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Dal produttore al consumatore! |
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di Sergio DE BENEDICTIS (Aicam) | |||||||||||||||||||||||
In articoli e collezioni sulle Affrancature Meccaniche troviamo riprodotte le immagini delle impronte e qualche volta anche l’indicazione della macchina affrancatrice che le ha prodotte. Mi sembra quindi il caso di conoscerle, anche se non personalmente ma su carta. Ricordiamo che sono prodotte da industrie private e successivamente ottengono l’autorizzazione alla vendita da parte delle Autorità Governative preposte; nel momento in cui vengono acquistate dall’utente finale privato sono sottoposte a collaudo da parte degli stessi Organismi, previa domanda di Concessione, pratica che normalmente veniva portata avanti dalla stessa ditta costruttrice.
Non entreremo nei dettagli tecnici di queste macchine; per questo rimandiamo il lettore all’ottimo lavoro di Voltaire Bugnoli “Affrancature meccaniche. Come nascono. Dal 1927 al 1993“ od eventualmente ai giorni nostri sui siti delle varie Case dove le stesse vengono pubblicizzate:
Faremo una veloce carrellata, una simpatica retrospettiva sui primi modelli, dove la meccanica, in questi casi di altissima precisione, non era ancora stata sostituita dall’elettronica spinta e dove “l’attrezzaggio” della macchina non era certo alla portata di tutti, ma necessitava dell’intervento di un tecnico specializzato.
Ma quale miglior mezzo pubblicitario se non le stesse impronte meccaniche!
Come già abbiamo avuto modo di vedere in un precedente articolo, la prima impronta riprodotta in Italia è della macchina FRANCOTYP modello A, qui riportata.
La FRANCOTYP, attraverso la concessionaria italiana AUDION, è la ditta che ha operato inizialmente in maggior misura sul territorio italiano. Perfezionando man mano i suoi modelli e rendendoli sempre più maneggevoli e da scrivania, si è imposta sul mercato.
Altra Ditta molto attiva sul mercato italiano fu la SIMA, anche lei con una sempre rinnovata offerta.
Nel primo dopoguerra la Ditta S.A.M.A.C., Società Anonima Macchine e Accessori per Ufficio di Milano, fu autorizzata a vendere una affrancatrice a valori componibili denominata FRANCOPOST. Seguirono nel tempo diversi modelli, l’Azienda cambiò denominazione in Società Meccanografica Italiana (S.M.I.) con sede sempre a Milano, e produsse nel 1968 il modello qui riportato.
Concludiamo questo rapido excursus con una Ditta nata oltreoceano negli Stati Uniti dove ha avuto quasi il monopolio; si diffuse poi anche in Europa arrivando negli anni ad assorbire nel suo assetto societario anche alcune delle Ditte di casa nostra. Stiamo parlando della Pitney Bowes che nella sua ragione sociale ci indica come la sua nascita fu dovuta al fortunato incontro tra Arthur H. Pitney, operativo con la sua Ditta di Chicago fin dal 1901 e Walter H. Bowes che nel 1918 aveva brevettato un servizio automatico di pagamento postale e fondato la Universal Stamping Machine Co.
Queste macchine fecero da noi la loro comparsa nel 1952 con il modello RS, commercializzato dalla Società C.I.M.A.- Commercio In Macchine Aziendali, agente generale per l’Italia. Apportava la novità che, oltre alla funzione di macchina affrancatrice propriamente detta, il meccanismo motorizzato permetteva anche di eseguire operazioni precedenti all’affrancatura quali l’umettatura delle buste, la piegatura e chiusura delle stesse, nonché l’applicazione di striscia gommata per l’indirizzo. Possibilità di affrancare con valori da L. 1 a L. 999. Di seguito la relativa impronta. Riteniamo sia stato utile riportare le immagini di queste macchine in modo che in futuro, guardando una impronta, possiamo mentalmente abbinare il mezzo meccanico che l’ha prodotta.
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