Il postalista
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Presentazione
La nostra nuova Mostra si presenta con un titolo importante perché vuole
contribuire a celebrare compiutamente e realisticamente il 150° anniversario
dell’Unità d’Italia, nella sua verità di uomini e di valori. Le pagine che
ne illustrano la doverosa memoria, sono compilate per raccontare non solo le
grandi vicende, cui la nostra gente ha partecipato in prima persona, con le
armi in mano (protagonisti sono i soldati regolari, i volontari, i martiri,
gli invincibili garibaldini), ma soprattutto le vicende umane che i
protagonisti delle guerre risorgimentali hanno affidato ai loro scritti, che
pubblichiamo.
Non riviviamo i pensieri o le azioni solo dei grandi e famosi personag-gi
immortalati dalla storia, ma quelli delle semplici vite dei soldati che
hanno narrato i fatti a cui hanno partecipato con tutte le loro speranze ed
attese.
Lettere scritte dai nostri trisavoli sotto gli accampamenti di guerra o
subito dopo una battaglia vinta: da esse traspare tutta l’emozionante
avventura del loro slancio verso la libertà cercata.
Qualcuno l’ha definita “storia bassa”, che non modifica gli intenti dei
grandi pensatori, le finalità degli eventi, ma che, in linea con questi,
hanno realizzato senza mezzi adeguati, in mezzo a tribolazioni e spesso con
il sacrificio della vita, un passo in avanti verso la piena libertà propria
e della Patria che forse non conoscevano ancora nella sua generalità.
La Mostra presenta i protagonisti della storia con la “S” maiuscola. Le
lettere presentate sono illuminanti, proprio perché con semplice linguaggio
descrivono gli avvenimenti reali, rivolgendosi ai parenti per far loro
sapere che una battaglia era finita e che per loro “era andata bene”; si
rivolgono alle spose promettendo loro una Patria più libera e grande; si
rivolgono alle madri tremanti per dichiarare tutto l’amore che portano in
petto.
Ci sono lettere che raccontano le vicende come verranno successivamente
ricostruite dagli storici, anzi sono più precise. Altre raccontano come i
protagonisti hanno lasciato gli interessi propri per dedicarsi agli ideali
di una Patria da “liberare”, nella speranza di ritrovare, al ritorno, “le
cose intatte” o migliorate grazie al loro impegno.
Questa pubblicazione è forse il “canto del cigno” per una associazione come
la nostra che vive della generosità di tanti amici che ci incitano a
continuare pur fra tante difficoltà. Ad majora, rispondiamo. Tutto è nelle
mani dell’eroismo di un pugno di consoci che in prima persona si affannano
per far capire quali valori dobbiamo conservare e tramandare.
Noi per primi abbiamo realizzato otto Mostre dal titolo “Verso il 150°
anniversario dell’Unità d’Italia”, ora che è giunto il tempo siamo preparati
a contribuire a celebrare questo evento tanto importante che ci riempie
d’orgoglio patrio.
Ringrazio tutte le Associazioni che hanno accettato di celebrare con il
Centro Studi il 150° di Stato nazionale, ringrazio i Sindaci e gli assessori
alla Cultura delle diverse amministrazioni comunali che hanno fatto loro il
progetto presentato, permettendoci di pubblicare una raccolta di scritti e
di lettere che consentono al lettore attento di conoscere fatti, memorie,
storia e ambiente in cui si è maturato il nostro riscatto.
Nelle aspettative di questa Mostra c’è solo tanta voglia che si realizzi una
base di conoscenza comune indiscutibile e fortemente accettata da tutti,
come bene comune da conservare e migliorare.
Raccontare le vicende che hanno condotto la Patria all’Unità, serve
soprattutto a ristabilire la verità. I dati raccolti sono accurati e
documentati come nessun libro di storia ha mai potuto contemplare fino a
questo momento.
Le lettere scritte dai campi di battaglia del nostro Risorgimento
rappresentano i momenti più palpitanti delle nostre battaglie ed
insurrezioni a partire dal 1815, anno in cui il nostro popolo inizia a
prendere coscienza di essere direttamente o indirettamente sotto il dominio
austro-ungarico.
Le mille lettere di quei giorni hanno il sapore della notizia immediata
sulle situazioni, sulle battaglie, sulle sofferenze patite, sui timori degli
incombenti pericoli; quei giorni hanno attraversato un secolo e mezzo di
sviata memoria collettiva, possono e debbono ritrovare oggi una risonanza di
purificata autenticità.
Non è un libro di viaggio, ma una ricerca profonda degli accadimenti ancora
presenti nella volgata comune nostra: «fare un ’48», «vittoria come a
Villafranca», «una catastrofe come a Custoza», rappresentano detti che
ancora hanno un significato per tutti gli italiani che si sono tramandati
nel tempo i fatti salienti del nostro Risorgimento.
Celebriamo dopo un secolo e mezzo ritrovando luoghi e tempi in cui la nostra
storia di libertà è iniziata.
ERCOLANO GANDINI
Presidente del Centro Studi Internazionale
di Storia Postale
Introduzione
Leggere le corrispondenze dei combattenti di tutte le guerre suscita
negli appassionati di storia un’emozione che attanaglia e spinge ad
approfondire maggiormente le vicende storiche ad esse collegate. Il Centro
Studi Internazionale di Storia Postale si prefigge da sempre un obiettivo
preciso, ben oltre lo studio della storia legata alla posta: rendere
fruibile una conoscenza diretta dei fatti, attraverso la trascrizione di
moltissime lettere. Già nella pubblicazione apparsa nel 2006 in occasione
della mostra celebrativa del 140° anniversario dell’annessione di Mantova al
regno d’Italia, ha dato alle stampe una pregevole pubblicazione nella quale
comparivano alcune delle lettere più interessanti scritte dai campi di
battaglia, in modo particolare del Mantovano, a partire dalle guerre
napoleoniche fino alle tre guerre di indipendenza. La raccolta di quelle
impareggiabili testimonianze è stata quanto mai apprezzata dai cultori di
storia risorgimentale, tanto che ha spinto alcuni Soci del nostro sodalizio
a continuare su questo orientamento, perché consente di superare i
qualunquismi di non pochi manuali scolastici.
Il volume stampato a cura del Comune di Curtatone, pubblicava gli atti del
convegno tenutosi nel 2008 in occasione del 160° anniversario della famosa
battaglia; l’appendice, curata da Sergio Leali e da Stefano Siliberti, era
dedicata alla trascrizione di un centinaio di lettere che i combattenti
toscani e napoletani inviarono dai campi di battaglia di Curtatone e
Montanara. Un certo numero di lettere del 1859 è stato poi pubblicato
nell’opera curata dal professore Costantino Cipolla che, in quattro volumi,
ha raccolto studi dei massimi esperti e studiosi, italiani e stranieri, sui
fatti legati alla tragica battaglia di Solferino e S. Martino.
In un volumetto, in fotocopia e destinato ai soli Soci del Centro Studi, un
centinaio di lettere dei combattenti della 2ª guerra di indipendenza offrono
un vivido saggio della realtà sanguinante del risorgimento.
Nella presente pubblicazione si aggiunge un notevole tassello al lavoro sin
qui esplorato e offerto all’attenzione di tutti i “cultori” di storia non
romanzata: si tratta della trascrizione di centinaia di lettere a partire
dai moti rivoluzionari del 1821 e 1831, di un gran numero di corrispondenze
del 1848, sia di soldati delle armate sarda, tosco-napoletana, pontificia,
sia di quelli dei numerosi corpi volontari che sorsero in ogni parte
d’Italia con l’intento di contribuire alla liberazione dell’Italia dal giogo
straniero. Alcune lettere del 1849 completano il periodo della 1ª guerra
d’indipendenza. Vengono poi pubblicate alcune corrispondenze, quanto mai
interessanti relative all’invasione delle Marche nel 1860 ed alcune
provenienti dal Centro Italia durante la campagna del 1867.
La trascrizione di queste ultime e di una selezione di lettere dei
combattenti toscani del 1848, accompagnata spesso da interessantissime e
simpatiche annotazioni storiche e biografiche dei vari personaggi, è stata
curata dal noto collezionista romano dott. Piero Bartoloni mentre la prima
parte si deve alla infinita pazienza di Stefano Silberti e Sergio Leali.
Infatti la trascrizione di alcune di esse, quasi indecifrabili ma
interessantissime e curiose, ha richiesto ore ed ore di lavoro. Tutto il
materiale presentato proviene da collezioni e da archivi di Soci del Centro
Studi Internazionale di Storia Postale e ad essi va il sentito
ringraziamento per la disponibilità offerta.
Una serie di lettere scritte da vari appartenenti ad una delle famiglie più
note del risorgimento mantovano, quella degli Arrivabene, arricchisce e
impreziosisce il volume.
Ci preme rilevare che i curatori di questa importantissima sezione del
volume hanno di proposito trascritto fedelmente i testi, lasciando gli
errori e le imperfezioni linguistiche. Una simile scelta consente al lettore
di leggere uno spaccato di vita e di cogliere il livello culturale, spesso
assai modesto, di quei valorosi; ma l’Italia è diventata una grande nazione
libera ed indipendente, grazie a questi uomini, capaci di mettere a rischio
la propria vita, nonostante la zoppicante grammatica.
Centro Sudi Internazionali di Storia Postale
La tanto infausta ma pur tanto gloriosa giornata del 29 maggio 1848 sarà il
fulcro dell’esposizione che il Centro Studi Internazionale di Storia
Postale, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Chiesina
Uzzanese, allestirà dal 16 al 24 luglio 2011 nelle sale del Centro
Polivalente Lorenzo Mazzocchi.
Ma la mostra non sarà solo questo si tratterà di un vasto e articolato
complesso di documenti, tutti originali salvo poche eccezioni, costituiti da
decine di lettere che i combattenti, volontari e regolari, inviarono a
familiari e amici, dai primi giorni della loro esaltante avventura fino agli
ultimi mesi del 1848, quando i reduci dalla battaglia che non vollero
tornare alle loro case ma con forza desiderarono proseguire nel loro sogno
di cacciare lo straniero dalle terre lombarde e venete. Infatti alcuni di
essi si diressero a Venezia per dare il proprio contributo alla difesa della
città, altri cullarono il sogno di seguire Garibaldi in Sicilia.
Racconteremo tutto questo anche tramite mappe raffiguranti il lungo e
impervio cammino compiuto dai toscani e dai napoletani per giungere nelle
campagne lombarde e, cosa che riteniamo molto interessante, tramite la
ricostruzione, dei momenti cruciali della battaglia, grazie a preziose mappe
illustrative.
Di molte lettere vengono riportate anche le trascrizioni e per alcune si
forniscono notizie di carattere storico-postale. Si accenna brevemente ma
compiutamente agli aspetti che la storia postale ha assunto in questi
periodi, alle tariffe e all’uso dei vari tipi dei rari bolli utilizzati per
far transitare le lettere dei combattenti, bolli e lettere provenienti da
collezioni private che qui vengono mostrati e descritti.
Ovviamente si dà anche ampio spazio a documenti relativi alle battaglie o
scaramucce che precedettero e seguirono quella del 29 maggio sempre con
l’esposizione e la trascrizione di lettere, fra cui è da segnalare quella
che riporta la notizia della morte del maggiore Landucci e dell’orazione
funebre tenuta davanti al santuario della Madonna delle Grazie, ove era
collocato il Quartier Generale Toscano e dettata da Giuseppe Montanelli, una
delle figure eminenti del nostro risorgimento.
Sono inoltre da segnalare i manoscritti in cui si fanno riferimenti molto
dettagliati alla vita da campo di quei valorosi, le privazioni e i disagi ai
quali erano sottoposti, così come degni di nota sono gli scritti in cui sono
descritte le accoglienze festose tributate dalle popolazioni dei vari paesi
attraversati dai militi.
Una sezione è dedicata poi alla partecipazione e alla condivisione del
sacrificio dei napoletani e degli abruzzesi che affiancarono i toscani nei
vari scontri svoltisi in territorio mantovano e che si distinsero per il
loro coraggio e la loro abnegazione nell’affrontare il nemico superiore in
uomini e in armamenti. Molti di loro dopo la conclusione della sfortunata
battaglia si diressero verso Venezia, dove l’anno successivo, sotto il
comando del generale Guglielmo Pepe parteciparono all’eroica difesa di
quella città.
Ma la lotta per l’Unità d’Italia prosegue ed il percorso storico si
svilupperà poi, sempre tramite documenti originali, attraverso i momenti
salienti che portarono alla seconda guerra di indipendenza ed ai giorni
eroici ma sanguinosi in cui si fece l’Italia.
Fanno bella mostra di sé alcune stampe che raffigurano i personaggi e gli
avvenimenti più importanti, i libri clandestini stampati in terra svizzera,
gli scritti di chi non condivideva questo Ideale assieme a numerosi bandi e
manifesti emanati da Leopoldo II e dal Governo della Toscana.
In una sezione particolare della mostra si vuole anche ricordare con alcuni
quadri l’eroe che più di ogni altro rappresenta il nostro risorgimento:
Giuseppe Garibaldi. Vengono mostrati documenti di estremo interesse, fra cui
alcune lettere autografe o a lui dirette da personaggi del nostro
risorgimento, ricostruiamo la sua fuga in terra di toscana, quando gli
austriaci lo davano per morto, con i nomi di chi lo aiutò ed i luoghi che
gli diedero rifugio.
Mostreremo le pagine che narrarono le sue gesta al mondo intero, gli scritti
di chi lo avversava, i libri ed i volantini di propaganda e le pagine di
contropropaganda, le lettere per richiedere fondi e le storie di chi lo
seguì con fede e dedizione cieca dal 1948 fino ed oltre la sua “avventura”
in terra siciliana che consentì all’Italia Meridionale di essere unita,
anche se in modo non incruento e non sempre ben accetto dalle popolazioni, a
quella parte della Penisola che era stata liberata dopo la seconda guerra di
indipendenza.
Sergio LEALI
membro del Centro studi internazionali di storia postale
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