riserva austriaca del Fml. Urban fu trasferita a Como per difendere il lato destro dell'esercito Imperiale minacciato dai Cacciatori delle Alpi che erano accampati a Biella.
Dal 20 maggio i Cacciatori delle Alpi iniziarono il trasferimento verso il Lago Maggiore per impegnare l'ala destra dello schieramento Imperiale seguendo il percorso Gattinara, Romagnano Sesia, Borgomanero, Oleggio Castello, Arona e Castelletto Ticino. Nella notte del 22 maggio attraversarono il Ticino e, per primi, toccarono il suolo lombardo conquistando Sesto Calende e giungendo a Varese nella notte del 23 maggio 1859.
La reazione austriaca non si fece attendere. Distaccamenti del IV° Corpo d'Armata furono inviati da Milano il 25 maggio e riconquistarono Sesto Calende, mentre la Divisione di Riserva dell'Urban si muoveva da Como verso Varese, impegnando i Cacciatori delle Alpi nei dintorni di Varese ma uscendone sconfitti. Il giorno successivo, 26 maggio 1859, Garibaldi abbandonò Varese con i Cacciatori delle Alpi e si diresse verso Como dove fu nuovamente impegnato il 27 maggio in uno scontro, anche questa volta vittorioso, contro gli Imperiali a San Fermo. Alla sera del 27 maggio Garibaldi entrava in Como.
L'Urban, dopo la ritirata da Como, aveva ricevuto notevoli rinforzi e con l'intera Divisione di Riserva marciò su Varese, che riconquistò il 31 maggio per poi abbandonarla definitivamente il 5 giugno 1859, quando ripiegò verso Milano con tutta la sua Divisione per rinforzare l'Armata Imperiale dopo la sconfitta di Magenta.
La sera del 4 giugno 1859, i Cacciatori delle Alpi erano dislocati a Camerlata, Como e San Fermo, mentre il 7 giugno erano concentrati a Lecco.
Garibaldi con i Cacciatori delle Alpi era rimasto sino al 5 giugno a Como, il 6, dopo aver lasciato un piccolo contingente a presidiare la città, si trasferì a Lecco con la maggior parte delle brigate. Il giorno 7, per Caprino Cisano e Pontida, raggiunse Almenno, dove sostò prima di entrare il giorno 8, di prima mattina, in Bergamo abbandonata dagli Imperiali che si erano ritirati verso Treviglio. Una colonna dei Cacciatori delle Alpi raggiunse Seriate e il 9 giugno una colonna, proveniente da Varese, occupava Laveno.
Il 10 giugno vennero trasferiti alcuni reggimenti a Palazzolo e a Sarnico sul lago d'Iseo.
Il giorno 11 raggiunsero Martinengo attraverso Ghisalba per muovere verso Brescia, già abbandonata dagli Imperiali. Il 12 giugno un piccolo drappello di 40 uomini entrava a Brescia precedendo Garibaldi che giungeva il giorno seguente con tutte le altre brigate.
Alla sera del 14 giugno i Cacciatori delle Alpi lasciarono Brescia per raggiungere S.Eufemia della Fonte e il 16 giugno si spostarono verso l'alta valle del Chiese.
Mentre il grosso degli eserciti operava in pianura, Garibaldi, con i Cacciatori delle Alpi e la 4a Divisione Sarda del generale Cialdini, coprivano l'estremo lato sinistro dell'armata alleata, operando, dopo le conquiste di Brescia, in Val Camonica, Val Sabbia, Val Trompia, Valtellina e sul Garda. In Val Camonica, il 16 giugno fu occupata Breno ed il giorno 19 Edolo, mentre, dopo avere occupato il giorno 16 Nuvolera, Nuvolento e Paitone, il grosso dei Cacciatori delle Alpi arrivò il 18 giugno a Salò.
Fu concordato, tra Garibaldi e Cialdini, che ai Cacciatori delle Alpi sarebbe stata affidata la conquista della Valtellina. Il 24 giugno i primi Cacciatori delle Alpi raggiunsero Tresenda e il 27 giugno S. Antonio Morignone, mentre Garibaldi arrivava a Colico con il resto delle brigate: il 28 entrava in Sondrio e il 30 a Tirano. Il 2 luglio un distaccamento raggiunse ed occupò Bormio. Il 3 luglio 1859 fu occupata Bagni Nuovi e dopo intensi combattimenti Bagni Vecchi: gli Austriaci si ritirarono a Cima di Spondalunga. La Valtellina era totalmente liberata. Il 3 luglio 1859 il Corpo dei volontari era composto da circa 9.500 uomini, essendo stato rinforzato da un battaglione Valtellinese, era così dislocato:
- a Bormio e verso lo Stelvio.
- tra Bagni e S.Caterina in Val Furva.
- a Sant'Antonio Morignone e Cepina.
- a Tresenda e a Teglio.
- a Sondrio.
- a Tirano il Quartier Generale.
L'8 luglio 1859, i Cacciatori delle Alpi raggiunsero lo Stelvio abbandonato dagli Austriaci.
La difesa delle vallate alpine restava affidata a Garibaldi, che così dislocò le sue truppe, ingrossate nel frattempo da un reggimento di Cacciatori degli Appennini (costituito ad Acqui con decreto del 16 aprile 1859) che non aveva mai combattuto.
- In Valtellina:
- allo Stelvio e a Bormio;
- a Tirano;
- a Teglio;
- a Sondrio.
- In Val Camonica:
- a Ponte di Legno, Incudine, Edolo e Breno.
- a Lovere e Pisogne.
- In Val Sabbia:
- a Collio e al passo di Maniva.
- a Vobarno, Vestone, Lavenone ed Anfo.
- In riserva:
- un battaglione di Cacciatori delle Alpi a Sarnico;
- tre altri battaglioni a Lovere.
Il Quartier Generale a Lovere.
Il 3 agosto 1859 Garibaldi, amareggiato per le clausole dell'armistizio, chiese al Re di venire esonerato dal comendo del Corpo e di venire trasferito all'Esercito dell'Italia Centrale. Il 7 settembre


Dal volume "Garibaldi Condottiero" pag. 171. Ministero della Guerra. Ufficio Storico. Roma 1932


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