Il postalista
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Le Poste a Venezia e dintorni
Rassegna stampa del Dr. Umberto Bocus
dal Gazzettino di Venezia
Domenica 14 Novembre 2010,
Venerdì erano stati chiamati per un barbacane che si era spostato dalla
sua posizione naturale e rischiava così di crollare. Ieri sono stati
chiamati, ancora una volta, per le vibrazioni prodotte da un macchinario che
movimenta la corrispondenza. Non c’è proprio pace per l’ufficio delle Poste
di calle Racchetta, nella zona di San Felice che sta occupando a più riprese
i Vigili del fuoco di Venezia.
Venerdì si è addirittura temuto il crollo di un pezzo di barbacane nel
sottostante rio ed è per questo motivo che Insula ha provveduto a sistemare
una piccola recinzione in modo tale da evitare incidenti di sorta. E così il
transito nel rio è stato parzialmente ridotto.
Ieri, in seguito all’ennesima chiamata da parte delle persone che abitano
nel palazzo, i pompieri hanno effettuato due distinti controlli. Alla luce
di quanto è emerso pare infatti che il macchinario che movimenta la posta
sia di fatto collegato al soffitto e questo, una volta che la macchina
inizia a funzionare, crea notevoli vibrazioni nel palazzo. Ci sarebbero
anche piccoli danneggiamenti.
Nel corso del sopralluogo, poi, i pompieri lagunari si sono accorti che
anche due colonnine dell’appartamento che sta al piano superiore
dell’ufficio erano un po’ pericolanti e per questo sono state immediatamente
messe in sicurezza. Nel corso della verifica, inoltre, sarebbero state viste
alcune piccole fessure sui muri.
I Vigili del fuoco, che hanno effettuato il secondo sopralluogo nel
pomeriggio, hanno accertato che il proprietario della casa recentemente ha
eseguito alcuni lavori di ristrutturazione per cui i problemi emersi non
possono essere collegati all’incuria che caratterizza, invece, diversi
stabili del centro storico lagunare.
In ogni caso non è da escludere che sulla vicenda venga fatta una perizia
finale che metta così in luce l’effettivo impatto provocato dal
funzionamento del macchinario delle Poste.
Va infine ricordato che nei giorni scorsi i sindacati di categoria sono
tornati all’attacco, affermando che il palazzo, proprio alla luce della sua
conformazione, non sarebbe idoneo ad ospitare un ufficio postale.
6 Novembre 2010
Gli operai sono ancora al lavoro, il cortile in subbuglio, il vecchio
portone che dovrebbe fungere da uscita di sicurezza mezzo aperto. Una coppia
di anziani entra, seguita da un ragazzo. Sono quelli che in gergo si
chiamano i «casellisti», hanno cioè una casella postale negli stessi spazi
in cui viene smistata la posta, negli stessi spazi in cui i portalettere si
spogliano e indossano la divisa al mattino. Per prendere la posta, i
casellisti devono attraversare in pratica mezzo deposito, superare un
ingresso delimitato da spessi teli trasparenti, avvicinarsi alle cassette di
plastica gialla dove sono ammassate montagne di lettere a disposizione di
qualsiasi mano lesta. Privacy? Poca a prima vista, nulla. Ecco il nuovo
deposito delle Poste tra Calle Priuli e Calle Racchetta, a Cannaregio, il
magazzino a piano terra nel quale, da una settimana, sono stati trasferiti i
70 portalettere del centro storico. Causando tanti mal di pancia. E
dall'interno si capisce il perché.
Gli operai stanno ancora installando gli infissi mancanti, gli spogliatoi
delle donne sono in fase di cantiere, con tanto di sacchi e attrezzi
abbandonati sul pavimento. Su una parte del soffitto appare una macchia
gialla, segno della pioggia caduta nei giorni scorsi e raccolta nei secchi.
E poi sacchi di posta ancora da smaltire dopo che per due giorni i postini
hanno per forza di cose dovuto sospendere il servizio. E ancora: guardando
il pavimento si notano le scatoline anti topo. Sì, prevenzione contro i
ratti visto che gli stessi operai - durante i lavori - dopo averli visti
scorrazzare nel deposito erano stati costretti ad appendere alle pareti
abiti e sacchetti contenenti il pranzo. E se a metà mattina la situazione è
abbastanza tranquilla, è nelle prime ore che tutto si complica: l'arrivo
delle barche con i sacchi e un centinaio di persone stipate con altrettanti
100 carrellini che non hanno ancora trovato una collocazione e sono sparsi
dove capita. Rumori e confusione che risvegliano le proteste degli abitanti.
A questo si aggiunge il ritardo di un’ora, dovuto al cambio del turno, con
cui le barche al mattino portano la posta in deposito. Da qui l’effetto
sulle consegne.
«Non siamo contenti di questa soluzione - annota un residente - non per i
lavoratori, ci mancherebbe, quanto per tutto ciò che questo comporta. Era
preferibile un luogo più isolato, così come lo era il Fontego nella sua
centralità, perché comunque riuniva tutti servizi in un solo edificio».
5 novembre 2010
BRESSANONE.
I timori delle scorse settimane degli abitanti di Sant'Andrea sulla sorte
dell'edificio postale si sono rivelati fondati. Come ha spiegato ieri il
sindaco Pürgstaller il servizio cesserà a fine novembre. Critico l'esponente
dei Freiheitlichen Blaas che per primo aveva sollevato il problema. Sono
state pertanto inutili le trattative avviate dal primo cittadino con i
responsabili delle Poste per la zona del Nord-Est. «Ho avuto un lungo
colloquio nei giorni scorsi con il responsabile territoriale delle poste,
Roberto Minicucci - ha spiegato ieri Pürgstaller - Abbiamo analizzato a
lungo i dati sul traffico postale dell'ultimo periodo, riscontrando che il
volume d'affari era insufficente per tenere aperta una struttura come quella
di Sant'Andrea che lavora solo per due giorni alla settimana». A conti fatti
dunque, la decisione di chiudere l'ufficio di Sant'Andrea era davvero
inevitabile. Comprensibile l'amarezza del consigliere comunale dei
Freiheitlichen Walter Blaas che, per primo, aveva manifestato una certa
preoccupazione per i residenti. «Questa decisione - sottolinea Blaas -
comportererà in futuro un grave disservizio non solo per la popolazione
dell'area, un bacino complessivo di circa 3 mila persone, ma anche e
soprattutto per i numerosi turisti che ospitiamo in zona. Questa scelta è
grave, anche perché prossimamente in zona sorgeranno diverse strutture
alberghiere di un certo livello. Invece di andare avanti e progredire
pensando al futuro torniamo indietro. Una situazione analoga anche per
internet: l'alta velocità per gli abitanti di Sant'Andrea è solo una lontana
chimera. Ci dispiace perchè ogni servizio che viene tolto è un servizio in
meno per la popolazione. A risentirne di più, e lo voglio sottolineare,
saranno soprattutto i residenti che non hanno la possibilità di muoversi
autonomamente. Penso soprattutto agli anziani, che anche in quest'occasione
non hanno avuto purtroppo voce in capitolo». La denuncia di Blaas arriva a
poche settimane dalle proteste dei residenti del Comune di Fortezza. Ma
mentre in quest'ultimo caso era stata confermata la chiusura dello sportello
per Sant'Andrea era arrivata una secca smentita. Secondo l'ufficio stampa il
servizio sarebbe dovuto continuare «nei giorni e con gli orari già noti alla
clientela». Informazioni che, purtroppo, non si sono rivelate fondate, ma
solo utili a tranquillizzare per poche settimane la popolazione. C'è da
sperare, ora, che non sia in previsione la soppressione di altri uffici
postali periferici.
Poste,
la consegna
riprende col contagocce
Mercoledì 27 Ottobre 2010,
Ancora disagi e ancora proteste. Se i 70 portalettere del centro storico
ieri hanno iniziato a smaltire le due tonnellate di posta accumulata nei
giorni scorsi, non si placano le polemiche per il trasferimento nella nuova
sede, in Calle Racchetta a Cannaregio. Tanto che i residenti hanno perfino
chiamato prima i carabinieri e poi la polizia municipale per protestare
contro la troppa rumorosità causata dai motori, posizionati in cortile,
del'impianto di riscaldamento e condizionamento, e dai motori delle barche
che al mattino presto, alle 6.30 circa, recapitano la posta in magazzino. Il
tutto condito dal fatto che ieri tre postini - due donne e un uomo, a detta
dei sindacati - hanno avuto un abbassamento di pressione tanto da svenire.
«Se la posta è stata consegnata è stato solo per il senso di responsabilità
del sindacato e dei lavoratori che si sentono in obbligo nei confronti dei
cittadini, ma qui continuano a mancare le condizioni per lavorare - dicono
Giovanni Conte, segreteraio Rls Cisl poste Venezia, e il collega Stefano
Vianello - sono svenute due postine e un postino ieri mattina, che sono
stati portati subito fuori per prendere un pò d'aria fresca. Questo a causa
dell'impianto di riscaldamento che continua a non funzionare: in alcune
stanze fa freddo, in altre non si respira dal caldo». E restano le carenze
già segnalate ieri: mancano tre infissi dove sono posizionati i caroponti,
gli spogliatoi delle donne sono impraticabili e piove ancora acqua dal
soffitto. Senza parlare del problema ratti, che viene «monitorato» con delle
«scatoline» anti topo disseminate sul pavimento. Ma Poste Italiane butta
acqua sul fuoco. «A noi risulta un episodio di una postina che ha avuto un
calo di pressione e non tre - replicano - non vogliamo minimizzare ma sono
cose che succedono soprattutto in ambienti così grandi e con un centinaio di
persone che ci lavorano dentro. Comunque la nostra priorità era garantire il
servizio ai cittadini». Ma la battaglia non si ferma qui, anche perché va
risolta l'anomalia delle caselle postali, che sono state posizionate
all'interno del magazzino. «C'è il viavai di casellisti e non va bene,
l'accesso non può essere pubblico, c'è un problema di privacy da risolvere»
attaccano i sindacalisti. Insomma, si prevedono ancora giorni caldi sul
fronte Poste.
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