In questa breve ma interessante pubblicazione, distribuita anni fa dall’AICAM-Associazione Italiana Collezionisti Affrancature Meccaniche, vengono definite dal punto di vista tecnico le impronte di quelle macchine affrancatrici che furono utilizzate nel territorio della costituita Repubblica Sociale. Queste impronte sono facilmente riconoscibili in quanto nel punzone riportano lateralmente due fasci modificati rispetto a quelli di Regno e che vanno sotto il nome di Fascio Repubblicano e Fascio Filiforme mentre i rispettivi punzoni è consuetudine classificarli come di tipo 3 e 4.

In realtà l’unica Ditta presente sul territorio con le sue macchine affrancatrici fu la SIMA e la storia a tal proposito ce la illustra Francesco Grandinetti nella sua premessa.

Lo stesso precisa anche come le impronte oggetto di questo studio siano alquanto rare e di conseguenza molto ricercate, perché se ne contano al massimo una cinquantina dato il limitato periodo d’uso, la scarsa movimentazione postale e la esigua platea dei collezionisti che ne ha causato una notevole dispersione.

Al pari dei precedenti cataloghi gli autori si sono sforzati nel creare un codice univoco di catalogazione che ricalca il già censito Catalogo delle impronte del Regno, come il lettore può facilmente verificare.

Avendo precisato l’estrema rarità di queste impronte non possiamo ricordare che a sua volta quelle con il “fascetto filiforme” possono essere annoverate, citando il grande regista Luis Buñuel, come “oscuri oggetti del desiderio”, tanto da dubitare della loro esistenza. Avendo avuto la fortuna di toccarle dal vivo, posso però confermare che sono nella fortunata collezione di un amico!

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