Questa impronta Hasler del Corriere d'Informazione è del 16 novembre 1945. La guerra è finita, così come è finito il regime fascista, quindi più che normale che fosse stata scalpellata, anzi, c'era da pensare, che ce ne dovesse essere anche una precedente, con i fasci regolamentari.

Ma non è così: Il Corriere d'Informazione è nato nel mese di maggio del 1945, quindi senza fasci.
Infatti all'indomani della Liberazione, tutte le testate giornalistiche del Nord Italia compromesse con la Repubblica Sociale furono chiuse, incluso il «Corriere della Sera».

Successivamente il governo militare alleato, nel maggio del '45, con il maggiore scozzese Michael Noble, già capo dell'ufficio stampa del XV Gruppo di Armata, riorganizzò la stampa e dispose il ritorno in edicola del Corriere. Ma il PSI e il PCI che, intanto, avevano occupato la tipografia e la utilizzavano per la stampa di «Avanti!» e «l'Unità» erano contrari ad un immediato rientro del quotidiano nelle edicole. Noble superò la loro resistenza suggerendo un cambio di denominazione.

La testata «Corriere della Sera» fu sostituita da «Corriere d'Informazione».

Manlio De Min

Nota AICAM: pur potendosi già intendere chiaramente leggendo l'articolo di De Min, vogliamo ribadire che non tutte le A.M. utilizzate nel dopoguerra, e che recano nel punzone di Stato due spazi vuoti ai lati delle cifre del valore di affrancatura, siano ipso facto impronte col punzone dove sono stati scalpellati i fasci littori. In attesa della decisione di quale simbolo venisse adottato, anche perchè si doveva ancora decidere la forma istituzionale dello Stato, si realizzarono le nuove impronte lasciando vuoti i sopracitati spazi (poi nasceranno le impronte col fregio floreale). Quindi occorre molta attenzione prima di definire un'impronta "scalpellata", specie se non è conosciuta l'equivalente del Regno con i "fascetti".