POSTE ALL'ALTRO MONDO  
dallo Stato Pontificio alla Nuova Zelanda

Il 1800 è stato il secolo della espansione degli Stati tecnologicamente ed economicamente più sviluppati e della colonizzazione di nuove e sconosciute terre: dopo l'Africa e le Americhe, era la volta dell'Oceania, con la grande Australia e la piccola Nuova Zelanda.
Con la Francia orientata alla conquista degli arcipelaghi del Pacifico e la Spagna alla conquista delle Filippine, gli Inglesi, oltre al potente impero Anglo-Indiano, rivendicarono l'Australia e la Nuova Zelanda (che fanno tuttora parte del Commonwealth) e svilupparono efficienti rotte commerciali per favorire gli insediamenti, la colonizzazione e gli interscambi.
Una estesa evangelizzazione anglicana venne promossa, ma, nonostante ciò, un gruppo di missionari cattolici francesi si insediò in Nuova Zelanda nel 1839 e riuscì a fondare la prima comunità di fede Cattolica Romana: ne sono testimonianza alcune corrispondenze (in periodo di stato Pontificio) tra la Curia Romana ed il Vescovo locale.

Australia: terra scoperta da James Cook nel 1770, rivendicata come possedimento britannico, venne colonizzata da una grande quantità di persone ivi trasferite nel periodo dal 1788 al 1868, anche per compensare, in qualche modo, la perdita di influenza sull'America del Nord, paese ribellatosi alla Corona Britannica; nel periodo di dieci anni, ben 600.000 immigrati si insediarono nelle sei colonie in cui era stato suddiviso il Paese!

IL SERVIZIO POSTALE

L'amministrazione inglese si sforzò di stabilire un collegamento postale marittimo efficiente fra la madre patria e le sei colonie australiane. Fino ad allora il servizio postale, lento ed irregolare, era stato assicurato dai bastimenti di commercio o dalle navi da guerra della Royal Navy. Nel 1844, un primo contratto postale era stato firmato con la compagnia marittima dei fratelli Toulmin: ogni mese, con una partenza dal porto inglese di Gravesend, stabilirono fino al 1849 il primo collegamento postale regolare con l’Australia. Il percorso era effettuato a mezzo velieri, via Capo di Buona Speranza, aveva una durata media di 125 giorni. Cessato, per scadenza, il contratto, l’amministrazione postale britannica preferì, nel suo nuovo appalto, ricorrere alla navigazione a vapore e combinare due rotte con il servizio alternato di due compagnie marittime.

Un mese sarebbe partito da Southampton un vapore di una prima compagnia via Suez, il mese successivo un vapore della seconda compagnia, via Capo di Buona Speranza. Per la via di Suez (tratto azzurro sulla cartina), la compagnia scelta fu, senza sorpresa, la potente Peninsular & Oriental: dal 1845 aveva già stabilito una linea di piroscafi postali fra Suez e Hong-Kong, estesa fino a Shanghai nel 1850, quindi per risolvere il problema… risultava essere sufficiente aggiungere un servizio complementare fra Singapore e l’Australia. Adottata questa soluzione, già nel corso dell’anno 1853, per esempio, i tragitti Inghilterra / Australia furono percorsi impiegando da 61 a 77 giorni. Per quanto riguarda la seconda rotta dal Capo di Buona Speranza (tratto rosso), si susseguirono due compagnie: l’Australian Royal Mail Steam Navigation Company fino al 1853, poi la General Screw Steam Shipping Company dal 1854, con tempi di percorso compresi fra 63 e 95 giorni. Questo servizio postale che potremmo qualificare “celere”, paragonandolo alla linea postale dei velieri dei fratelli Toulmin, ebbe fine però nel mese di dicembre 1854. La guerra di Crimea stava allora mobilitando un numero crescente di navi da trasporto per soldati e materiale verso il Mar Nero, dove Inglesi, Francesi, Ottomani e Piemontesi affrontavano l’impero russo: la P&O e la General Screw, utilizzate a contribuzione per questi trasporti militari, abbandonarono il servizio marittimo dell’Australia.

Si ristabilì allora, fra il 1855 ed il 1857, un servizio postale assicurato da grandi velieri veloci: i cosiddetti clippers che percorrevano la rotta di Capo di Buona Speranza senza scalo: due compagnie si distinsero notevolmente, la Black Ball Line e la White Star Line.

(ref. - L. Veglio - AUSTRALIA: QUANDO LA POSTA SFIDAVA I QUARANTA RUGGENTI)

 

Il ruolo della Chiesa

Nei tempi moderni la conquista e la colonizzazione di nuovi territori è solitamente avvenuta con una operazione combinata tra forze militari, rappresentanti della Chiesa e Missionari e, successivamente, da emigranti e coloni che si insediavano nelle terre colonizzate utilizzando, come mano d'opera, i locali, a loro volta, colonizzati.
Questo è successo in Africa (il Colonialismo vero e proprio), nelle Americhe (l'epopea del West ed i tristemente famosi Conquistadores), ed anche nei Paesi dell'Oceania, dove i nativi (aborigeni) che non accettarono l'integrazione vennero quasi annientati.

Anche nel processo di colonizzazione della Nuova Zelanda, varie confessioni religiose si insediarono, la maggior parte di estrazione anglicana, ma anche di rappresentanti della Chiesa Cattolica Romana.

L'inizio del 1800 fu un momento molto difficile per la Francia: nel volgere di neppure tre decenni si succedono l'esperienza della Rivoluzione, dell'Impero napoleonico e della Restaurazione. L'ondata rivoluzionaria aveva travolto tutto: le istituzioni politiche, economiche, sociali.

Anche la Chiesa non era sfuggita alla devastazione: ci furono persecuzioni, condanne, tradimenti, vittime...

In seguito a questi avvenimenti molti avvertirono il bisogno di riportare il popolo di Dio ai valori del Vangelo e di ridare speranza a tanti che si erano allontanati dalla pratica dei sacramenti: questo poteva avvenire soltanto attraverso l'esperienza di una Chiesa che non fosse alleata dei potenti, ricca e su posizioni di privilegio.
In questo clima era cresciuto e si era formato un giovane prete della diocesi di Lione, Jean Claude Colin, che fondò (1836). la Società di Maria, costituita dai primi venti maristi che presero i voti di povertà, castità e obbedienza.

In quel periodo, una delle più grandi preoccupazioni della Chiesa Cattolica era l’evangelizzazione dell’Oceania: questo immenso territorio, costituito da migliaia di isole disperse nell’Oceano Pacifico, veniva ad essere un grave problema missionario.
Il 10 gennaio 1836 Papa Gregorio XVI affida alla Società di Maria le missioni dell’Oceania, il 13 maggio viene costituito il Vicariato apostolico dell'Oceania occidentale (Nuova Zelanda) ed il 24 dicembre parte per l’Oceania il primo gruppo di missionari Maristi.

Sono otto persone; il viaggio dura oltre un anno: il 10 gennaio 1838 approdano a Hokianga.

 

Jean Baptiste-Francois Pompallier

La missione Marista ebbe successo ed in breve tempo venne costituito il Vicariato della Nuova Zelanda, affidato al Vescovo Jean Baptiste-Francois Pompallier, francese, nato a Lione nel 1802.

Durante il suo lungo periodo di governo (ben 33 anni: 1836-1869), la presenza in loco della chiesa Cattolica si sviluppò e consolidò, anche grazie alla gestione di buoni rapporti con i residenti e la popolazione locale ed il grande impulso dato alla educazione e scolarità.


La figura del primo Vescovo cattolico di Auckland è ancora oggi ricordata dai residenti.

 

La prima cappella Cattolica in Wellington: processione.

 

Le corrispondenze con lo Stato Pontificio

Il vescovado di Auckland era in comunicazione con la Santa Sede a Roma: nella letteratura filatelica erano state pubblicate finora due lettere spedite da Roma e dirette ad Auckland all'attenzione del Vescovo, entrambe affrancate con francobolli della I emissione dello Stato Pontificio.
Esse sono un doppio porto (70 Bajocchi) del 27 settembre 1863, arrivo 22 dicembre ed un singolo porto (35 Bajocchi) del 22 novembre 1864, arrivo 20 gennaio 1865 (sono illustrate e descritte in Appendice).

Ma le corrispondenze da Roma al Vescovo di Auckland non si erano esaurite: ecco una lettera doppio porto del 2 marzo 1863, arrivo 23 maggio. L'affrancatura, per un corrispettivo di 70 Bajocchi, comprende, tra l'altro, il pregevole alto valore di 50 Bajocchi.

La lettera venne instradata attraverso la via di Suez a Marsiglia, non attraverso il Canale di Suez come si potrebbe pensare (l'istmo, tagliato su progetto dell'italiano Luigi Negrelli, diventò navigabile solo a partire dal 1869, qui siamo nel '63) ed è affrancata per 70 Bajocchi, che corrisponde (casualmente) alla tariffa, per gli stessi porti e la stessa destinazione per la via di Panama.
Un tragitto via Panama sarebbe però stato diverso da quello indicato sulla corrispondenza: tutto è possibile, ma va considerato che gli ufficiali postali sono sempre stati molto scrupolosi ed un cambiamento sarebbe stato sicuramente registrato direttamente sulla corrispondenza stessa.

Il certificato spiega e chiarisce i possibili dubbi.

 



Grazie alle indicazioni di Laurent Veglio, è anche possibile risalire al percorso della missiva, assicurato dalla Compagnia P&O:

- Marsiglia / Alessandria d'Egitto : 28 marzo > 3 aprile con lo steamer Vectis
- Suez / Ceylon : 4 aprile > 18 aprile col Simla
- Ceylon / Melbourne o Sydney : 19 aprile > 10 o 13 maggio col Northam 

poi servizio locale fino a Auckland.

Conclusioni

Una corrispondenza che ci ricorda un paese dall'altra parte del mondo, una storia di missionari cattolici francesi che fondano una comunità di successo gestita da un personaggio carismatico in un mondo duro e crudele, come lo è stato il periodo coloniale: è stato il Servizio Postale che ha consentito di mantenere i legami con le radici culturali e religiose!
Anche gli archivi di corrispondenze contribuiscono, oltre al loro contenuto filatelico, a comprendere e documentare la storia e la cultura.

© E. CALCAGNO - aprile 2018

 

APPENDICE

Per completezza di informazione si riporta la descrizione delle altre due lettere conosciute da Roma (Stato Pontificio 1^ emissione) ad Auckland - Nuova Zelanda.
(rif. Mentaschi-Mathà - Letter Mail from and to the Old Italian States)