Quando l’Italia entrò in guerra, a fianco della Germania che aveva iniziato le ostilità nel settembre del 1939, la Regia Aeronautica Italiana, ordinò la requisizione di tutti gli aerei delle compagnie aeree civili italiane: LAI, LATI ed ALA LITTORIA. Contemporaneamente vennero militarizzati tutti i piloti, i tecnici e gli specialisti, che contavano più di settecento uomini, che andarono a formare i “Servizi Aerei Speciali” inquadrati nel Gruppo Trasporti e nei Nuclei Comunicazioni per essere a disposizione delle eventuali prevedibili esigenze belliche.
E’ in questo quadro che si collocano i successivi collegamenti aeropostali ritenuti vitali per l’Italia.
Vennero mantenuti quelli da e per l’Africa Orientale Italiana e le altre Colonie in Africa, dal mese di giugno 1940 fino al novembre 1941, cioè fino alla caduta di Gondar che costituiva l’ultimo avamposto in Africa Orientale. Va precisato che fino a poco tempo prima i collegamenti regolari con l’Africa Orientale Italiana venivano effettuati dall’ALA LITTORIA con scali intermedi che erano effettuati in Egitto e nel Sudan Anglo Egiziano, mentre sulla rotta Roma-Bengasi-Asmara venivano effettuati dalla LATI.
A seguito della chiusura dei campi di aviazione intermedi, perché situati in territorio nemico, fu necessario modificare la rotta e i collegamenti con otto velivoli SM 83 compiendo sette voli nel mese di giugno, dodici nel mese di luglio e due ad agosto. Dal mese di settembre sulla rotta Roma-Bengasi-Asmara, i collegamenti furono garantiti dalla Regia Aeronautica Italiana coi suoi velivoli ed equipaggi e malgrado le difficili condizioni di volo, perché si trattava di sorvolare territori nemici per molti chilometri in completo silenzio e quindi senza assistenza radio ed informazioni meteo, si cercò di mantenere regolarità nei servizi.
A testimoniare questo periodo epico dei trasporti aerei sono i pochi documenti aeropostali esistenti ed arrivati ai nostri giorni.
Nel febbraio 1941, con la caduta di Bengasi, lo scalo intermedio venne fissato a Tripoli, aumentando però il percorso di ben quattrocento chilometri. Successivamente con la perdita di Asmara e di Adis Abeba ad aprile, i collegamenti non furono più possibili da e per l’Africa Orientale Italiana, fatta eccezione per qualche sporadico volo per l’evacuazione.
Erano ancora disponibili solamente i campi di aviazione di Gimma e Gondar dove però non era più possibile effettuare i necessari rifornimenti per i voli di ritorno.
Anche lo scalo intermedio di Gibuti, essendo situato in territorio francese, non fu più usufruibile.
L’ultimo volo di rientro dall’Africa Orientale Italiana, sulla rotta Asmara-Tripoli-Roma, ha data 20 marzo 1941, in quanto Asmara fu occupata il 1 aprile.
Il servizio aeropostale con il Sud America fu gestito dalla LATI fino al 19 dicembre 1941, quando fu definitivamente interrotto.
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di Costantino GIRONI