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note sulle etichette bianche e rosa delle raccomandate
di Marino Bignami

 

Dal 1861 il servizio di raccomandazione è stato effettuato in ufficio postale dove il pagamento anticipato era realizzato con francobolli solitamente applicati dall'addetto postale che li annullava con il bollo a data, apponeva il bollo in cartella con la scritta raccomandato e rilasciava una ricevuta con la cifra riscossa a firma dell'impiegato.
Dal 1 Gennaio 1883 su sollecitazione U.P.U. alle raccomandate venne applicata una etichetta a stampa con la scritta Italia, il numero dell'invio, la località di partenza e una grande R; successivamente per questioni di economia, per l'interno l'etichetta fu sostituita da un timbro che lasciava sull'involucro un bollo con una grande R.n. che l'addetto completava con il numero della registrazione vergato a mano. Tutti gli invii raccomandati erano trattati allo stesso modo.
Dal 1904 tornarono in uso le etichette già numerate, ma vennero differenziate nel colore fra: bianche per invii a pagamento e di colore rosa per le raccomandate in franchigia inviate dagli uffici postali e fra gli uffici postali o fra enti statali autorizzati ad inviare senza affrancare.

A sinistra l'usuale etichetta bianca per raccomandate a pagamento. Al centro il bollo T.S. applicato dall'ufficio postale mittente a convalida della possibilità delle raccomandate messa in carico del destinatario. A destra etichetta rosa da usarsi per gli invii raccomandati in franchigia.

Inizialmente l'uso principale delle etichette rosa fu per la raccomandazione (di servizio) delle ricevute di ritorno che erano rispedite dall'ufficio postale di destinazione all'ufficio mittente in busta aperta ed in esenzione di tassa. Dopo qualche anno per snellire il lavoro che richiedeva scritturazioni e registrazioni, il sistema venne abbandonato e le R.R. viaggiarono in P.O. senza busta .
Nello stesso periodo vennero introdotte anche le etichette verdi da applicare alle assicurate, in questo caso di colore unico anche per le assicurate di servizio.
Da rilevare che le etichette bianche (qualche volta erroneamente furono usate quelle rosa) dovevano essere usate esclusivamente per gli invii raccomandati a pagamento, compresi gli invii raccomandati a carico del destinatario in tassa semplice.
In questo caso la normativa prescriveva l'applicazione dei bolli ufficiali ovali di franchigia a dimostrazione del diritto dell'ente mittente a godere del beneficio. La normativa prevedeva inoltre che l'ufficio postale di partenza, accertato il diritto a godere della messa a carico del destinatario, apponesse sul fronte dell'invio il piccolo bollo circolare T.S. (tassa semplice) .
Nel pagamento messo a carico del destinatario i segnatasse corrispondenti erano applicati dall'ufficio postale di destinazione sul plico e annullati col solito bollo a data variabile (rarissime volte, in tempi normali, i segnatasse vennero sostituiti con francobolli). Da notare che la ricevuta di ritorno non poteva essere messa a carico del destinatario e l'ente mittente, pur con la possibilità della messa a carico, era tenuto ad affrancare l'eventuale R.R.

Dal 1923 fu introdotto anche il servizio di "Notificazione Atti Giudiziari"; in quell'occasione, essendo il servizio in relazione ad importanti effetti giudiziari fu emanata una norma speciale di procedura e affrancatura che coinvolgeva anche le etichette oggetto della nota. Infatti il servizio richiedeva che il plico fosse inviato in raccomandazione con ricevuta di ritorno (il tutto da affrancare a cura dell'Ufficiale Giudiziario).
Altra particolarità (inevitabile con la procedura stabilita) fu che anche l'importo della raccomandazione della R.R. fosse sommato all'importo totale dell'invio e applicato totalmente in partenza sul plico.
Perciò una delle particolarità era che la R.R. allegata al plico doveva essere già compilata e indirizzata ma non affrancata, perchè non era ancora una raccomandata anche se pagata in anticipo. La raccomandata nasceva formalmente solo dopo essere stata controfirmata come ricevuta, quindi registrata dall'ufficio postale di destinazione che applicata l'etichetta bianca numerata la rispediva al mittente.
Nel caso che l'atto legale inviato fosse stato emesso con tassa a carico (Questura o contravvenzioni stradali), il tutto sarebbe stato pagato dal destinatario con la cifra totale trasformata in segnatasse anch'essi da applicare interamente sul plico.
Risultando un servizio a pagamento (anche se con registrazione posticipata) l'etichetta da applicare sulla R.R., secondo normativa, era quella bianca, però gli addetti postali (non molto ferrati sulla normativa evidentemente) dovendo inviare un oggetto registrato ma non affrancato, spesso equivocando inviavano la R.R. come oggetto di servizio cioè con etichetta rosa. Qualche volta sebbene applicassero correttamente l'etichetta bianca, sbagliando, affrancavano.

Da rilevare che le etichette dai vari colori, nella norma, erano prestampate oltre che con un numero anche con il nome della località. A volte per semplificare, o per urgenza di fornitura, oppure per fornire gli uffici periferici con poche raccomandate, le etichette furono fornite anche senza il nome della località, che era da inserire obbligatoriamente a timbro od anche vergato a mano all'atto della accettazione della corrispondenza.
Queste erano le norme che non sempre vennero seguite e la casistica è delle più varie; vuoi per carenza di materiale, vuoi per ignoranza della normativa e penso, spesso per negligenza.
Inoltre come si può rilevare sulla busta con tassa a carico sotto riprodotta, l'etichetta (Fig. 3) è stata applicata da chi ha scritto la lettera (perchè colpita dal bollo ovale di franchigia) e non dagli impiegati postali, quindi è probabile che alcuni invii già preparati dai mittenti ma con etichette anonime fossero inoltrati tal quali senza essere rilevati dagli addetti postali.

 

Fig. - 1) 1905 - Busta di servizio per la restituzione delle ricevute di ritorno.

Come specificato sull'aletta di chiusura,
la busta andava inviata aperta per facilitare le operazioni di invio.

 

Fig. 2) Tipico oggetto che somma gli errori più frequenti della R.R. del "Servizio Notificazione Atti Giudiziari": l'uso improprio dell'etichetta rosa di servizio (per di più anonima, cioè senza località) e la tassazione a carico applicata sulla ricevuta di ritorno da inviare raccomandata invece che sul plico consegnato al destinatario.

 

Fig. 3) Esempio di invio con tassa a carico in cui la normativa è stata osservata al meglio. Notare che il bollo ovale di franchigia del Comando Difesa Territoriale ha colpito l'etichetta di raccomandazione, quindi anche l'etichetta bianca numerata è stata applicata dal mittente.
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