Il postalista
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La tanto infausta ma pur tanto gloriosa giornata del 29 maggio 1848 sarà il
fulcro dell’esposizione che il Centro Studi Internazionale di Storia
Postale, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Chiesina
Uzzanese, allestirà dal 16 al 24 luglio 2011 nelle sale del Centro
Polivalente Lorenzo Mazzocchi.
Ma la mostra non sarà solo questo si tratterà di un vasto e articolato
complesso di documenti, tutti originali salvo poche eccezioni, costituiti da
decine di lettere che i combattenti, volontari e regolari, inviarono a
familiari e amici, dai primi giorni della loro esaltante avventura fino agli
ultimi mesi del 1848, quando i reduci dalla battaglia che non vollero
tornare alle loro case ma con forza desiderarono proseguire nel loro sogno
di cacciare lo straniero dalle terre lombarde e venete. Infatti alcuni di
essi si diressero a Venezia per dare il proprio contributo alla difesa della
città, altri cullarono il sogno di seguire Garibaldi in Sicilia.
Racconteremo tutto questo anche tramite mappe raffiguranti il lungo e
impervio cammino compiuto dai toscani e dai napoletani per giungere nelle
campagne lombarde e, cosa che riteniamo molto interessante, tramite la
ricostruzione, dei momenti cruciali della battaglia, grazie a preziose mappe
illustrative.
Di molte lettere vengono riportate anche le trascrizioni e per alcune si
forniscono notizie di carattere storico-postale. Si accenna brevemente ma
compiutamente agli aspetti che la storia postale ha assunto in questi
periodi, alle tariffe e all’uso dei vari tipi dei rari bolli utilizzati per
far transitare le lettere dei combattenti, bolli e lettere provenienti da
collezioni private che qui vengono mostrati e descritti.
Ovviamente si dà anche ampio spazio a documenti relativi alle battaglie o
scaramucce che precedettero e seguirono quella del 29 maggio sempre con
l’esposizione e la trascrizione di lettere, fra cui è da segnalare quella
che riporta la notizia della morte del maggiore Landucci e dell’orazione
funebre tenuta davanti al santuario della Madonna delle Grazie, ove era
collocato il Quartier Generale Toscano e dettata da Giuseppe Montanelli, una
delle figure eminenti del nostro risorgimento.
Sono inoltre da segnalare i manoscritti in cui si fanno riferimenti molto
dettagliati alla vita da campo di quei valorosi, le privazioni e i disagi ai
quali erano sottoposti, così come degni di nota sono gli scritti in cui sono
descritte le accoglienze festose tributate dalle popolazioni dei vari paesi
attraversati dai militi.
Una sezione è dedicata poi alla partecipazione e alla condivisione del
sacrificio dei napoletani e degli abruzzesi che affiancarono i toscani nei
vari scontri svoltisi in territorio mantovano e che si distinsero per il
loro coraggio e la loro abnegazione nell’affrontare il nemico superiore in
uomini e in armamenti. Molti di loro dopo la conclusione della sfortunata
battaglia si diressero verso Venezia, dove l’anno successivo, sotto il
comando del generale Guglielmo Pepe parteciparono all’eroica difesa di
quella città.
Ma la lotta per l’Unità d’Italia prosegue ed il percorso storico si
svilupperà poi, sempre tramite documenti originali, attraverso i momenti
salienti che portarono alla seconda guerra di indipendenza ed ai giorni
eroici ma sanguinosi in cui si fece l’Italia.
Fanno bella mostra di sé alcune stampe che raffigurano i personaggi e gli
avvenimenti più importanti, i libri clandestini stampati in terra svizzera,
gli scritti di chi non condivideva questo Ideale assieme a numerosi bandi e
manifesti emanati da Leopoldo II e dal Governo della Toscana.
In una sezione particolare della mostra si vuole anche ricordare con alcuni
quadri l’eroe che più di ogni altro rappresenta il nostro risorgimento:
Giuseppe Garibaldi. Vengono mostrati documenti di estremo interesse, fra cui
alcune lettere autografe o a lui dirette da personaggi del nostro
risorgimento, ricostruiamo la sua fuga in terra di toscana, quando gli
austriaci lo davano per morto, con i nomi di chi lo aiutò ed i luoghi che
gli diedero rifugio.
Mostreremo le pagine che narrarono le sue gesta al mondo intero, gli scritti
di chi lo avversava, i libri ed i volantini di propaganda e le pagine di
contropropaganda, le lettere per richiedere fondi e le storie di chi lo
seguì con fede e dedizione cieca dal 1948 fino ed oltre la sua “avventura”
in terra siciliana che consentì all’Italia Meridionale di essere unita,
anche se in modo non incruento e non sempre ben accetto dalle popolazioni, a
quella parte della Penisola che era stata liberata dopo la seconda guerra di
indipendenza.
Sergio LEALI
membro del Centro studi internazionali di storia postale
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