|
|
||||||||||||||||||||||||||||||||
Le "rosse" di Bari |
|||||||||||||||||||||||||||||||||
di Sergio De Benedictis (AICAM) | |||||||||||||||||||||||||||||||||
(seconda parte) Riprendiamo l’illustrazione delle nostre di Bari e come dichiarato in chiusura del precedente articolo lasciamo il periodo del “regime” per entrare nella repubblica nascente.
Il periodo delle “scalpellate” si concluse in pochi anni anche se non mancarono le eccezioni come in questa impronta che sopravvisse sino alla fine del 1951. Qui l’affrancatrice è per entrambe una FRANCOTYP C con punzone a tre cifre “gotiche”,
ma solo nella seconda compare nel datario l’anno EF.
Ripresa la sua attività a pieno ritmo si è poi sviluppata e ramificata in fiere sempre più specialistiche non necessariamente limitate al periodo di settembre. Al pari abbiamo anche uno sviluppo temporale delle affrancature meccaniche utilizzate.
A seguire impronte che potremmo classificare tra quelle impresse da macchina POSTALIA che presentava sempre una cornice con doppia linea intorno a punzone e datario. Il condizionale è d’obbligo in questi casi in quanto le macchine, nella loro evoluzione sino al periodo in questione, hanno seguito esattamente i modelli della FRANCOTYP. Infatti il nome fu mutato dalla AUDION, prima distributrice delle FRANCOTYP in Italia, quando, in periodo regno, fu vietata l’importazione di macchinari esteri e il cambiamento le servì per smaltire sotto questo nome le sue giacenze.
Gli incentivi statali, attraverso la Cassa del Mezzogiorno, avevano come obiettivo quello di favorire gli investimenti al Sud di imprenditori del Nord. Abbiamo qui di seguito impronte che attestano quanto detto.
A proposito di siderurgia l’impronta successiva ci ricorda come vicino Bari, in pieno dopoguerra, era sorta e si era sviluppata la più grande Acciaieria privata del Sud Italia, la A.F.P.
Al suo interno, oltre ad un forno Mannesmann per la fusione e produzione dell’acciaio ed un laminatoio ad altissima capacità, vi era una fonderia, costruita su brevetto sovietico, a quel tempo innovativa perché alimentata a metano. È in questa Azienda che ho mosso i miei primi passi lavorativi dopo la laurea e il ricordo mi è caro.
E se parliamo di carta non possiamo dimenticare quella stampata e quindi un altro simbolo della città: la Gazzetta del Mezzogiorno.
Così come avevamo iniziato lo scorso articolo, concludiamo con alcune impronte in periodo repubblica del Comune di Bari. Anche con queste impronte possiamo osservare l’evoluzione e il cambiamento di macchine affrancatrici da parte di un utente, in questo caso il Comune. Le ultime due macchine facilmente identificabili in questo caso, in quanto ritroviamo sigla e matricola di lato al punzone: trattasi della stessa macchina, una Pitney Bowes, marchio storico statunitense, modello 5000-OR entrata in uso l’11 dicembre 1967, commercializzata in Italia dalla Ditta Virginio Svidercoschi di Milano. | |||||||||||||||||||||||||||||||||
|