pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori

MARCEL BICH

di Lorenzo OLIVERI (da AICAM news n. 87 luglio 2018)

Molti credono che il barone Marcel Bich, fondatore della dinastia industriale Bic, sia stato un personaggio francese. In realtà non è così, egli fu torinese e nacque in Corso Re Umberto 60, nel cuore dell'elegante quartiere della Crocetta; diventò francese in seguito. Il suo nome, che suona effettivamente come d'oltralpe, ha origine da una famiglia della nobiltà savoiarda e precisamente di Châtillon, in Val d'Aosta.

Il titolo di Barone fu conferito al suo bisnonno Emmanuel Bich, sindaco di Aosta, il 13 luglio 1841 da Carlo Alberto di Savoia. A seguito di esperienze industriali deludenti in Italia, suo padre emigrò in Francia. Marcel Bich è naturalizzato francese insieme ai suoi genitori e fratelli il 2 agosto 1930.

Gli inizi per il giovane Marcel nel mondo del lavoro erano ancora lontanissimi dai grandi successi futuri. Si dedicava difatti alla vendita porta a porta, come rappresentante d'inchiostri e commerciante di lampadine. Poi, nel 1953, ci fu la svolta. Quell'anno per il barone fu il momento cruciale. Incontrò László József Bíró, un inventore e giornalista ungherese che portava con sé la soluzione al problema delle macchie d'inchiostro lasciate dalle penne stilografiche, ancora in quei tempi le regine indiscusse del mercato della scrittura a mano. Nel suo prototipo, osservando che l'inchiostro era poco fluido, inserì una piccola pallina metallica che permetteva così di far nascere lettere e parole su carta in maniera omogenea, pulita e veloce.

La sua biro era "il prodotto perfetto, a un prezzo così basso da essere comprabile da tutti".

 

Ancora oggi se ne vendono oltre 14 milioni di esemplari al giorno. Persino Nikita Sergeevič Chruščëv, in visita in Francia nel 1959, sottolineò l'efficacia della penna Bic. Un successo che il barone riuscì a replicare nel 1973 con gli accendini e nel 1976 con i rasoi, che in breve tempo si affermarono sul mercato mondiale.

 

 

Il gruppo Bic è oggi un colosso mondiale con vendite in 160 paesi, in tutti i continenti, in mercati sia sviluppati che emergenti. 3,2 milioni di punti vendita e 9.700 dipendenti in giro per il mondo. E ogni giorno in tutto il mondo sono acquistati con quel marchio 25 milioni di prodotti di cancelleria.

 

Il Castello di Ussel è un edificio possente e massiccio, posizionato nel mezzo della Valle d'Aosta, sulla sommità dello strapiombo che domina la piana di Châtillon e Saint-Vincent e che non passa inosservato neanche al frettoloso utente autostradale. Il castello era un "guscio" vuoto ridotto ai muri perimetrali, privo del tetto e dei solai interni che dividevano i piani. Il castello, sfortunato testimone della breve vita della famiglia degli Challant-Ussel fu abbandonato sul finire del Quattrocento, ma le sue mura esterne, parte dei monumentali camini e dello scalone sono rimaste in piedi in ricordo del passato. Passato alla famiglia dei Passerin d'Entrèves, il maniero fu acquistato nel 1984 dal Barone Marcel Bich e donato alla Regione autonoma Valle d'Aosta, con la clausola che fosse destinato a un uso pubblico. La Regione lo ristrutturò e lo aprì nel 1998. Nel mese di giugno ci fu l'inaugurazione a cui parteciparono gli eredi del Barone, e in quella occasione venne organizzata la mostra "La meravigliosa avventura del Barone Bich".

Con quella prima mostra, e con quelle che seguirono, un luogo abbandonato è ritornato a vivere per poter essere apprezzato da tutti.

Nel logo della Chatillon ha grande evidenza il castello di USSEL costruito da Ebalo II di Challant nel 1343 e fino al 1470 utilizzato dalla famiglia come residenza.

 


pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori