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Il Cinema di Alberto Caminiti

 

Filatelia Tematica

Sergio De Benedictis

Per molti di noi le letture mattutine preferite sono quella dell’oroscopo e quella delle previsioni meteorologiche. Sulla prima abbiamo già scritto in questo articolo; vediamo ora come la filatelia affronta la seconda.

Il termine meteorologia deriva dal greco μετεωρολογία, una parola composta da μετέωρος "elevato" e λέγω légō, "parlo", quindi "discorso razionale intorno agli oggetti alti".

Fu per primo quindi Aristotele che in tarda età scrisse un trattato sul tema, concetti che sono rimasti immutati per duemila anni, finché con l’arrivo dei calcolatori l'uomo ha avuto la possibilità di elaborare dei modelli previsionali.

In età moderna molti sono stati gli scienziati che si sono, anche solo in parte, dedicati a questi studi.

Dobbiamo ricordare il nostro Leon Battista Alberti (1404-1472) che studiò le cause che determinano il vento e il processo di formazione della pioggia; da alcuni suoi disegni possiamo intravedere la progettazione di un rudimentale igrometro, realizzato poi secoli dopo dallo svedese Johns Jacob Berzelius (1779-1848).

 

Non poteva mancare il geniale Leonardo (1452-1519): la sua ansia di conoscere lo portò a formulare importanti studi sulle nubi, con accurati disegni ritrovati nel famoso codice Windsor; escogitò autonomamente strumenti atti a mettere in evidenza e a misurare importanti parametri meteo.

Spetta al romano Evangelista Torricelli (1608-1647) l’appellativo di “padre della meteorologia”; formulò il concetto fondamentale di pressione atmosferica e inventò il primo barometro a mercurio, che prese comunque il nome dopo gli studi di Robert Boyle (1627-1691) che sostituì il mercurio con acqua.


Gigante della scienza, Sir Isaac Newton (1642-1727) formulò i suoi famosi “Principi della Dinamica” ed il secondo in particolare è di immensa importanza per la meteorologia: l’accelerazione di un oggetto è direttamente proporzionale alla forza risultante agente su di esso e inversamente proporzionale alla sua massa.


E’ noto come a livello del mare l'acqua bolle a 100°C, mentre a 3000 metri la stessa acqua bollirebbe già a 70°C; lo scoprì il fisico colombiano Francisco Josè de Caldas (1799-1816).


Come è anche noto il simbolo °C, iniziale di Anders Celsius (1701-1744), che stabilì una scala da 0 (temperatura del ghiaccio fondente) a 100 (temperatura dell’acqua bollente) in condizioni di pressione normale di 760 mm di mercurio, applicandola al termometro.


Benjamin Franklin (1706-1790) fu un grande politico ma anche un grande scienziato alla cui inventiva dobbiamo tra l’altro la costruzione del parafulmine. L’idea è efficacemente illustrata in un celebre quadro conservato al Philadelphia Museum of Arts, poi riprodotto anche nel francobollo emesso dagli U.S.A. per il 250° anniversario della nascita.


Attuale la figura del fisico e chimico svedese Svante August Arrhenius (1859-1927), premio nobel per la fisica nel 1903. Fu infatti il primo a discutere il problema dell’effetto serra e del conseguente innalzamento delle temperature del nostro pianeta.


Oggigiorno le previsioni meteorologiche, una volta demandate esclusivamente alle forze armate aeronautiche, possono essere più facilmente condotte grazie ad una rete satellitare capillare su tutto il globo terrestre. L’accurata rilevazione e memorizzazione dei dati raccolti viene poi successivamente elaborata in centri informatici all’avanguardia e la previsione può coprire un arco temporale molto più ampio che in passato.

Ma anche la più moderna tecnologia non potrà mai soppiantare la saggezza dei nostri avi che erano soliti semplicemente dire: “rosso di sera … bel tempo si spera!

Sergio De Benedictis
15-03-2022

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