PerchÈ i Pappagalli parlano?
 
Sergio De Benedictis

Iniziamo subito a specificare che non tutti i pappagalli parlano, ma esiste una predisposizione fisica che limita o aumenta le possibilità d'espressione parlata di un pappagallo e che varia a seconda della specie. Per questo pappagalli come i cenerini, l’Ara Macao o Ararauna e le amazzoni in generale, normalmente sono capaci di parlare molto di più che un cacatua o altri pappagallini.

 


In realtà, più che parlare nel senso di conversare i pappagalli imitano suoni e parole che sentono e riconoscono. E ci riescono grazie alla conformazione fisica del loro apparato respiratorio, molto simile a quella umana.

Infatti, l’anatomia della gola del pappagallo non è complessa e, per emettere un suono o una parola, il volatile usa la trachea, il condotto dove passa l’aria tra i polmoni e la gola, e la siringe posta all’estremità della gola. Modificando la curva della trachea, il pappagallo può riuscire a modulare l’intensità o la durata del suono e lo si può notare da come muove il collo mentre emette fischi o imita parole complesse.

 

 

Ma perché i pappagalli parlano? Abbiamo già detto che non tutti lo fanno: perché ciò avvenga è necessario che si trovi a proprio agio nel luogo in cui vive e che abbia instaurato un buon rapporto con i suoi proprietari. Va quindi amato e tenuto nelle migliori condizioni possibili perché possa avere un buon equilibrio psichico e poi, naturalmente, va stimolato semplicemente dedicando del tempo a chiacchierare con lui.

 

 


 

Solo in questo modo, con una interazione continua e tanta pazienza, il nostro amico pappagallo potrà riuscire ad abbinare le parole che sente e imita a delle situazioni concrete. Anche perché capirà che una corretta associazione potrà avvantaggiarlo nei rapporti sociali.

 

 

 

Così, ad esempio, imparerà a dire grazie dopo aver ricevuto del cibo o a salutare le persone quando entrano nella sua stanza oppure capirà quando viene chiamato il suo nome e allo stesso modo saprà riconoscere i nomi delle persone che vivono con lui.

 

 

 

Queste doti dimostrano un’intelligenza che va ben oltre il semplice “ripetere a pappagallo”, che si usa dire per chi impara a memoria discorsi senza capirne bene il senso.



 

Particolarmente dotata è la specie dei cenerini e famoso in tal senso fu un pappagallo cenerino di nome Alex, che la zoologa Irene Pepperberg istruì presso l’Università di Harvard negli Stati Uniti, dimostrando la sua capacità di trarre conclusioni logiche. Non soltanto era capace di distinguere materiali come metallo, plastica e carta, riconoscere diversi colori e selezionare forme come cerchi, sfere, triangoli e cubi, ma riusciva anche a fare i calcoli.

 

 

La scienziata presentava al pappagallo due tazze di plastica capovolte su un vassoio, sotto le quali si trovavano alcune noci: sotto la prima, per esempio, ce n’erano due e sotto la seconda tre. Sollevava brevemente le tazze, una dopo l’altra, e le rimetteva giù, poi chiedeva ad Alex: «Quante sono le noci in totale?». La ricercatrice ha testato le abilità aritmetiche dello straordinario pappagallo per sei mesi: in più dell’85 per cento degli esercizi che gli sono stati proposti, Alex ha calcolato la somma giusta uguagliando così le capacità matematiche di un bambino.