in collaborazione con:
|
|
|||||||||||||
La Torre degli Asinelli e la Torre della Garisenda |
||||||||||||||
Albano Parini (Aicam News n. 97 - gennaio 2021) |
||||||||||||||
Le due torri sono comunemente riconosciute come simbolo di Bologna e sorgono nel cuore della città al punto di ingresso dell'antica via Emilia. Realizzate nel corso del Medioevo, avevano una funzione militare di segnalazione e di difesa e rappresentavano con la loro imponenza il prestigio sociale delle due famiglie responsabili della loro costruzione: gli Asinelli e i Garisendi. La Torre degli Asinelli, la più alta e meno pendente, è stata utilizzata nel Quattrocento come prigione e fortilizio, nel 1600 e nel 1700 per esperimenti scientifici sulla rotazione della terra e, durante la seconda guerra mondiale tra il 1943 e 1945, con funzioni di avvistamento: quattro volontari si appostavano in cima alla torre durante i bombardamenti al fine di indirizzare i soccorsi verso i luoghi colpiti dalle bombe alleate. Le due torri hanno ispirato i nostri poeti. Dante Alighieri menziona la Garisenda nel XXXI canto dell'Inferno: «Qual pare a riguardar la Garisenda e nelle Rime: «Non mi poriano già mai
fare ammenda Giosuè Carducci ha dedicato alle torri l'omonima poesia contenuta nelle Odi Barbare.
| ||||||||||||||
|