La mattina del 30 ottobre 1940, anno XVII dell'era fascista, il segretario dell'Opera Nazionale Dopolavoro, Comitato Nazionale Italiano per le Arti Popolari, giunse in ufficio ancora un po' frastornato: la sera si era rivisto più volte le immagini dell' ISTITUTO NAZIONALE LUCE, che illustravano le Grandi Vittorie dell'Esercito Italiano (e aveva pure brindato, più volte!), così che era andato a dormire molto tardi, "doppiamente" felice (per le vittorie e... per il vino).
Il risveglio gli era risultato difficoltoso, ma il Duce non ammetteva ritardi (anche i treni allora spaccavano il minuto!) e quindi, con la vista ancora un po' annebbiata, mise in moto la SIMA ITALIA e stampò l'impronta per la raccomandata doppio porto, e, siccome era urgente, la portò direttamente all'ufficio postale.
Qui gli dissero che si era sbagliato! che la tariffa non era 2,24 lire, ma 2,25 lire (e glielo scrissero, perché gli fosse chiaro, in quanto sembrava non aver capito bene...). Il regime non ammetteva errori, neppure per la propria corrispondenza!
Al segretario non rimase che ritornare in ufficio e riparare all'errore aggiungendo una timbratura da un centesimo.
Se qualcuno ipotizza che avrebbe potuto semplicemente aggiungere un francobollo da un centesimo sbaglia, perché allora il francobollo col nominale minore era 2 centesimi , corrispondente alla tariffa più bassa per una spedizione (tariffa agevolata per i ciechi). Penso, dunque, che non sia facile trovare un'altra "rossa" da UN CENTESIMO. Comunque la caccia è aperta.
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