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Edith Giovanna Gassion Piaf, nacque il 19 dicembre 1915: piaf, nell'argot parigino significa passerotto, e Edith venne così chiamata per la sua minuta figura. Quando aveva venti anni fu scritturata dal direttore dell'Olympia, un cabaret di Parigi, ma sarebbe più giusto dire che essa salvò quel locale dalla chiusura perché, come ha testimoniato il fotografo Hugues Vassal, il direttore del teatro, trovandosi in un momento di crisi finanziaria si rivolse alla Piaf con queste parole: "Edith, Edith, aiutami, o sono costretto a chiudere l'Olympia, le banche non mi salvano, sono rovinato". La cantante, dopo un sorriso, gli disse."Non temere, il tuo Olympia è salvo". Quella sera interpretò: Non, je ne regrette rien. La canzone ebbe un successo enorme e per questo ella decise di ripetere quel motivo per tre mesi di seguito -senza farsi pagare- e il locale fu salvato dalla generosa artista. La sua vita fu sfortunata e costellata da molti fatti negativi: incidenti stradali, coma epatici, interventi chirurgici e anche un tentativo di suicidio. Nelle sue ultime apparizioni pubbliche la si ricorda piccola e ricurva, con le mani deformate dall'artrite reumatoide e con radi capelli; solamente la sua voce era inalterata e splendida come sempre. Dopo tanti gravi problemi di salute il suo esile fisico fu stroncato da un'emorragia interna mentre si trovava a Grasse (con il marito Theophanis Lamboukas), per passarvi la convalescenza, dopo una broncopolmonite. Purtroppo una ricaduta le fu fatale. Era il 10 ottobre 1963 e aveva 47 anni. Avendo espresso più volte il desiderio di morire a Parigi, il suo corpo venne trasportato segretamente nella capitale dove, alcune ore dopo, il suo medico constatò il decesso. Quattro giorni dopo due milioni di francesi accorsero ai suoi funerali e venne sepolta al cimitero Père Lachaise. Grazie, passerotto, per tutto quello che ci hai lasciato. |