Tutto ha origine dall'idea di un farmacista di Recco, Carlo Arnaldi (1860-1924), precursore delle cure naturali, oggi tanto in voga.
Conosciamo per prima cosa questo personaggio. Carlo Arnaldi nasce a Recco, in provincia di Genova, il 10 maggio 1860. Il padre gestisce una farmacia nella località ligure e avvia il figlio agli studi medici. Purtroppo l'improvvisa morte del genitore lo costringe a interrompere gli studi al 4° anno e, laureatosi in chimica farmaceutica, subentra al padre nella conduzione della farmacia di famiglia. In pochi anni, grazie a una pozione disintossicante da lui inventata, ottiene anche un notevole benessere economico. A questo punto decide di vendere l'azienda paterna e si trasferisce in una villa in Brianza. Qui viene colpito da una lunga malattia con risvolti sia fisici che spirituali, inducendolo a profonde meditazioni, che lo portano a elaborare una teoria igienista (sperimentandola direttamente su di sé) secondo la quale, grazie a cure naturali e a una ferrea regolamentazione di vita, riesce a eliminare le intossicazioni dell'organismo.
Con queste nuove teorie curative ritorna nella sua Recco e inizia a cercare un luogo dove costruire una casa di cura dove mettere in pratica le sue idee. Si rivolge soprattutto alla valle del torrente Recco, che sfocia proprio nella cittadina ligure: è alla ricerca di un ambiente incontaminato, dall'aria pura, lontano (anche allora!) dallo stress della società moderna.
In un primo tempo lo individua nei pressi del Colle Caprile, ideale per clima e vegetazione (e anche perché è stato da poco raggiunto con una strada carrozzabile), ma i proprietari dei terreni si rifiutano categoricamente di vendergli l'area e allora trova un'altra località sull'altro versante della valle sul monte Tugio, a 550 metri di quota, sempre nel comune di Uscio. La località si trova circa 200 metri più in alto del paese ed è raggiunta solo da mulattiere: qui inizia la costruzione della "Colonia della salute", suddivisa in padiglioni, che nel corso degli anni giungono a formare un vero e proprio villaggio con 56 costruzioni. La casa di cura, vera antesignana degli attuali "centri benessere", viene inaugurata il 17 luglio 1906.
Già sulla porta d'ingresso un'iscrizione latina chiarisce inequivocabilmente la metodologia dell'istituto: "aut disce aut discede" (impara o vattene).
Le cure offerte dalla Colonia costituiscono un’applicazione diretta delle teorie elaborate dall'Arnaldi, ispirandosi ai principi di Ippocrate: il progressivo inquinamento dell'organismo, nel quale si accumulano sostanze estranee e tossiche, determina la rottura dell'equilibrio colloidale della cellula e porta alla patologia; l'alterazione di fondo è una sola, ma i vari aspetti in cui si presenta la malattia derivano dalle tendenze morbose di ciascun individuo, anche secondo fattori ereditari dominanti. Da questi principi discendono i rimedi, che consistono soprattutto in cure disintossicanti (digiuni, pozioni di origine vegetale), accompagnate da un vitto particolare, da cure fisiche e da aeroterapia, avendo pure grande attenzione all'igiene del corpo e dello spirito.
Le tesi dell'Arnaldi suscitano accesissime polemiche in campo medico, favorendo, di fatto, un'enorme curiosità (e pubblicità!). Innumerevoli celebrità negli oltre cento anni di vita sono state ospiti della Colonia Arnaldi: dai Reali di Grecia, a Craxi e Spadolini, da Ronchey a Umberto Eco, da Virna Lisi a Mastroianni, a Bud Spencer e a Zeffirelli, solo per citare alcuni fra i più noti. Il numero degli ospiti è così elevato che nel 1914 nella colonia viene aperto un ufficio postale, funzionante, secondo i dati in mio possesso, fino al 1969.
Per la propria corrispondenza la direzione della Colonia per un certo periodo ha avuto a disposizione una macchina affrancatrice Hasler.
Oggi le ferree regole si sono "addolcite" e non si sale più a dorso di mulo (o, per i più ricchi, in portantina), ma attraverso una comoda strada, che ho percorso anch'io quando l'ANCAI ha festeggiato con una mostra e un annullo speciale il centenario della Colonia e ho inviato al nostro Nino la cartolina riprodotta, recuperata recentemente in un'asta on-line.
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