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Le affrancature meccaniche in collezione tematica |
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di Sergio De Benedictis (Aicam) | ||||||||||||||||||||||||||||
Possiamo ben dire che molti collezionisti di affrancature meccaniche sono anche dei collezionisti tematici; anzi proprio il fatto di essere dei tematici li ha fatti successivamente avvicinare, come il sottoscritto, al mondo delle A.M. Come abbiamo già accennato in precedenti articoli, i due elementi principali, che caratterizzano dal punto di vista postale una A.M, sono il punzone e il datario.
Ma quello che invece attira un tematico è il logo che ritroviamo normalmente alla sinistra dei due succitati elementi, più raramente all’interno del punzone, a volte al centro. Il logo, essendo per lo più una realizzazione privata, ha fatto in passato sorgere dei dubbi sulla possibilità di utilizzarlo in una collezione come oggetto postale, ma il dubbio, del resto poi ampiamente superato, secondo il sottoscritto non sussiste in quanto la A.M. va considerata nella sua interezza come un “unicum” postale e comunque ogni macchina con relative impronte diventa operativa solo e soltanto dopo accurato collaudo da parte dell’Amministrazione postale. Nella scelta di un pezzo utilizziamo il criterio di servirci di una affrancatura meccanica per completare un percorso già iniziato con altri oggetti, quando nel discorso appare un riferimento preciso al logo.
Potendo scegliere tra impronte similari cercheremo di privilegiare una degli anni ’30 piuttosto che una più vicina ai nostri giorni.
E ancora se per una stessa impronta saremo in grado di mostrare una particolarità in uno degli elementi tra logo, punzone e datario che la distingua da una standard, la cosa sarà particolarmente apprezzata, rivelando le nostre conoscenze tecniche. Anche l’occhio vuole la sua parte e quindi come va montata una A.M. in una collezione? Abbiamo in altro articolo precisato come noi italiani, contrariamente agli anglosassoni, preferiamo conservare le impronte sul suo supporto intero, tanto di più quanto più vecchia è la sua datazione. In questo caso potrà essere “finestrata”, se il documento non presenta alcuna informazione di rilievo sulla parte non inchiostrata.
E la qualità va presa in considerazione? Una tabella, creata anni fa da un gruppo di lavoro dell’AICAM, ci può aiutare per creare una scala di valori.
Ma scorrendo i requisiti ci rendiamo conto come una A.M., per la sua intrinseca genuinità, ben lontana da una asettica busta affrancata filatelicamente, difficilmente si posizionerà sulla sinistra del tabellone. Le buste, velocemente infilate sotto la macchina, difficilmente avranno una impronta diritta e simmetrica.
Essendo poi l’affrancatura l’ultimo step prima della spedizione, sarà spesso sovrapposta all’indirizzo e se su busta intestata, interferirà quasi certamente con il nome della Ditta.
Per non parlare delle buste commerciali con finestra, dove l’impronta sarà quasi illeggibile.
Lasciamo al vostro buon senso un corretto bilanciamento che dovrà anche essere guidato da aspetti economici. E parliamo dell’affrancatura. Da evitare assolutamente gli “specimen AICAM” con affrancatura “000” perché come abbiamo avuto modo di dire nel precedente articolo, e come è stato ben evidenziato dalla comunicazione apparsa nei giorni scorsi a cura dell’AICAM, non hanno alcuna valenza postale, ma rappresentano un mero gadget dell’AICAM.
Specimen a tema sportivo, nel segno del fair play con due giocatori che si abbracciano, disegnato dal socio AICAM Pierangelo Brivio. Di contro interessanti quei documenti che appartengono alle procedure di collaudo, effettuate in fase di consegna della macchina all’utente finale, da parte della ditta produttrice, che di solito riportano un valore fittizio nel punzone.
All’interno di una collezione tematica, che sicuramente è la più varia per tipologia di oggetti postali mostrati, le A.M. daranno sicuramente una nota di colore, se utilizzate “ cum grano salis “ senza esagerare come numero e cercando anche di non limitarsi alla sola area italiana. Ci sono sicuramente collezioni tematiche che meglio si prestano ad accogliere una affrancatura meccanica, come può essere il tema automobilistico, piuttosto che quello dei vini o dei trasporti.
Ricordiamo che questo attributo può, nel caso di periodi di primo utilizzo e range ridotti, fornire una precisa indicazione della eventuale rarità del pezzo. Hanno questa caratteristica di solito le impronte create per particolari manifestazioni limitate nel tempo, al pari di un annullo figurato. È ad esempio molto ricercata sia dal mero punto di vista meccanofilo per il periodo d’uso che per una tematica sportiva per l’argomento, l’impronta seguente relativa ai campionati Mondiali Universitari Remieri del 1927 che si tennero a Pallanza, sul lago Maggiore.
Quando possibile sarà opportuno anche inserire degli esempi di affrancature meccaniche che hanno ormai consolidato l’appellativo di “digitali”. Parliamo delle moderne affrancatrici che compongono l’impronta attraverso l’ausilio di un software che permette di fare a meno della piastrina, cara a tutti noi, ed offre sicuramente una maggior flessibilità nelle variazioni.
In conclusione in una collezione tematica le affrancature meccaniche ci devono venire in aiuto ogni qualvolta non riusciamo ad illustrare un passo della nostra collezione in quanto non c’è sicuramente argomento che non sia contenuto nell’impronta; sicuramente saranno apprezzate perché mostreranno le nostre conoscenze in questo campo.
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