Il sistema postale del Regno di Napoli in epoca Viceregnale (1500 - 1734) era d'uso esclusivo delle autorità governative, militari e dai potentati dell'epoca. Il servizio postale era affidato al l'Ufficio del Corriere Maggiore il quale disponeva dei corrieri ordinari per espletare il trasporto della posta. La popolazione accedeva al trasporto della corrispondenza tramite dei corrieri straordinari, un servizio postale privato. Seguentemente verso la metà del 500 tale servizio venne inglobato dall'Ufficio del Corriere Maggiore. Nella prammatica del 18 Settembre 1559 furono per la prima volta disciplinate le norme che attendevano al servizio postale.
Il primo segno di bollatura delle missive del regno era un bollo lineare di foggia barocca tipicamente spagnola, "Estafeta", staffetta, nota su lettera del 1692. Tale bollo era ancora era in uso nel 1755 ben dopo venti anni dalla indipendenza del regno sotto Carlo di Borbone.
I Regi Decreti prevedevano che la corrispondenza venisse bollata solo nella capitale, Napoli, sia in partenza che in arrivo od in transito. Vennero approntati bolli lineari sul tipo precedente con dicitura NAPOLI e bolli lineari recanti il nome del capoluogo di provincia Bari, Lecce, Foggia, Campobasso, Potenza e Salerno e bolli sempre lineari riportanti il nome del ''camino'' (Cam.o di Pu.a, Cam. di Cal e Camo di Roma), od il comune ove si accentrava la corrispondenza della intera provincia (Sora, Drosi e Nicastro), oppure riportante il nome della sola regione (Abruzzi). La corrispondenze proveniente dai tenimenti siciliani era bollata coi timbri ''Messina'' e ''Palermo''.Dalle fonti viene evidenziato che tali bolli di provenienza vennero utilizzati fino al 1799 e successivamente durante la Repubblica Napoletana venne promulgato che a far data dal 1 Gennaio 1800 la posta venisse bollata in partenza da tutte le officine di posta. Tali bollatori erano già stati approntati prima dell'evento rivoluzionario, di stile iconografico ricalcante le fogge settecentesche barocche.
Ci preme ricordare ancora una primogenitura del Regno di Napoli, il primo timbro ad inchiostro ad essere usato nel suolo italico tra gli antichi fu il corsivo "Estafeta".
Per quanto attiene Salerno, già verso la fine del 1700 ha inizio il nuovo sistema postale. Le notizie ci provengono grazie al canonico della cattedrale Matteo Greco vissuto verso la seconda metà del 700, nelle sue ''Cronache''. Il 1 Gennaio 1787 l'Ufficiale della Regia Posta incominciò ad apporre sulle missive un timbro lineare corsivo di color brunastro recante la dicitura "Salerno" di impronta incerta, come da figura (lettera del 15 Marzo 1789). Il principale collegamento avveniva con la capitale del regno. Il Procuratore della Regia Tenenza di Salerno don Vincenzo Avossa redasse una convenzione per il trasporto della posta con il principale proprietario di calessi di Salerno, don Nicola Pilato.
Si faceva obbligo al Pilato di trasportare ogni giorno la valigia postale ed ogni altro pacco che gli venisse consegnato per Napoli e ritorno, avendo nella capitale due fermate: alla Porta del Carmine ed alla Fontana dei Serpi.
La convenzione stabiliva che il carico non doveva eccedere il peso della 2 cantaja (il cantajo era pari a Kg. 80,09), tale imposizione poteva essere derogata solo alla vigilia ed antivigilia di due festività religiose: il Natale ed il Sabato Santo. Il trasporto in queste due occasioni, per maggior comodo della Regie Poste, era composto, invece di due soliti calessi, con un ulteriore traino. Per tale maggiore incombenza si previde una satollazione al Pilato di ben 12 carlini a supplemento al prezzo pattuito che era pari a 15 ducati mensili.
Il Procuratore della Regia Tenenza di Salerno don Vincenzo Avossa nella convenzione postale con il Pilato fece anche menzione al ''malaugurato caso in cui ladri e briganti assalgano il calesse postale trafugandone le valige di posta od altro oggetto appartenente alla Regia Posta''. A tale ipotesi paventata, don Vincenzo Pilato assicurò il Procuratore della Regia Tenenza di Salerno sulla incolumità del carico, sempre che alla guida dei calessi ci fossero uomini di sua fiducia e non i postiglioni della Regia Posta. Va da se che il Pilato avesse stipulato una ….. ''assicurazione'' con i briganti e ladri lungo la tratta a tranquillità del proprio lavoro.
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